I «normali» pini deformi di Cernobil

I «normali» pini deformi di Cernobil Gli scienziati studiano le mostruose mutazioni prodottesi negli alberi dopo il disastro I «normali» pini deformi di Cernobil I pini e i pioppi deformi (aghi simili a ghirlande, foglie dal diametro di diciotto centimetri) che stanno crescendo nella zona contaminata intorno alla centrale nucleare di Cemobii non sono delle mostruosità che lasciano senza parole botanici e genetisti. Sono piante che subiscono le normali deformazioni di un organismo vegetale a contatto con le radiazioni. La notizia, pubblicata nei giorni scorsi sul giornale sovietico Leninskoje Znamja (Bandiera leninista) insieme a quella, incontrollata, di erbe altissime e foglie fantastiche che crescerebbero nella vicina foresta, conferma quanto era stato già osservato negli Anni 50 con i primi esperimenti nei labora¬ tori con i raggi beta. «Le piante sono straordinariamente efficienti nell'assimilare sali minerali dal terreno e quindi, nei casi di contaminazione, anche elevate quantità di radionuclidi, gli isotopi radioattivi che decadono emettendo radiazioni — spiega il professor Silvano Scannerini, del Dipartimento di biologia vegetale dell'Università di Torino —. La superfìcie assorbente è enorme — le radici di una pianticella di orzo, ad esempio, sono dell'ordine dei metri — e gli effetti variano con il variare delle concentrazioni e delle specie: Per i pini intomo alla centrale di Cemobii, particolarmente sensìbili alla radioatta- vità, la dose letale è di 600 rem, che salgono a 10 mila per le granaglie e a 30 mila per i pomodori. Senza arrivare a questi casi estremi, le alte dosi possono avere un effetto mutageno, scompaginare cioè le sequenze del Dna aumentando il numero dei cromosomi o alterandone la struttura. Lo sviluppo e il funzionamento normali di una pianta, che come tutti gli organismi diploidi presenta una doppia serie di cromosomi, l'una del padre, l'altra della madre, è regolato sia dal tipo che dal numero dei geni, n corretto funzionamento si basa su due copie dello stesso cromosoma. Quando le copie diventano tre o, più raramente, quattro, la pianta ha uno sviluppo anor¬ male, così come accade quando i cromosomi si frammentano, ad esempio per la presenza di isotopi radioattivi. Allora qualche frammento va perduto, altri si riuniscono in modo nuovo e inconsueto, dando origine a cromosomi ristrutturati assai diversi da quelli regolari. I cromosomi irregolari determinano malformazioni e mostruosità, quelli in soprannumero gigantismo. Nei testi classici di genetica si riferisce di un vecchio esperimento con una pianta, la galeopsis, che dopo una serie di incroci si è trovata con tre corredi cromosomici e una statura decisamente superiore alla media. Nella serra di Pripjat, la città evacuata che dista otto chilometri da Cemobii, non è accaduto quindi nulla di inaspettato. Anzi, i ricercatori hanno espressamente evitato di decontaminare completamente la serra sperimentale già in funzione prima dell'incidente proprio per studiare le mutazioni genetiche in caso di disastro nucleare. Ogni specie viene piantata in terreni diversi: direttamente contaminato dai raggi, irradiato dai composti ricaduti dal cielo con le precipitazioni, risanato. Ci sono mutazioni vistose come quelle dei pini e dei pioppi e altre meno evidenti subito, ma che saranno chiare alla sesta o alla settima generazione perché riguardano il cuore delia cellula. Marina Venia

Persone citate: Silvano Scannerini