Mosca, un Parlamento al buio

Mosca, un Parlamento al buio Oggi si riuniscono i 2250 deputati del Congresso del Popolo, ma procedure e ordine dei lavori sono ancora nel vago Mosca, un Parlamento al buio Vana una riunione all'ultima ora con Gorbaciov per decidere il calendario - Forti contrasti sull'ipotesi di lista bloccata per eleggere il Soviet Supremo - Tra le richieste «progressiste» maggiore decentramento e spazio ai privati NOSTRO SERVIZIO MOSCA — I 2250 deputati che aprono oggi 1 lavori della prima seduta del «Congresso del popolo» andranno stamane al Cremlino senza sapere ancora cosa fare, senza conoscere l'ordine del giorno né i tempi che scandiranno questa storica tappa della riforma istituzionale voluta da Oorbaciov. Le numerose riunioni tenute freneticamente ieri e nei giorni scorsi non sono approdate a nulla se non a una fioritura di proposte che hanno messo ripetutamente in opposizione il volere del partito con quello di diversi gruppi di deputati; le possibilità per alcune soluzioni di compromesso sono sfumate tuttavia nella confusione generale, seppure avvolta da un clima di grande euforia. Ieri, ad un solo giorno dall'apertura, la disputa si è accesa ancora intorno al calendario dei lavori; una riunione precongressuale composta da 450 delegati in rappresentanza dell'intero Congresso si è svolta sotto la presidenza di Oorbaciov proprio per decidere l'ordine del giorno, ma i deputati se ne sono andati con un nulla di fatto, rinviando ad oggi, cioè al momento dell'inaugurazione, la sua approvazione in ultima istanza. La polemica non è solo formale: il Comitato Centrale del partito vorrebbe che l'elezione del Soviet Supremo — il nuovo massimo organo di governo che avrà stabili funzioni parlamentari — e del suo presidente si svolgessero subito, prima di passare alla discussione dei numerosi temi presenti nel carnet dei lavori. Ma molti deputati, tra i quali i più radicali, temono che un'operazione affrettata del voto possa dare spazio ad una manovra del partito per imporre una sua lista di candidati senza un dibattito adeguato sulle singole nomi¬ ne, e propongono pertanto di spostare le elezioni in coda al calendario. Ieri è emersa una variante di compromesso che propone l'elezione immediata del presidente, poi la discussione e infine il voto per il Soviet Supremo. Sebbene non sia ancora stata scelta nessuna delle tre soluzioni, il portavoce ufficiale Oherasimov dichiarava ieri che la prima sessione del nuovo Soviet Supremo è prevista per il 27 maggio, dando dunque per scontata la sua elezione entro i primi due giorni dall'apertura del Congresso, un'affermazione che in questo clima assume il tono di un invito dei partito a rispettare le sue indicazioni sulla tabella di marcia, più che una qual¬ che certezza sui tempi di conclusione. Dalle voci trapelate a stento dalle mura del Cremlino, sembra che invece si sia approdati ad un compromesso sul punto della lista bloccata presentata dal partito come «suggerimento» per le nomine al Soviet Supremo. Dopo il netto rifiuto opposto dai deputati «progressisti» che hanno bocciato a priori l'imposizione di un elenco preconfezionato di tanti nomi quanti sono i seggi a disposizione, sembra essersi aperta una via di mediazione praticabile da entrambe le parti. Roy Medvedev, deputato popolare al nuovo Congresso, riteneva ieri come possibile la proposta di mantenere una lista aperta a tutte le candidature per il Soviet dell'Unione (una delle due Camere di cui è composto il Parlamento), mentre per il Soviet delle Nazionalità (l'altra Camera che rappresenta le Repubbliche e le regioni autonome) si propone una lista «parzialmente bloccata» per garantire un'equa rappresentanza anche alle Repubbliche più piccole e meno numerose. Tra le proposte che pare i «riformisti» vogliano presentare in apertura di dibattito ne figurano alcune decisamente innovative: revisione del decreto governativo che permette all'esercito d'intervenire in caso di manifestazioni di piazza; abrogazione della legge che punisce le dichiarazioni contro il governo e il partito; decentramento dell'economia attraverso concessione del controllo sulle industrie e le risorse naturali alle quindici Repubbliche dell'Urss; legislazione più permissiva sulle attività delle cooperative private. Non manca poi chi suggerisce la creazione di commissioni di controllo sulle attività del Kgb e delle forze armate e inchieste sui tragici incidenti del mese scorso a Tbilisi. Questa, probabilmente, la richiesta più radicale: trasferire in toto i poteri legislativi dal Soviet Supremo al congresso dei Deputati del Popolo. Non esistono dubbi sull'elezione di Gorbaciov al posto di Presidente del Soviet Supremo, una carica che ag¬ giunta a quella di Segretario generale del Partito, gli conferirà i poteri più ampi mai raccolti su un'unica figura nei 70 anni di storia sovietica. Non si esclude la possibilità dell'emergere di candidature alternative, ma nessun deputato si è mai espresso finora contro l'elezione di colui che già di fatto rappresenta il Paese. Boris Eltsin, sull'onda del suo successo popolare, viene ritenuto invece un possibile rivale di Anatoli Lukianov alla poltrona di primo vicepresidente del Soviet Supremo, ma molto dipende dalle forze che riuscirà a coagulare in seno al Congresso. Oggi, dunque, il Congresso si apre al buio. Nel clima di confusione che regna alla sua vigilia, pochi elementi ap¬ paiono chiari ma tra questi il dato che sul suo terreno si confronteranno delle frazioni ormai definite e contrapposte, che il partito ha perso ormai la possibilità di imporre dei diktat ai deputati eletti per la prima volta attraverso delle vere elezioni, e che i rappresentanti inviati dal popolo imporranno all'attenzione dei dirigenti del Paese le esigenze delle basi, siano esse di carattere etnico, economico, politico o religioso. Si assisterà in diretta televisiva allo scontro aperto tra le anime multiple del Paese, tra coloro che chiederanno da subito una rappresentatività più ampia del nuovo organo di governo, e chi invece cercherà di arginare il fiume in piena dell'euforia democratica. Un sondaggio raccolto tri i cittadini sovietici dav ieri al 61 per cento coloro che vorrebbero che il Congresso del popolo disponesse di reali poteri legislativi, come a dire che la maggioranza della popolazione vuole essere governata da quelli nei quali ha riposto direttamente la sua fiducia. Paola Delle Fratte

Persone citate: Anatoli Lukianov, Boris Eltsin, Gorbaciov, Roy Medvedev

Luoghi citati: Mosca, Repubbliche, Urss