Arena: «Amo l'umanità di Verdi» di Armando Caruso

Arena: «Amo l'umanità di Verdi» Parla il direttore de «La forza del destino» venerdì al Regio Arena: «Amo l'umanità di Verdi» Il musicista: «L'opera è un grande contenitore poetico dei sentimenti comuni, che non ha bisogno di stravaganze registiche» - E aggiunge: «L'orchestra interpreta bene la difficile partitura» - Dice la protagonista Giovanna Casolla: «Leonora è un'eroina assai vicina al mio carattere» - II soprano debutterà nel ruolo di Carmen TORINO — Nella sala vuota e buia del Regio, Leonora (Giovanna Casolla) intona, pianissimo, «La vergine degli angeli...» accompagnata dalla voce soffusa del coro di frati SI prova La forza del destino di Verdi, che andrà in scena 11 26 al Regio (ore 20,30). H direttore, Maurizio Arena, assorto, con gesto ieratico della mano sinistra sottolinea l'emozione che lo pervade e che contagia tutu Quando le ultini e note della più bella pagina verdiana della Forza del destino si smorzano nella gola dei cantanti, il maestro rompe l'incanto invocando il maestro del coro Fogliazza. «Fulvio — grida con accento romanesco —, a me me pare buono: E l'intervento, intelligentemente, riconduce alla realtà della Unzione teatrale. Giovanna Casolla, la ricordiamo dominatrice nella Gioconda che ha inaugurato la stagione al Regio, cinque minuti dopo, nel foyer, osserva: «E' sempre difficile cantare di mattina, affrontare le prove di un'opera così appassionante. A parte ciò, mi pare che tutto sia a posto, anche l'atmosfera in teatro, finalmente s'è fatta più serena». Grinta da eroina "Sia in palcoscenico che nella vita, sono decisa, non mi faccio mai mettere i piedi sul collo, ma so anche essere dolcissima, senza essere però leziosa. Non canterò mai Butterfly — dice —, amo i personaggi forti, che hanno carattere. Interpreto il ruolo della disperata Leonora, ma sto pensando sempre più a Carmen, un personaggio passionale, ma non volgare, e a Norma». Ma il futuro che le riserva? 'Numerose edizioni di Tosca con Martinucci, a Venezia dopo la Forza del destino ed a Caracalla in luglio. Ho rifiutato il Nabucco in Arena perché è opera pericolosa. Canterò a Dallas Cavalleria ed ho un appuntamento nel "91 con un grandissimo teatro italiano per Fanciulla del West». — La Scala? «Per ora è meglio non dirlo». E di questa Forza verdiana che pensa? «£' una delle edizioni migliori. Con Martinucci, Leo Nuoci e un direttore musicalissimo come Maurizio Arena, che respira con noi, che conosce tutti i segreti del repertorio verdiano, si canta sul velluto». E Maurizio Arena, che per Verdi ha amore viscerale sin dai primi anni di direzione d'orchestra, della Forza conosce ogni più recondito significato musicale e letterario. «L'ito diretta moltissime volte, in Italia, Europa, Stati Uniti, Canada. £' una delle opere più stimolanti per il musicista e per l'uomo di teatro. Che va realizzata così come l'ideò Nicola Benois, cui va il mio commosso ricordo. Dipinta, senza grandi protagonismi registici e scenografici». [•La Forza del destino — continua — è pura vicenda operistica, in cui c'è un fatto drammaturgico preciso, che coinvolge i personaggi nella loro semplice umanità. Non c'è fortunatamente gente paludata, non ci sono corone in testa, ma esseri schiavi e vittime di forze più grandi, uomini che cantano i sentimenti comuni. L'opera è un contenitore poetico in cui raccontiamo una storia lasciandoci accompagnare da Verdi. Non c'è bisogno di false apparenze, di stravaganze registiche. Qui non c'è questo rischio, ma altrove sì e noi dovremmo avere il coraggio di difendere l'opera e la musica contro gli eccessi di protagonismo». L'orchestra l'asseconda? 'Benissimo. C'è la capacità dì porsi davanti al testo con l'intento di scoprire Verdi». Taluni accusano il compositore di troppi «zumpappà» d'accompagnamento? «Si, gli sciocchi. Ascoltino i frammenti di Leonora fino a Pace mio dia Sono arpeggi legati, pulsazioni vitali, la biochimica detta •~,aica, altro che zumpappà. liceo perché bisogna proporre ai giovani esecuzioni di Verdi esemplari e non mistificanti. Io ricordo un Don Carlos di vent'anni fa diretto da Karajan: c'era una profondità di espressione illuminante». 'Altri giudicano, per esempio, con superficialità il Verismo — conclude Arena —. Non amano Cavalleria Rusticana, ma prima di giudicare l'opera di Mascagni dovrebbero conoscere a fondo la letteratura siciliana, non solo Verga, ma Capuana e le sue radici storiche». Armando Caruso Giovanna Casolla: «Non farò mai Butterfly, è troppo leziosa»

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