Una tranquilla serata proprio come il festival

Una tranquilla serata proprio come il festival Molti applausi, nessun dissenso alla consegna dei premi Una tranquilla serata proprio come il festival La Streep non s'è fatta vedere - Un'ovazione per Gregory Peck CANNES — Nessun dissenso, molti applausi (i più forti per Gregory Peck e Giuseppe Tornatore), Meryl Streep che ha fatto il bidone e non s'è vista, serata media quanto il festival, gran sorpresa per tutti tranne che per il vincitore. Steven Soderbergh, 26 anni, ragazzo pallido e occhialuto del Sud degli Stati Uniti, prende la Palma d'oro senza batter ciglio, ascolta con la naturalezza di chi riceve un omaggio dovuto il presidente della giuria Wim Wenders parlare del suo film «Sex, Lies <£ Videotape» come di un'opera che lascia sperare nel futuro del cinema. Bertrand Blier dedica il suo mezzo secondo premio a dodici persone: «Ho vissuto qui due giorni indimenticabili», dice al microfono il vincitore dell'altro mezzo secondo premio, Giuseppe Tornatore, sempre chiamato Tomatòr (e il suo film, sempre chiamato Nuevo sinema Paradisio) con l'idiosincrasia classica dei francesi per ogni lingua diversa dalla loro. Migliore attrice e miglior attore tutt'e due assenti, assenti pure i premiati Jarmusch e Imamura. Non si sono persi molto. Yves Montanti, con quella sua maledetta dentiera che lo fa fischiare e farfugliare, accoglie e premia un Gregory Peck infinitamente simpatico: ovazione in piedi del pubblico, poi scambio di lodi tra settantenni. Grande applauso per Jack Palanco, arrivato tutto rosso in faccia e congestionato, con un sacchetto di plastica contenente magari la bottiglia. Jane Fonda: spalle nude, capelli sciolti, lustrini. Isabella Rossellini bellissima in nero, con una stupenda scollatura dorsale. Raf Vallone, presidente della giuria del premio Camera d'Or, sconfit¬ to dai giurati: «Ho perduto la mia lotta». Molti cappelli femminili. L'attrice giapponese di Jarmusch urlante, a esprimere la propria felicità per il modestissimo premio, «Am nati oppyl». L'elegantissimo gruppo nero dello sconfitto Spike Lee; il luttuoso tutto-nero della maggioranza dei vestiti, aggravato dalle lenti nere portate contro il pieno sole del tramonto. Brigitte Fossey, Margaux Hemingway, parrucchieri, marchette, un dolcissimo vento leggero. Mancava soltanto (almeno, non s'è visto) il vicepresidente del Consiglio italiano Gianni De Michelis, venuto lunedì a Cannes, nonostante la crisi di governo, per festeggiare il film di Lino Brocka «Les insoumis», gli indomiti, prodotto dal suo amico Giancarlo Parretti.

Luoghi citati: Cannes, Stati Uniti