Berger felice in Messico Berger felice in Messico di Curzio Maltese

Livorno nel tunnel della paura BASKET La Philips vince a casa dell'Enichem e ipoteca lo scudetto Livorno nel tunnel della paura DAL NOSTRO INVIATO LIVORNO — A distanza di pochi metri e poche ore due compagnie di quarantenni hanno sbancato Livorno: i Pink Floyd e la Philips. Venticinquemila allo stadio per salutare i vecchi cari maestri della pslchedelia i soliti quattromila al palazzetto a salutare il sogno di uno scudetto. Livorno suonata, davvero, dalla band D'Antoni. Livorno forse già suonata prima di scendere in campo, come s'era intravisto sabato sotto il tendone milanese. Non era l'emozione dell'esordiente quella che aveva gelato i magnifici sei dell'Enichem nella gara di Milano. Alberto Bucci ancora una volta aveva visto giusto, «i/o paura che i miei abbiano staccato la spina — confidava —coesi sentano appagati da una finale inattesa», n resto lo ha fatto la stanchezza Dopo una stagione corsa a perdifiato, Fantozzi e compagni si sono piantati in vista del traguardo, con le gambe molli e il cuore il gola. Come certi gregari, alla fine di una lunga fuga. Otto canestri nel primo tempo, nove nella ripresa: troppo poco per inseguire il miraggio dello scudetto. Anche contro una Philips dai fianchi larghi, afflitta da un McAdoo inguardabile (5 su 16 al tiro!), puntellata dai panchinari, uno per tutti Davide Pessina Una squadra imbolsita dagli anni, che ha abbassato spesso la guardia e concesso alTEnichem il pugno del ko. Ma gli uomini di Bucci si sono incantati, sono entrati in un tunnel di paura. E alla fine hanno pagato il conto intero. Soprattutto negli ultimi minuti quando la partita durissima era diventata una gara a eliminazione. Ma se per Premier e King usciti per falli erano pronti i ricambi Bucci poteva soltanto scegliere tra Pie trini e Pellet» per rimpiazzare Alexis e Carera Non c'era partita In realtà non c'è mai stata Difficile definire nuella di ieri una gara di basket. Era la più importante delle finali, è stata naturalmente la più brutta Comunque vada, la quarta, domani a Milano, è difficile possa offrire di peggio. La Philips, con il «tradimento» di McAdoo, la scarsissima vena di Premier, ha dato quel poco che poteva, e il molto sul piano della concentrazione e della grinta Ma Livorno è mancata del tutto. Svanita la magia del gioco, il migliore del campionato, spuntata l'arma del tiro pesante, l'Enichem ha inserito le marce basse e s'è trascinata per quaranta minuti, come in trance, fino a non sentire neanche più l'assordante urlo del suo pubblico.' Black out subito all'inizio. La Philips va sul 7-0, che resterà il suo massimo vantaggio. Livorno è bloccata, impiega cinque minuti per andare a canestro con Tonut. L'Enichem sembra svaporata. Con un McAdoo normale non ci sarebbe suspense. E Invece l'americano mangia palle su palle, sei di fila, lancia la svogliata rimonta livornese, che arriva presto al sorpasso e addirittura al vantaggio di sette, otto punti. Il bottino grosso viene dalla lunetta, perché al tiro i padroni di casa hanno il braccìno corto, con l'eccezione di Alexis. Primo match-ball per Livorno sul finire della ripresa (3728), ma in due minuti D'Antoni rimette le cose a posto e si va al riposo sul 39-36. La ripresa ricalca lo stesso copione, soltanto stavolta è l'Enichem a farsi avanti subito. Ma paga un conto salato al gioco duro: dopo cinque minuti ha tre uomini (Alexis, Carera e Tonut) con quattro falli. Milano continua di randello e comincia a accorciare le distanze. Spuntano dal cilindro di Casaitai i Montecchi, i Pessina i Pittis. La partita diventa un testa a testa Si entra nei due minuti finali in parità (69-69) e l'Enichem commette l'ultimo harakiri dalla lunetta Prima Forti poi Tonut sbagliano i rispettivi uno-piùuno mentre McAdoo, dopo la lunga latitanza, ai fa vivo per firmare la vittoria con gli unici due canestri della sua disastrosa ripresa E un intenzionale di Wood regala a D'Antoni gli ultimi due punti per 11 73-69 conclusivo. L'avventura di Livorno, la «zingarata» di una allegra compagnia finisce probabilmente qui. Milano dà l'appuntamento a domani per la festa scudetto. Da segnalare, al termine, un civile confronto (a colpi di sputi) tra tifosi e stampa ospite. Decisamente nel basket è l'anno del cretino. Curzio Maltese