II Giro adesso parla italiano Contini in maglia rosa

II Giro adesso parla italiano, Contini in maglia rosa CICLISMO Il corridore lombardo spodesta il portoghese Da Silva con la cronotappa a squadre di Ganzirri ma non illudiamoci troppo II Giro adesso parla italiano, Contini in maglia rosa Successo della Ariostea davanti alla Malvon team costruiti in economia hanno fatto meglio dell'ultra miliardaria Panasonic - Un gatto mette ko Hampsten DAL NOSTRO INVIATO ganzirri — Come annunciato ieri mattina da quasi tutti i giornali e per loro conto ieri pomeriggio alla televisione di Stato da alcuni giornalisti pavoneschi per ragioni di concorrenza Silvano Contini, squadra Malvor, varesotto con residenza alla frontiera italo-elvetica, dopo tre tappe è maglia rosa del 72° Giro d'Italia. Dopo Contini in classifica c'è a 14" Da Silva, maglia rosa ieri l'altro raccogliendo sull'Etna la successione dell'olandese Van Poppei Da Silva portoghese amico dell'Italia pedalatore di nostro stipendio, e poi ecco Oiupponi, a 15" e con 8" su Breukink olandese favorito per la vittoria finale, e poi ecco a 27" Fondriest ex moribondo e non più morituro. Vero che il tutto è avvenuto grazie ad una cronotappa a squadre, la Villafranca Tirrena-Oanzirri di 32 chilometri e mezzo, tipo di corsa ingiusta che di solito deprechiamo. Ma non siamo assolutamente in grado di fare i difficili: il ciclismo italiano è su una zattera, i ciclisti italiani mangiano anche gabbiano crudo, pur di tirare avanti. Contini ha trentun anni, è sposato, la moglie, una miss tappa di una Tre Valli Varesine, dal Nostro corteggiata tagliando la linea d'arrivo, è ora a metà della prima gravidanza. E' professionista da undici anni. Nel 1982 finì il Giro al terzo posto, dietro a Hinault francese e Prim svedese, tenendo la maglia rosa per nove giorni e conquistando tre tappe. Ha vinto 41 volte, su tutto una Liegl-BastogneLiegi nel 1982. Lo si è sempre detto poco capace di soffrire, troppo dolce e gentile. L'anno scorso ha rimediato un ingaggiuccio dalla Malvor tesserata in Austria, quest'anno la stessa Malvor si è rifatta italiana. Contini è con Piasectó il polacco cronoman, con Saronni il nobile decaduto, con Giupponi il giovine da classifica tutti corridori dabbene che oggi hanno lavorato per il secondo posto della sua squadra dietro all'Ariostea L'Ariostea è partita per prima, non doveva vincere, i suol uomini migliori sono Baffi per le volate e Elli per la classifica nessun grosso passista a parte il danese Soerensen che però, più che un cronoman, è un buon corridore completo. Forse l'uomo in più è Ferretti direttore sportivo per troppi anni dimenticato. Ariostea e Malvor, squadre italiane da un miliardino di budget, hanno vinto sulla Panasonic olandese che costa cinque miliardi. Il clima ieri non era neppure troppo nostrano, poco sole, vento fresco. Il percorso era difficile, tante curve e una collinetta, e la strada sempre stretta, da agguati Un gatto nero ha disfatto la Seven Eleven di Hampsten, a 5 chilometri dal traguardo: per terra Yates inglese, Lauritzen norvegese, Phinney Plerce Roll statunitensi, perduti alla fine quasi due minuti e mezzo, per rivincere il Giro Hampsten dovrà diventare un campione grosso grosso. E' cinquantaduesimo, a 3'0i" da Contini: ieri l'altro sull'Etna aveva ceduto qualcosa per conto suo, ieri ha ceduto arche per colpa altrui però la sua squadra era fuori dell'alta classifica di giornata ormai quando c'è, stato il patapùnfete costatò sui 60". I sovietici con il loro squadrone disciplinato dal collettivismo indigeno e carburato dal denaro italiano hanno poi guadagnato soltanto 14" ai colombiani prendendone 78" dagli italiani della Malvor. Ma stiamo parlando troppo degli stranieri: ieri al quarto e al quinto posto altre due squadre italiane, la Del Tongo e la Carrera Nessuno dei nostri vincerà questo Giro d'Italia, ma lo stiamo perdendo bene, difficile essere poveri con più dignità di portamento e di numeri E ora il Giro risale il continente, ci sono anche montagne sconosciute, strade nuove e minacciose, c'è l'incognita della folla, che in Sicilia ha festeggiato la corsa sin troppo compuntamente, senza abbracci non diciamo pitoneschi, ma almeno soffocanti. Radio carovana sostiene che tutto cambìerà da domani mattina quando l'Italia dello sport avrà consumato il rito della Coppa dei Campioni e potrà accorgersi di come stanno pedalando pulitamente bene, con impegno e serietà, questi sudati sporchi patetici chierici molto vaganti di un nobilmente facoltativo sport del passato e di un probabilmente obbligatorio — l'andare in bicicletta — esercizio del futuro. Gian Paolo Ormezzano 4* TAPPA km 204 —Cosenzag Scollatura Lan*tia Terme oscilla ^49,ns^©( V.coS. Elia Oggi quarta tappa, Scilla-Cosenza di km 204. Gran Premio della Montagna al Valico Sant'Elia, quota 554, km 21,400, e al Passo di Acquabona, quota 1020, km 135,6. Intergiro al km 119,6. Tappa per velocisti, rettilineo d'arrivo di un chilometro, largo dieci metri Ecco i favoriti: Van Poppei, Rosola, Allocchio, Konyshe L'Italia dei paesi di G. P. Ormezzano Torrioni, il grande mediatore ganzirri — Ieri abbiamo assistito a una trattativa sindacale condotta da Vincenzo Torrioni in un paese della Sicilia chiamato Villafranca Tirrena, al quale era intitolata la località di partenza della cronotappa a squadre. Cento operai della Pirelli di Villafranca, stabilimento con mille maestranze, 400 licenziamenti freschi, 700 alle viste, avevano bloccato la strada in pieno paese, di fronte appunto alla fabbrica, che è schermata da un bellissimo giardino semitropicale. Con striscioni rossi e volti arrossati dall'ira chiedevano una ripresa tv che evidenziasse le loro istanze. Torrioni direttore del Giro, Castellano procuratore legale e Maser collaboratore tecnico cercavano il cosiddetto accordo. Polizia, anche una poliziotta bellissima, carabinieri, vigili urbani locali, panciuti e amici di tutti. Megafoni, sindacalisti hard e sindacalisti soft. Lo scontro era su questo: vogliamo la teleripresa di questa manifestazione sennò blocchiamo la corsa! Niente da fare qui, ripresa impossibile, andate a Oanzirri dov'è il traguardo e lì vi riprendiamo e irradiamo, facciamo leggere il comunicato in tele¬ visione, cosa volete di più? Un'ora al via, il paese aspettava poco più avanti, c'erano le mogli e le sorelle e le mamme di quelli dietro gli striscioni. Un solo giornalista presente, quello che bontà vostra state leggendo. Torrioni mirabile, e non mai disonesto o fasullo nel proporre, proporsi: «Sono un cireneo, porto la croce del Giro. Sono con voi vi capisco. Voglio alutarvi al traguardo la vostra protesta avrà ben altro rilievo. La ripresa televisiva qui è impossibile, e se fosse possibile sarebbe sommaria, controproducente. Ascoltatemi non insultatemi». Per Torrioni insulti, boati, urla, fischi, rumori vari sempre ostili, mormorii, rumori medii, rumori qualsiasi, rumori di simpatia, consensi, approvazioni, applausi. I vigili a tergersi il sudore, poliziotti e carabinieri a parlare nelle radio, un po' come quelli di Arbore, volante uno a volante due. Anche questa è l'Italia dei paesi, anzi è il paese reale. Industrie che spostano la produzione da qui al Terzo Mondo e a Oanzirri specialità di cozze: però vengono tutte dalla Spagna, ormai, i vivai locali sono inquinati dagli scarichi industriali.