Borsono, pugno di ferro col Torino di Franco Badolato

Borsano, pugno di ferro col Torino I piani del neo allenatore Vatta per salvare la squadra dalla retrocessione Borsano, pugno di ferro col Torino «Non dobbiamo aver paura, ma se andiamo in B i giocatori vengono tutti con noi» - A Pisa nessuna rivoluzione, solo modifiche allo schema TORINO—Un ordine nuovo investe la scialuppa granata da ieri governata dal tecnico delle «cinque giornate», Sergio Vatta. Non è più tempo di far calcoli E' ora di agire e, come sostiene la giovane dirigenza del Torino, di credere nella salvezza: «Ci aspettano tre battaglie — ripetono Borsari o e Casasco — prima di combatterle non è giusto alzare bandiera bianca», n presidente ha come scacciato un incubo dopo aver dato il benservito a Sala: 'Basta con gli scrupoli, adesso ho preso la bacchetta tn mano. In questa squadra non ci sono campioni che tengano, sono tutti uguali e tutti ci seguiranno in B se non ci salveremo. E magari qualcuno neppure giocherà tra i cadetti, lo sappia sin da ora». I giocatori si trovano in mattinata al Filadelfia. Qui, nel silenzio più assoluto, ascoltano prima 11 presidente e poi il nuovo allenatore, arrivati alle 10 con Casasco e il dirigente Venezia. n presidente parla per mezz'ora, senza alzare la voce come avvenne — ricordano i cronisti — nell'intervallo della partita intema con il Pescara. Ma con frasi dure, amare: 'Avrei dovuto licenziare tutti voi, non potendolo fare sono stato costretto a esonerare Sala, sappiatelo. Questa società non ha problemi economici e quindi potrà tenere in serie B anche i suoi migliori elementi, non ci saranno soluzioni di ripiego per i calciatori più, richiesti o di primo piano». Poi tocca a Vatta dettare i suoi programmi alla squadra. Lo fa per quasi un'ora. I concetti sono questi: 'Il Toro ha fretta, non ho tempo per fare rivoluzioni ma qualche cambiamento sarà possibile. Tatticamente giocheremo attuando una soluzione mista di marcamento, uomo-zona, per alimentare meglio il gioco. Ma non perderemo la prudenza difensiva e soprattutto non dovremo avere paura di nessuno, né a Pisa, né in seguito: Verso mezzogiorno 11 rompete le righe e il plotone granata si scioglie per ritrovarsi poco dopo le 15, in attesa dell'allenamento programmato per le 16. Vatta non va a casa. Alle 14,20 indossa la tuta per dirigere l'ultimo allenamento (per ora) della Primavera e dare le consegne al suo successore, Naretto. Verso le 15,30 arriva il direttore generale Casasco. Dice: 'Sala ha svolto un lavoro encomiabile, la sua abnegazione è stata totale ma le pile dei giocatori s'erano scaricate. Una cosa inammissibile. Ma come? Sono tutti na¬ zionali, chi in Brasile, chi in Jugoslavia, chi con le diverse maglie azzurre. Individualmente sono quindi calciatori di alto livello, non riescono a essere un collettivo. Forse proprio loro sono gli ultimi a non rendersi conto che stiamo andando in B. Ci vuole praticità, umiltà, voglia di credere nella salvezza. Tutto questo ha portato a Vatta, l "ultimo tentativo per evitare che Torino veda una delle sue squadre abbandonare la A, unica tra le grandi città». E' l'ora del campo. Vatta e i giocatori affrontano il primo allenamento davanti a circa 500 persone: i tifosi non si sbilanciano. Nessuno eccede in ottimismo, nessuno si sente di condannare prima del tempo la squadra. Si limitano a guardare quegli uomini in maglia granata compiere evoluzioni ginniche agli ordini del tecnico, del preparatore atletico Trucchi, di Vieri allenatore dei portieri. I giocatori indossano maglie di ripiego, in cinque hanno sulla schiena quella con il numero «17». Fra questi Comi, Rossi e Graverò, la vecchia guardia. E' forse un modo per esorcizzare ogni tipo di scaramanzia. Brambati, unico, ha la maglia numero «13». In tribuna c'è anche Zaccarelli L'ex è laconico: "Il morale di tutte le altre squadre, forse a eccezione del Como, è superiore a quello del Toro. Ma sei punti sono alla portata di questa squadra, basta non perdere a Pisa, battere l'Ascoli e si può anche pareggiare a Como e nelle ultime due gare con Inter e Lecce». Santa saggezza. La recepiranno anche 1 giocatori? Ma ecco, sono le 16,40, Borsano ricompare a sorpresa, applausi Stretta di mano con Vatta Poi Borsano e Casasco dialogano a lungo passeggiando a bordo campo. Anche Viola, a Trigona, è solito fare cosi nei momenti difficili I giocatori intanto vanno in palestra Incrociano Alvise Zago, venuto a incitarli. Lui li ha lasciati in Ai compagni non vorrebbe ritrovarli in B. 'Speriamo», mormora reggendosi sulle stampelle. I ragazzi in maglia granata tornano infine in campo per ultimare l'allenamento, ma intanto i bambini della scuola di calcio riempiono di gridolini l'antistadio, Borsano va a salutare il figlio. L'uomo che nelle ultime ore ha impresso una svolta clamorosa al Torino perde per un attimo l'atteggiamento del duro comandante della scialuppa granata e sorride. Ma solo fra «cinque giornate» Vatta e i suoi giocatori potranno renderlo completamente felice. Franco Badolato Torino. Vatta a colloquio con Skoro, Moller e Sabato (di spalle)