Professore capo dei piromani

Professore capo dei piromani Insegnante di Verona guidava le ronde che a Bologna bruciavano auto Professore capo dei piromani Il docente, arrestato in classe, aveva militato nell'organizzazione di estrema destra «Ordine nuovo» • Sotto accusa anche tre giovani bolognesi • Il padre di uno dei ragazzi ha sparato contro gli agenti nel tentativo di evitare la cattura del Figlio • La banda dava fuoco alle utilitarie «per tenere in tensione continua la città più rossa d'Italia» BOLOGNA—Volevano tenere in -tensione continua il proletariato della città più rossa d'Italia». Per portare a termine questo loro progetto le Ronde Pirogene Antidemocratiche si erano accanite contro le utilitarie, Fiat 500, Dyane e Renault 4 soprattutto, incendiandone 120 in pochi mesi. Dodici in una sola notte, quella di domenica, che è stata la loro ultima notte. L'ispiratore di questo progetto, definito dagli inquirenti 'fanatico e di estrema destra', è stato arrestato ieri e con lui tre complici, mentre un altro è ancora latitante. Curzio Vivarelil, professore di matematica all'istituto magistrale «Pascoli» di Bolzano, è stato prelevato dagli agenti durante l'ora di lezione. Veronese, di 25 anni, un passato di appartenente all'organizzazione di estrema destra «Ordine Nuovo», Vivarelli è considerato il capo delle Ronde Pirogene Antidemocratiche. Secondo l'accusa, sarebbe stato lui ad istigare tre giovani bolognesi a far strage con fiammiferi e benzina delle «macchine proletarie». I suoi complici sono: Luca Tubertini, 31 anni, disoccupato, ora rinchiuso nella clinica psichiatrica «Ottonello», a disposizione della magistratura; Damiano Rossi, 18 anni, studente, agli arresti domiciliari, e Mauro Borghi, studente, di 26 anni, in arresto provvisorio. E' stato inoltre arrestato anche il padre di quest'ultimo, Anselmo, di 74 anni, che per impedire la cattura del figlio ha sparato agli agenti con un fucile automatico: un colpo in aria ed uno ad altezza d'uomo, per fortuna andato a vuoto. Per i quattro giovani l'accusa è di associazione per delinquere e incendio doloso continuato. L'anziano genitore dovrà invece rispondere di tentato omicidio. Oli ordini di cattura sono stati firmati dal sostituto procuratore di Bologna Claudio Nunziata e autorizzati con mandato dal giudice istruttore Michele Massari. Alle indagini, condotte dalla Digos e dalla Ucigos di Bologna, hanno partecipato anche le questure di Verona, Vicenza e Massa Carrara, dove sono state compiute circa 20 perquisizioni. Le ricerche e il materiale sequestrato hanno rivelato la matrice politica, venata da fanatismo religioso, dei piromani militanti. Dell'insegnante veronese, molto apprezzato a Bolzano anche per la sua perfetta conoscenza del tedesco, sono emersi suoi legami con gli ambienti dell'estrema destra. I tre complici, invece, farebbero parte di un gruppuscolo definito dagli inquirenti •neonazista con contaminazioni pseudoreligiose». Il simbolo del gruppo, il cui nome è «Ananda Marga», è una stella di David con al centro un sole nascente e una svastica. Filosofia orientaleg¬ giante e simbologia neonazista si sono incontrate con il progetto politico antiproletario ispirato da Vivarelli, che aveva individuato nelle utilitarie di vecchia immatricolazione il «tallone d'Achille» del proletariato bolognese. Dal mese di dicembre, data di inizio deUo stillicidio incendiario, la Digos ha fermato e identificato 534 giovani e poi, con controlli incrociati sulla loro presenza nei luoghi degli incendi, ha proceduto ad una prima «scrematura». Al termine di lunghe indagini, l'attenzione degli inquirenti si è soffermata su cinque persone. Una, ancora latitante. L'azione delle Ronde Pirogene Antidemocratiche ha avuto un precedente a Bologna e a Verona nel 1977. In quel periodo, nelle due città, un gruppo di piromani prese di mira alcuni vecchi motorini. A Verona, i roghi vennero rivendicati da una formazione analoga a «Ananda Marga», che si firmava «Piro Acastasi», fuoco purificatore. L'accusa di associazione per delinquere di cui dovranno rispondere i quattro giovani è aggravata dal fatto che gli incendi hanno messo a repentaglio l'incolumità pubblica. In alcuni casi, le fiamme delle auto incendiate hanno danneggiato le finestre e le strutture a piano terra di diversi edifici. In un caso, ha preso fuoco il trave di legno portante di un palazzo, mettendone in pericolo la stabilità. Durante la cattura dei piromani, c'è stato un momento molto drammatico, quando gli agenti hanno dovuto affrontare la reazione imprevista del padre di Mauro Borghi, che prima non ha voluto aprire la porta e poi ha esploso due colpi di fucile. Il questore di Bologna, Giuseppe Montesano, proporrà per una premiazione gli agenti. 'Avrebbero potuto fare uso legittimo delle armi, invece — ha detto — con grande professionalità hanno neutralizzato l'uomo armato, senza ricorrere alla violenza». Da oggi cominciano gli interrogatori dei quattro arrestati, mentre continuano le ricerche per catturare il quinto complice. Marisa Ostolani