Bonn, plebiscito per il Presidente di Alfredo Venturi
Bonn, plebiscito per il Presidente Weizsaecker rieletto con l'86 per cento dei voti dall'Assemblea federale Bonn, plebiscito per il Presidente DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Quasi un plebiscito, ma non un record. Richard von Weizsaecker è stato rieletto Presidente per i prossimi cinque anni con 881 voti sui 1022 espressi dall'assemblea federale, un organismo che comprende i deputati del Bundestag e un numero corrispondente di rappresentanti nominati dai partiti nei singoli Laender. Ha avuto cioè l'86,5 dei voti: ma Theodor Heuss, il primo dei suoi cinque predecessori, era stato rieletto nel '54 con l'88,2 per cento. Cinque anni fa, Weizsacker aveva ricevuto il suo primo mandato dall'84,8 per cento dei componenti l'assemblea federale, n Presidente tedesco ha 69 anni e gode in Germania di una popolarità che corrisponde perfettamente a queste percentuali. Appena investito del nuovo mandato ha detto: -Sarò al di sopra delle parti, ma non neutrale né senza opinioni-. E l'assemblea, riunita nella platea della Beethovenhalle, una grande sala da concerti, ha salutato queste parole con un applauso scrosciante. Un'assemblea quanto mai eterogenea, in cui figuravano accanto ai politici a tempo pieno personalità della cultura, dello spettacolo, dello sport. I partiti si sono infatti sbizzarriti nella scelta dei delegati, facendo di questo collegio elettivo uno spaccato rappresentativo della società tedesca. Fra gli sportivi c'era il nazionale di calcio Pierre Littbarski, invitato dalla Cdu, che subito dopo la proclamazione è dovuto correre all'allenamento. Fra la gente dello spettacolo l'attore Helmut Fischer e il cabarettista Dieter Hildebrandt, rispettivamente chiamati dalla Cdu e àaìl'Spd. Tutti costoro han¬ no votato Weizsaecker. Un rito politicamente eterodosso, dunque, ma del tutto privo di emozioni. Il capo dello Stato uscente era il solo candidato in lizza, e non c'erano dubbi sulla sua rielezione. Avevano invitato a votarlo non soltanto la Cdu, che è il suo partito di origine, non soltanto gli alleati di governo della Csu e àeWFdp, ma la stessa opposizione socialdemocratica. Si erano schierati contro soltanto i Verdi e i Republikaner, questi ultimi del resto rappresentati all'assemblea da un solo delegato. Di fatto i voti contrari sono stati 108, cioè qualche decina di più dei 67 rappresentanti dei Verdi, e del resto fra costoro qualcuno aveva detto che avrebbe votato per Weizsacker. Si tratta di malumori provenienti dalla destra dello schieramento governativo, soprattutto dai cristiano-sociali. Per loro, Weizsaecker è un po' troppo liberale, un po' troppo politico. In particolare ha irritato la destra una decisione recente del capo dello Stato: la grazia accordata a Angelika Speitel, condannata per terrorismo. Così come il discorso più celebre di Weizsaecker: quello dell'8 maggio 1985. Quel giorno, a quarant'anni dalla capitolazione del Terzo Reich, il Presidente invitò i tedeschi a -fissare negli occhi la verità-, a chiamare con il loro nome le colpe naziste, a respingere la tentazione di rimuovere il passato, a radicare invece un rinnovato impegno democratico nella consapevolezza della storia nazionale in tutti i suoi aspetti. Nella prima intervista dopo la rielezione, Weizsaecker ha detto che le piccole questioni non devono nascondere le grandi: nella vita privata ma anche in politica. Alfredo Venturi
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