Sapersi visti dalla tv

Sapersi visti dalla tv La nuova forza degli studenti cinesi Sapersi visti dalla tv Quando la piazza Tienanmen di Pechino si è riempita di un milione di giovani, nei giorni della visita di Gorbaciov, le telecamere del mondo erano puntate su quella piazza. Soprattutto le telecamere americane. Chi si occupa di comunicazioni di massa dovrà dedicare attenzione a quei giorni. Le reti americane, ma specialmente la Cbs, hanno realizzato «dirette» di qualità molto bella e molto alta a quell'evento. La Cina andava in onda «in diretta» sugli schermi americani, e benché di questi tempi la notizia non faccia notizia (i telegiornali sono meno amati, almeno negli Usa, dei giochi a premi), il successo di pubblico è stato immenso. All'improvviso, sotto gli occhi dei celebri giornalisti del video americani, e davanti alle telecamere che l'America aveva installato a nome del mondo, ha preso vita, come un tuono, la dimostrazione senza fine (dura ancora) dei giovani cinesi che chiedono democrazia. E allora abbiamo tutti notato due cose. La prima era (è) che per ogni marcia, per ogni gruppo, per ogni nuova colonna che arrivava sulla piazza della pace celeste, c'era un cartello o uno striscione in inglese, evidente strumento di comunicazione col mondo. Il secondo è il quasi istantaneo «vestirsi» e riorganizzarsi della rivoluzione secondo una coreografia dell'evento adatta alla nostra esaltazione e partecipazione di spettatori. Si è detto, negli Usa, e si è scritto sui grandi giornali americani, che «le telecamere facevano la rivoluzione» e che non ci sarebbe stata sommossa —o almeno non un simile movimento di popolo — senza il grande occhio dei satelliti americani che hanno rimbalzato la piazza Tienanmen nel mondo. I «duri» del regime cinese hanno preso nota. In poche ore hanno smantellato telecamere e ponti, satelliti e centraline. Adesso dal lato americano del grande impero del «broadcasting» si sentono le voci telefoniche dei corrispondenti e si vedono immagini fisse o di repertorio. Intanto però gli autocarri e i treni dei soldati continuano a essere circondati dalla folla, intanto i generali non hanno osato dare l'ordine di sparare, intanto il potere politico appare diviso fra due linee contrastanti, opposte, chi si aggira fra i dimostranti stringendo mani, e chi vorrebbe spianare la piazza. Intanto gli operai si sono uniti agli studenti e la piazza delle grandi dimostrazioni a regia resta un immenso campeggio in cui centinaia di migliaia di giovani chiedono libertà. Se esiste una «grave crisi» cineFurìo Colombo (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Gorbaciov

Luoghi citati: America, Cina, Pechino, Usa