Al timone c'è il computer

Al timone c'è il computer Al timone c'è il computer TORINO — Qual è la rotta più breve tra Cadice e Santo Domingo? Tutti i velisti sanno che ben difficilmente è quella retta, ma che è piuttosto quella dettata dai venti e dalle correnti e, soprattutto, dall'esperienza. Chichester, Moitessier, per fare solo due nomi, hanno fatto vela in questo modo; ma da qualche tempo in barca è arrivato un nuovo tipo di marinaio: il computer. All'ultimo salone di Amsterdam, in mezzo ai mille personal esposti da tutte le marche, c'era anche una grossa barca a vela: la «Equity and Law», dal nome dello sponsor. C'era pure una tv che trasmetteva filmati di navigazione a vela, e in un angolo c'era lui, il computer, un personal prodótto dalla Apple,. sovrastato dalla mole della barca. A «manovrarlo» c'era Peter Tans, uno dei membri dell'equipaggio (tutto composto di olandesi e belgi), che sembrava a suo agio davanti al computer quasi come dichiarava di esserlo sulla sua barca. Peter, per esempio, «chiamava» sul video le immagini dell'Atlantico, dal Golfo di Biscaglia alle Az- zorre, dava al suo Macintosh (un personal della Apple adatto anche ai non specialisti; naturalmente era installata la versione più compatta, in barca lo spazio non è molto) un punto ipotetico di posizione della barca ed un altro di arrivo. Sul video, dopo pochi secondi, cominciavano ad apparire numerose freccette che indicavano i venti e la loro direzione, poi piano piano (questione di qualche minuto) appariva una linea spezzata che alla fine univa il punto di partenza a quello di arrivo. E se si decideva di cambiare rotta, per scegliere un'isola piuttosto che un'altra? Bastava cambiare il punto di arrivo, il computer azzerava la sua rotta e ne tracciava un'altra che permetteva di sfruttare al meglio i venti. Naturalmente per avere dal computer un'elaborazione adatta è stato necessario dotarlo di un software «marino»: ci ha pensato la francese Informatique et Mer di Bayonne, che ha elaborato il programma «Mac Sea», studiato appositamente per il Macintosh. Tra hardware e software sono poche migliaia di dollari, davvero niente se confrontato con i sei milioni di dollari che è costato tutto il progetto della «Equity and Law». Ma come faceva il Macintosh a sapere dove tirava il vento in quella determinata zona o in quell'altra? Semplice: con il satellite. L'equipaggio riceveva via satellite le notizie sul tempo e le «immetteva» nel computer, pronte per essere elaborate per tracciare la nuova rotta. Insomma, in barca da oggi c'è un marinaio in più che in pochi minuti è in grado di dare tutte le indicazioni sulla rotta da tenere: un bel passo avanti rispetto ai vecchi tempi in cui si guardava il barometro e le nubi per «indovinare» la rotta migliore. Ma, ammette Peter, l'uomo può sempre prendersi la sua rinvincita. Quando infatti gli viene chiesto: «Afa tu, se la rotta tracciata dal computer non ti convince, cosa fai? La segui lo stesso o ne tracci un'altra?» risponde: -Naturalmente faccio di testa mia». Chissà come saranno contenti quelli della Apple. Paolo Giovarteli!

Persone citate: Cadice, Moitessier, Peter Tans

Luoghi citati: Amsterdam, Santo Domingo, Torino