Cirillo: gente umile pagò il mio ristane di Fulvio Milone

Cirillo: gente umile pagò il mio ristane L'ex assessore de: «E' falso che intervennero grossi imprenditori in cambio di appalti» Cirillo: gente umile pagò il mio ristane NAPOLI — Eccolo qui, l'uomo che ha dato il nome ad uno dei più intricati affaires della storia giudiziaria italiana. Quel vecchietto quasi calvo, con il fisico minuto e infagottato in un abito liso color lavagna, si direbbe un dimesso pensionato piuttosto che il potente ex assessore regionale all'Urbanistica, alter ego di Antonio Gava in una città messa in ginocchio dal terremoto. Seduto davanti al presidente della quinta sezione penale, alla quindicesima udienza del processo per le trattative che consentirono il suo rilascio da parte delle Br, Ciro Cirillo si nasconde dietro un muro di «non ricordo». Ha dimenticato perfino i nomi di coloro che pagarono il riscatto per •la sua liberazione: "Certo non il mio partito né gli impren[ditori interessati agli appai'M del dopo-terremoto». '■ «Chi ha avuto ha avuto, chi jha dato ha dato», sembra essere il suo motto, tanto che a metà dell'interrogatorio, mentre il presidente incalza con le domande, esclama infastidito: "Signor giudice, sono passati otto anni. Se lo vuole sapere, io non mi sento neanche parte lesa in questo processo». Un avvocato, nel silenzio dell'aula, scoppia a ridere e commenta: «La sua famiglia paga un riscatto di un miliardo e mezzo, e ora viene a dirci che non ha subito un danno-. Cirillo premette che non sa nulla o quasi dei presunti patteggiamenti tra «007» del Sisde e del Sismi, camorristi ed esponenti politici nel carcere di Ascoli Piceno, per indurre il boss Raffaele Cutolo ad intervenire in suo favore: *Solo dopo il rilascio seppi che il mio segretario, Giuliano Granata, aveva collaborato con i servizi segreti per prendere contatti con Cutolo». Ma l'ex assessore non può ignorare l'altro fronte delle trattative, quello tra le Br e la sua famiglia. E ricorda le richieste dei terroristi: politiche nella prima fase, economiche nella seconda. Le richieste «politiche». Giovanni Senzani, capo della colonna napoletana delle Br, voleva il rientro in città dei terremotati sfollati in provincia, la requisizione degli alloggi sfìtti, lo smantellamento di un campo-container, un'indennità speciale per i disoccupati. Le rivendicazioni erano contenute nelle lettere che l'ostaggio scriveva a ministri, segretari di partito e amministratori locali. Cirillo tentò di convincere i terroristi che avevano sbagliato obiettivo. -Mi consideravano il rappresentante locale di Gava, che avevano intenzione di rapire e uccidere. Avevo paura, e provai inutilmente a far credere loro che avevo cambiato corrente nella de». Furono esaudite le richieste delie Br? "In parte sì — ammette —, anche se alcuni provvedimenti, come lo smantellamento dei contai¬ ner e il rientro dei terremotati, erano previsti da tempo dalle autorità competenti: Il riscatto. Esaudite le richieste politiche, le Br parlarono di soldi. "Mi dissero che volevano fare un esproprio proletario alla mia famiglia, io risposi che i miei figli avrebbero potuto mettere insieme 50 milioni. Mi consigliarono di non prenderli in giro, e aggiunsero che la mia libertà valeva tre miliardi. Mi sentii mancare». Senzani avviò trattative telefoniche con Enrico Zambelli, avvocato e pubblicista, e con Bernardo e Francesco Cirillo, figli del prigioniero. "Alla fine — racconta l'ex assessore — si raggiunse un accordo per un miliardo e mezzo». Giura che non sa come fu raccolta la somma, e inutilmente avvocati e presidente cercano una conferma dei sospetti avanzati dal giudice istruttore nella sentenza di rinvio a giudizio: alla colletta avrebbe partecipato il Gotha del¬ l'imprenditoria edile napoletana, in cambio di appalti per la ricostruzione del dopo-terremoto. Ma Cirillo nega: "Circa metà del riscatto fu raccolta grazie ad un prestito della Banca Commerciale Italiana; il resto fu frutto di una colletta fra parenti e amici, piccoli imprenditori. Insomma, gente umile». E al presidente, che chiede i nomi di questi benefattori, il testimone risponde: "Non li conosco. Ma anche se li sapessi, non risponderei per non esporli alla curiosità del pubblico». Presidente: ma i pentiti delle Br sostengono che era lei a dare le indicazioni sui nomi. Cirillo: "E'falso, com'è falso che gli amici di partito fossero al corrente di questa trattativa. I terroristi si erano raccomandati di raccogliere il danaro con la massima discrezione, altrimenti il magistrato o la de avrebbero mandato a monte l'operazione». Fulvio Milone

Persone citate: Antonio Gava, Ciro Cirillo, Cutolo, Enrico Zambelli, Francesco Cirillo, Gava, Giovanni Senzani, Giuliano Granata, Raffaele Cutolo, Senzani

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Napoli