«Se ne andranno solo 4 mila ferrovieri»

«Se ne andranno solo 4 mila ferrovieri» «Se ne andranno solo 4 mila ferrovieri» L'Ente replica ai sindacati: «Per ora pensiamo a sopprimere 1010 chilometri di rami secchi» - Ma i confederali insistono: «Il piano Schimberni prevede 15 mila posti in meno nell'89,45 mila in cinque anni» ROMA — Polemica sui 45. 000 posti in meno nelle ferrovie. L'Ente delle ferrovie precisa che nell'incontro di mercoledì fra l'ing. Silvio Rizzotti e i sindacati non si è parlato di un «taglio» di 45.000 posti di lavoro. La riunione — aggiunge l'Ente — era dedicata ai «rami secchi» e alle linee a scarso traffico, ed in questo ambito l'ing. Rizzotti ha confermato l'ipotesi di chiusura di 1010 chilometri di linee (4000 ferrovieri addetti), che presentano rilevanti squilibri costi-ricavi. La cifra dei 45. 000 è stata citata, secondo l'Ente, solo per sottolineare che -su circa 9000 chilometri di linee a scarso traffico, pari al 56% del totale, circola non più del 10% dei treni, ma viene utilizzato il 21% dei ferrovieri (appunto 45.000)'. I sindacati, invece, hanno tratto dall'incontro motivi di preoccupazione, riscontrando in particolare l'insistenza dell'Ente a non voler enucleare la questione dei «rami secchi» (2000 chilometri) dall'esame della situazione generale delle linee a scarso traffico (7000 chilometri). Di qui, il timore che si tendesse a trasferire a tali linee alcuni criteri ristrettivi previsti per i «rami secchi», da sopprimere o da salvare. Comunque, precisano i sindacati, "Sappiamo che consistenti tagli occupazionali riguarderanno l'intera rete e tutti i settori'. "Già per il terzo trimestre di quest'anno — afferma Arconti, segretario generale della federazione trasporti Cisl — il piano Schimberni per l"89 prevede che vadano via più di 15.000 ferrovieri, fra pre-pensionamenti ed altro. Nell'arco di 5 anni, dovrebbero essere soppressi 4045 mila posti, nell'arco di 10 potrebbero essere 50 o 60 mila. Dividendo la spesa prevista per la retribuzione media dinrpppaecdrmdpmvr della categoria si evince che i ferrovieri in servizio saranno almeno 40 mila in meno rispetto a quelli atttiali'. E, per favorire la riduzione di personale, Schimberni — prosegue Arconti — ha fatto anche dei voli di fantasia: ad esempio, la definizione di accordi individuali che prevedano la capitalizzazione delle retribuzioni per gli anni che mancano al raggiungimento del diritto alla pensione e. per chi vuole, un finanziamento a sostegno di iniziative di lavoro autonomo. La cifra dei 40-45 mila ferrovieri in esubero, ricorda il segretario generale della federazione trasporti Cgil Luciano Mancini, è venuta fuori dai risultati di una indagine che mise tempo fa a raffronto i sistemi, omogenei per lunghezza di rete, delle ferrovie italiane e inglesi. Si riscontrò che con 171 mila 400 unità le ferrovie britanniche (16 mila 64loittrdpmlomLcfe—nctrrpqteamzlamg 670 chilometri) realizzavano 413 milioni 593 mila treni/chilometro, mentre le ferrovie italiane (16 mila 68 chilometri) con 214 mila 947 mila addetti (esattamente 43.547 in più) effettuavano oltre 100 milioni in meno di treni/chilometro, cioè 305 milioni 15 mila. "Non vi è dubbio — osserva Lillo Arrigo, membro del coordinamento nazionale ferrovieri della Uil-trasporti — che, collegando la riunione della scorsa settimana con tutti gli altri tavoli di trattativa, si arriva pari pari ai tagli, di cui si è sempre parlato, a cominciare da quelli in programma per il terzo trimestre '89, insieme alla mobilità verso altre amministrazioni, alla realizzazione del tempo parziale, alla mobilità intercompartimentale per coprire fabbisogni scoperti'. g. c. f.

Persone citate: Lillo Arrigo, Luciano Mancini, Rizzotti, Schimberni, Silvio Rizzotti

Luoghi citati: Roma