«In Spagna siamo alla moda» di Michele Fenu

«In Spagna siamo alla moda » «In Spagna siamo alla moda » Paolo Beruardelli, responsabile della Fiat-Lancia, spiega il successo del «made in Italy» - «Un fatto di qualità, affidabilità e originalità» DAL NOSTRO INVIATO BARCELLONA — il Salone di Barcellona ha aperto in pompa magna i battenti la scorsa settimana. Grande il successo, di pubblico: la rassegna, che si chiuderà domenica, avrà, secondo gli organizzatori, 7800 mila visitatori. Un segno, anche questo, del boom dell'auto in Spagna, un Paese che sta bruciando le tappe sotto tutti i punti di vista. Considerata per anni il fanalino di coda dell'Europa, la Spagna si è trasformata in un mercato che fa gola a tutti i costruttori. Negli ultimi quattro anni le immatricolazioni si sono raddoppiate (da 575 mila vetture a quasi un milione 200 mila) e la tendenza rimane positiva, malgrado vari problemi (l'aumento del tasso d'inflazione in primo luogo) proiettino qualche ombra sul futuro. Ma, secondo gli osservatori, c'è ancora spazio per crescere: fra l'altro, il 40% del parco circolante (11 milioni di vetture) supera i dieci anni di età ed è logico attendersi un certo ricambio. Uno dei fenomeni più appariscenti di questo boom è stato il successo delle vetture d'importazione e, in particolare del «made in Italy», che è cresciuto impetuosamente. Il Gruppo Fiat (Fiat, Lancia, Alfa Romeo) ha superato l'8% delle immatricolazioni nell'88: la Fiat ha venduto 51.926 auto, la Lancia 11.528 e l'Alfa Romeo 23.788 per un totale che sfiora le 90 mila unità. Ne 'parliamo con Paolo Bemardelli, presidente della Fiat Auto Espana e responsabile della neonata divisione Fiat-Lancia. Il prodotto «made in Italy» conosce in Spagna un momento particolarmente favorevole. Come spiegate il fenomeno? «In tutta la penisola iberica (e quindi non soltanto in Spagna ma anche in Portogallo) la domanda di vetture si dimostra particolarmente vivace e qualificata e tutti i costruttori hanno compreso l'importanza di un mercato che si sta rapidamente adeguando a quelli leader del continente. La competitività tra le varie Case è dunque notevole e l'offerta si caratterizza per completezza, qualità e varietà dei prodotti messi in vendita. A ottenere buoni risultati, però, sono soprattutto quei produttori che, come il Gruppo Fiat, dispongono di vetture innovative nel design e nelle motorizzazioni, sicure, affidabili e che sono capaci di offrire agli acquirenti una gamma completa ed organica. Ecco quindi spiegate le ragioni del successo del "made in Italy" che, non dimentichiamolo, dispone tra l'altro di un background tecnico e progettuale assai apprezzato in Paesi automobilisticamente in sviluppo quali sono, appunto, Spagna e Portogallo». In Spagna alcuni modelli del Gruppo Fiat sono molto considerati. Perché? «Ci tengo a ribadire che il gradimento della clientela per le nostre vetture non è un fenomeno riscontrabile soltanto in Spagna ma anche in Portogallo. Nei due Paesi le vetture italiane sono diventate una sorta di "segno distintivo". Da alcune ricerche di marketing e da una serie di sondaggi di opinione è infatti emerso come le auto Fiat, Alfa e Lancia siano "alla moda" e ne "qualifichino" l'utenza. Essere a bordo di una "Uno", insomma, è un segno distintivo e non necessariamente occorre disporre della versione più sportiva e prestazionale e cioè la "Turbo i. e". E' il tipo di vettura che piace, ma è bene precisare che il di¬ scorso potrebbe essere ampliato e sviluppato con tutti i nostri modelli. Non è la versione o la motorizzazione a essere premi ante in termini di immagine e quindi a motivarne l'acquisto. Questa positiva situazione trova una spiegazione nella qualità, affidabilità e soprattutto nell'originalità delle nostre automobili. Un'originalità concettuale che ritroviamo nelle soluzioni tecniche adottate e nella linea, nel design, delle Fiat, Alfa e Lancia». Con quali «fisionomie» particolari si caratterizzano in Spagna le Fiat e Lancia? «Tra la Spagna ed il resto d'Europa non vi sono differenze sostanziali per quanto concerne la "missione" dei nostri marchi. Ecco quindi che l'apprezzamento per la funzionalità ed economicità di gestione delle auto Fiat e per la tradizionale brillantezza ed eleganza delle Lancia trova riscontro anche nella penisola iberica. Del resto, quelle appena citate sono le caratteristiche distintive della nostra gamma prodotti, una specie di "certificato d'origine" che ne permette l'immediato gradimento e riconoscimento». Fiat in Spagna è un importatore. Come compete con i costruttori locali? «Sino agli Anni 70 eravamo presenti in Spagna come produttori locali in virtù degli accordi con Seat: le vicende successive ci hanno portato a optare per un disimpegno produttivo, scegliendo la strada delle esportazioni delle nostre vetture sul mercato spagnolo. Dovendo, tra l'altro, controbattere il peso di tasse d'importazione certamente gravose e confrontandoci con modelli che richiamavano stilisticamente auto "made in Italy"». «Questa scelta ci ha premiato e in Spagna siamo riusciti a raggiungere nello scorso anno una quota che per Fiat e Lancia è del 6% con 64.000 vetture vendute: un ottimo risultato se pensiamo che nel 1985 con i due marchi detenevamo soltanto l'I,3%. Nel primo trimestre di quest'anno abbiamo raggiunto la percentuale del 6,7%, che equivale a oltre 18.000 vetture consegnate. In Portogallo, poi, nel 1988 abbiamo raggiunto una quota del 15,7% con 34.000 vetture vendute. Anche quest'anno, sempre nel primo trimestre, abbiamo toccato il 16,4% con oltre novemila macchine». «In tutta la penisola Ibèrica; considerando, quindi, Spagna e Portogallo, abbiamo una posizione commerciale particolarmente favorevole con una quota che nel totale mercato è stata del 7,7% nel 1988 e dell'8,3% nel primo trimestre 1989». Quali le previsioni per il mercato spagnolo e per il Gruppo Fiat in particolare? «La situazione economica generale del Paese offre spunti per un ottimismo che non potrà non riverberarsi, come abbiamo accennato, anche sul mercato auto. Per quanto riguarda il Gruppo Fiat è forse il caso di riaffermare che si va sempre più affermando un prodotto come quello italiano, capace cioè di soddisfare tutte le richieste della clientela molto esigente sia come estetica, sia come contenuti tecnici riferiti anche alle prestazioni ed al piacere della guida. Anche agendo in un Paese che attua una politica fiscale destinata a favorire nettamente le Case che producono sul territorio nazionale, riteniamo di avere sufficienti margini operativi per un miglioramento delle nostre quote». Michele Fenu

Persone citate: Paolo Bemardelli, Paolo Beruardelli