Un salone da 80 mila miliardi di Renzo Villare

Un salone da 80 mila miliardi Al Lingotto da mercoledì la rassegna della componentistica per l'auto Un salone da 80 mila miliardi E' il fatturato del settore nella Cee - In Italia vi lavorano 60 mila persone - Tecnologie avanzate, forti investimenti nella ricerca - Appuntamenti cruciali dei prossimi anni: il mercato unico e la concorrenza con l'industria giapponese TORINO — A poche settimane dalla chiusura del Salone del veicolo industriale, il Centro espositivo del Lingotto ospita un'altra importante manifestazione. Si tratta della 12a edizione di «Automotor», il Salone internazionale dedicato all'industria dei ricambi, dei componenti, delle parti, degli accessori e delle attrezzature d'officina che fanno parte del grande mondo dell'automobile. La rassegna, alla quale partecipano 600 aziende di 19 Paesi, tra cui Giappone e Stati Uniti, si svolgerà a Torino da mercoledì 24 a domenica 28 maggio. L'area di esposizione è di 50.000 metri quadri, il prezzo d'ingresso di 10.000 lire (5000 i ridotti), l'orario di apertura dalle 9,30 alle 19. L'importanza economica e industriale del settore è stata sottolineata ieri in un incontro con il presidente dell'Anfia. Rampa, con il direttore del Salone, Di Camillo, e con l'ing. Di Capua. Nella Cee, dove producono, consumano e vivono 320 milioni di persone, operano — ha detto Di Camillo — 1500 aziende del sentore con oltre 600.000 addetti e un volume d'affari di oltre 80.000 miliardi di lire, di cui 16.000 esportati al di fuori della Comunità. In Italia, le maggiori imprese associate all'Anna occupano 50.000 dipendenti con un fatturato di 6000 miliardi. Il nostro interscambio con l'estero è stato nel 1987 di 8500 miliardi e la bilancia commerciale italiana del settore è attiva, da oltre 5 anni, per più di 1000 miliardi. n ruolo primario che la componentistica svolge sul piano industriale è ben preciso e sempre più importante. Per questo le aziende cercano di acquisire dimensioni internazionali anche attraverso fusioni, integrazioni, joint venture. -Queste industrie — ha fatto notare Di Capua — sono sollecitate a compiere sforzi notevoli per raggiungere un assetto tale da consentire loro di far fronte alle nuove regole del mercato, te Case automobilistiche, infatti, vogliono stabilire un rapporto sempre più integrato che oggi ha assunto tutte le connotazioni di partnership, con obiettivi comuni di qualità, affidabilità, innovazione del prodotto, competitività, potenzialità tecnologica, ricerca e sviluppo'. Le nuove tecnologie applicate all'automobile (Di Capua ha portato come esempi l'applicazione sempre più vasta sulle vetture dell'Abs per una frenata sicura e delle «sospensioni intelligenti») comportano, infatti, enormi investimenti per la ricerca. Da queste nuove sollecitazioni del mercato è risultato un nuovo impulso per la componentistica, che -ha potuto così rafforzare quelle caratteristiche che la pongono tra i settori industriali più avanzati e maturi». Tutto questo non è ancora sufficiente. Un ulteriore salto ■ di qualità, ha detto il presidente dell'Anfia, -sarà richiesto alle aziende del settore nei prossimi anni, anche in vista delle scadenze comunitarie del 1903». I problemi che dovranno essere affrontati saranno dibattuti in un convegno che si terrà sabato 27 maggio in Salone il'cui tema riguarda appunto «/ pro¬ blemi e le prospettive del mercato unico europeo». Quali possibilità per l'Italia? «// nostro Paese — ha risposto Rampa — possiede grandi capacità innovative. L'elemento essenziale di uno sviluppo futuro sta nella capacità dei costruttori e dei componentisti di affrontare strade in grado di moltiplicare le sinergie del sistema. Questo — ha precisato — senza diminuire i margini di autonomia progettativa e innovativa dell'industria dei componenti. Al contrario è già in atto un processo opposto. Le aziende del settore, con creatività e indipendenza, hanno dimostrato di avere le carte in regola per giocare con efficienza il nuovo ruolo europeo». Come sarà vissuto l'arrivo in Europa delle industrie giapponesi del settore? -Anche in questo caso si tratterà di una sfida molto importante sia per le nostre aziende, sia per quelle europee, che non deve essere sottovalutata, ma neppure troppo temuta. Per noi e per l'Europa esistono più possibilità che rischi. E' indispensabile però — ha detto molto chiaramente Rampa — che vengano istituite precise regole industriali per disciplinare il settore. Chiedere, ad esempio, che le industrie giapponesi che costruiscono in Europa mettano sul mercato un prodotto con contenuto locale dell '80% non deve essere inteso come una regola protezionistica ma una precisa regola di disciplina industriale. In caso contrario salterebbero tutte le regole di una corretta competitivitÒJ>. Renzo Villare

Persone citate: Di Camillo, Di Capua, Rampa

Luoghi citati: Europa, Giappone, Italia, Stati Uniti, Torino