L'Osa chiederà a Noriega di cedere subito il potere

L'Osa chiederà a Moriega di cedere subito il potere L'Osa chiederà a Moriega di cedere subito il potere DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — n linguaggio è diplomatico ma la richiesta è chiara: «Gli abusi di Noriega potrebbero portare a una escalation della violenza», il suo governo e l'opposizione •devono raggiungere un accordo sul pacifico e democratico trasferimento dei poteri nel più breve tempo possibile». In altre parole: il dittatore deve accettare la vittoria dei suoi avversari alle urne e dimettersi. Lo ha affermato TOSA, l'Organizzazione degli Stati Americani al termine di uno dei dibattiti più accesi della sua storia. Hanno votato per la mozione venti Paesi, l'hanno respinta due (Nicaragua e Panama), si sono astenuti sette, tre non erano presenti Una delegazione di tre ministri degli Esteri si recherà subito da Noriega, col compito di convincerlo In 15 giorni, e di tornare a riferire all'OSA. La guiderà l'ecuadoriano Cordovez, l'ex sottosegretario dell'Onu che patteggiò il ritiro sovietico dall'Afghanistan. La presa di posizione dell'Organizzazione degli Stati Americani ha un solo precedente: nel "79, essa censurò il dittatore nicaraguense Somoza, che cadde di lì a poche settimane. Per il segretario di Stato Usa, Baker, non è stata una vittoria piena: egli avrebbe voluto una mozione ultimativa nei confronti di Noriega, ha dovuto rinunciarvi in nome dell'unità continentale. Sebbene edulcorata, la direttiva dell'OSA non consente comunque equivoci: stabilisce la responsabilità del dittatore nei brogli elettorali e nella crisi panamense; avverte che i torbidi potrebbero aggravarsi con ingenti per dite di vite umane; solleci ta il ritomo del Paese alla libertà e alla democrazia. Lascia altresì aperta la possibilità al generale di una ritirata sicura e dlgni tosa: un incentivo a garan tirgli la salvezza se restasse a Panama, o a scegliere l'esilio in una nazione latino-americana. Baker, autore dell'intervento più vigoroso alla riunione, si è mostrato compiaciuto della condotta dell'OSA. «Appoggia la nostra linea e isola Noriega», ha dichiarato. H segretario di Stato ha sorvolato sulle riserve espresse da parecchi Paesi in una mozione presentata dal Perù e poi ritirata: la mozione ricordava anche agli Usa l'obbligo del non intervento negli affari altrui, e li sollecitava a rispettare l'impegno assunto di riconsegnare il Canale di Panama ai panamensi entro il 1999. Al Congresso di Washington, i parlamentari dubitano che TOSA riesca a indurre Noriega alle dimissioni. E fanno notare che lo sciopero generale proclamato l'altro ieri dall'opposizione è fallito: anche perché era il giorno di paga, molta gente si è recata al lavoro, e molti negozi e uffici sono rimasti aperti. Gli avversari del dittatore hanno egualmente dichiarato lo sciopero un successo, ma il regime non ne è rimasto indebolito. Nella prima intervista dopo le elezioni, Noriega ha imputato i torbidi alla interferenza degli Stati Uniti, dicendo di non aver nulla a che fare con le squadre di picchiatori che hanno aggredito i candidati alla presidenza Endara e alla vicepresidenza Ford. Secondo i leader del Congresso, 11 tempo non gioca a favore di Bush e dell'OSA. Se il dittatore non verrà scalzato nel giro di qualche settimana, è possibile che riesca a superare la crisi come fece già un anno e mezzo fa, quando Reagan mandò per la prima volta i marines a Panama e promise al dittatore di ritirare le accuse per traffico di droga in cambio delle sue dimissioni. e.c.

Luoghi citati: Afghanistan, Nicaragua, Panama, Perù, Stati Uniti, Washington