Occhettto brinda a Bush di Alberto Rapisarda

Occhettto brinda a Bush All'ambasciata italiana i politici americani applaudono il nuovo corso del pei Occhettto brinda a Bush II segretario ha incontrato ieri Alan Simpson, capo dei repubblicani al Congresso • I democratici: «I comunisti sono come i ravanelli, rossi fuori ma bianchi e gustosi dentro» - Oggi a New York colloqui con De Cuéllar e il miliardario Rockefeller DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON—n ricevimento a Villa Firenze è ormai al termine. Occhetto legge il suo brindisi e aggiunge poche parole fuori dal testo ufficiale che sorprendono la cinquantina di ospiti americani distribuiti in tavoli da dieci nel salone della bella residenza dell'ambasciatore Petrignani: 'Alziamo i calici e brindiamo al presidente degli Stati Uniti. Bush-. Parlamentari democratici estroversi, e due poco loquaci rappresentanti dell'amministrazione repubblicana, diversi attenti uomini della Cia, si alzano in piedi e applaudono. Un applauso cercato con abilità, che accomuna l'omaggio a Bush a un informale benvenuto al segretario del pei. Rileva il professor Edward Luttwak rivolto alla moglie di Occhetto, la senatrice Aureliana Alberici: -Di questi tempi sono pochi quelli che qui brindano a Bush-. Nella Washington politica, ma anche nell'America dei sondaggi d'opinione, il presidente Bush è oggi sotto attenta e critica osservazione per le sue cautele verso le aperture di Oorbaciov. E' questo il problema che sembra più preoccupare in questi giorni il mondo politico della capitale. Lo ha spiegato a Occhetto Thomas Foley, che è il capogruppo della maggioranza democratica alla Camera: 'La maggioranza degli americani auspica il successo di Corbaciov che ha qui una grande popolarità. In California c'è una contea che è la più conservatrice degli Stati Uniti dove Oorbaciov gode di un indice di popolarità del 70 per cento. Nessun presidente americano lo ha mai raggiunto-. Una parte dell'indubbio successo della missione americana del segretario del pei è dovuta proprio a quel che c'è dietro a quei sondaggi. «Due sono i temi principali che hanno toccato tutti i miei interlocutori — spiega Occhetto —: la preoccupazione americana per l'integrazione europea e un grande interesse per quel che avviene in Urss e ora per il viaggio di Gorbaciov in Cina, che lì è visto come portatore di libertà-. Dopo il giro di colloqui po¬ meridiani e la coda durante la cena dell'ambasciatore Petrignani, i parlamentari democratici manifestavano tutti grande cordialità. 'Spero che Occhetto tragga vantaggi dalla sua visita negli Usa come noi abbiamo tratto vantaggi dai colloqui con lui-, diceva Claiborn Peli, presidente della commissione Esteri del Senato, che a cena sedeva accanto a Occhetto. E aggiungeva quai era statala sua scoperta: «/ comunisti sono come i ravanelli, rossi fuori ma bianchi e gustosi dentro». E Thomas Foley: •Certo, Occhetto sorprenderebbe molti americani. Se in Italia mettessimo cinque persone attorno a un tavolo e lasciassimo giudicare a un americano chi è'il comunista, difficilmente azzeccherebbe la risposta'. Forse i democratici hanno voluto enfatizzare il senso dei colloqui con il segretario comunista per usare strumentalmente contro Bush l'immagine di un altro comunismo che cambia, come quello di Gorbaciov. Ma anche esponenti dell'ammini¬ strazione repubblicana, pur fra grandi cautele, hanno quanto meno stabilito un contatto umano che fino ad ora non c'era mai stato. Alla riunione a porte chiuse della sottocommlssione per gli Affari europei della Camera, c'erano cinque democratici, ma anche due repubblicani, ad ascoltare e ad interrogare Occhetto. La cena dell'ambasciatore italiano ha reso possibile una presa di contatto senza precedenti. Tra gli invitati c'erano due alti funzionari del Dipartimento di Stato: James Madden, direttore per l'ufficio dell'Europa Occidentale, e Ray Snider, capo del servizio che si occupa dell'Italia. C'erano anche un pezzo grosso del servizio segreto Cia, l'ambasciatore Hugh Montgomery, venuto a valutare di persona chi è il nuovo segretario del pei. •Ho avuto la precisa sensazione della fine di un lungo malinteso — spiegava più tardi la sen. Alberici —; erano tutti veramente sorpresi. Non sapevano tantissime cose del pei». A questi interlocutori diffi¬ denti ma attenti, Occhetto ha spiegato nel'suo brindisi all'ambasciata che il pei è da tempo per l'impegno dell'Italia nella Nato, e che le posizioni critiche 'Sono sempre espresse entro quel quadro». Ed ha aggiunto: «Mai dimenticheremo il contributo dei soldati americani alla lotta contro il fascismo e per la libertà». Nel brindisi di replica, Thomas Foley ha detto di essere rimasto 'impressionato» dal colloquio avuto nel pomeriggio con Occhetto. Aveva aperto il giro di brindisi l'ambasciatore Petrignani, gran anfitrione di questo avvenimento, che ha definito la visita del segretario del pei «un avvenimento storico, il più interessante nuovo sviluppo destinato ad aggiungere qualcosa al rapporto UsaItalia. Una visita reciprocamente vantaggiosa anche perché gli americani possono ascoltare cosa ha da dire il pei, il secondo partito del Paese, con profonde radici nella storia italiana, con sue caratteristiche che riflettono problemi e storia dell'Italia, in fase di profondo rinnova¬ mento ancor prima di glasnost eperestrojka». Ieri mattina Occhetto era andato prima a parlare con i giornalisti della «Washington Post» e poi è andato al Campidoglio dove lo attendeva il sen. Alan Simpson, capo dei repubblicani, il partito di Bush che è in minoranza al Congresso. Incontrato sotto la volta della cupola nella quale sono allineate le statue dei padri della Patria, fra un via vai di scolaresche in visita, prima che vedesse Occhetto, il sen. Simpson si è schermito. Occhetto? 'Ah. Sì. Lo vedrò, ma solo per dirgli hallo!». L'incontro, invece, durava mezz'ora. 'E'stato un incontro bello, positivo e simpatico. Simpson ci ha detto che è bene che ci facciamo vedere negli Usa», ha poi spiegato Occhetto. «E'un personaggio molto vicino a Bush. Quello che ho detto arriverà alle orecchie del presidente», ha assicurato. Oggi Occhetto incontra a New York il segretario generale dell'Orni De Cuéllar e il miliardario David Rockefeller. Alberto Rapisarda