Indimenticabile Ginzburg di Masolino D'amico

Indimenticabile Ginzburg Al Piccolo di Milano la nuova commedia «L'intervista» Indimenticabile Ginzburg Grande successo di un'opera incentrata sul falso fascino di chi è assente - Con la regia di Battistoni, una applauditissima interpretazione di Giulia Lazzarini e Alessandro Haber DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Marco, impacciato ma trepidante giornalistino sui trent'anni, si introduce nella sgangherata casa di campagna del suo idolo Gianni Tiraboschi, tuttologo e opinion maker, allo scopo di intervistarlo per un nuovo periodico; ma dimentico dell'appuntamento, costui si è recato a una tavola rotonda. Così Marco si rassegna a fare due chiacchiere con la convivente del grand'uomo, Ilaria, " oerché no, anche a buttare un occhio sulla di lui appetitosa sorella adolescente, Stella. Diversamente ammiratori dell'assente Marco e Ilaria scoprono subito di avere un sacco di cose da raccontarsi, e lo fanno, il primo descrivendo se stesso e il proprio retroterra, la secoda parlando del proprio tormentato rapporto con Gianni. Situazioni di questo tipo — confidenze intime tra sconosciuti — si verificano spesso nella vita, e direi sempre nelle commedie di Natalia Ginzburg, dove peraltro fino a ieri a confessarsi era uno solo dei due interlocutori. Stesso luogo ma altra stagione nel second'atto, che si svolge un anno e mezzo dopo il primo. Marco si ripresenta per il solito motivo; e Gianni, come la volta precedente, non c'è, essendosi recato stavolta a firmare le carte per il divorzio da quella che con Marco Daria chiama la Grande Stronza. Questo peraltro Gianni non lo fa per regolarizzare la sua situazione con Ilaria, che anzi vuole lasciare: durante un convegno a Città del Messico si è innamorato di una giovane interprete (la Pic¬ cola Stronza). Dal canto suo nel periodo che è passato Marco ha avuto una breve storia con Stella, che lo ha raggiunto a Roma, ma che poi ha finito per piantarlo, tornando alla vita rustica e ai consueti battibecchi con Ilaria. Nel terzo e ultimo atto, quando Marco si ripresenta, questa volta solo per salutare, sono passati altri otto anni Ilaria è sempre qui, e nel complesso tutto è andato male, compresa la carriera di Gianni, il quale depresso e semidimenticato giace al piano di sopra, finalmente disponibile per quella intervista che adesso a Marco, passato al cinema, non serve più. Tipico della vita, farti ottenere le cose quando hai cessato di desiderarle... Ma basta col riassunto, quanto avviene in scena durante L'intervista, l'atteso ultimo lavoro dell'autrice di «Ti ho sposato per allegria» andato in scena l'altro ieri al Piccolo Teatro di Milano, è dichiaratamente meno importante di quanto viene soltanto raccontato. Questo L'intervista lo ha in comune col dramma classico, e a prima vista il tema della commedia potrebbe sembrare coloro che non ci sono e che incombono su di noi: alla fine sappiamo forse tutto sull'affascinante intellettuale Gianni, figura alta, voce roca, barba cespugliosa, balbuzie, tutto sulle sue donne, la Grande Stronza, ricca, ipocrita, snob, e la Piccola Stronza, minuta, meridionale, zingaresca, con immensi occhi verdi — e forse niente su Ilaria, e poco che ci faccia sembrare interessante l'ansioso, goffo Marco. In realtà invece L'intervista è una commedia sui falsi valori, dove i magnificati assenti perdono — sgonfiato il pallone di Gianni, invecchiate o morte le sue femmine — mentre sottilmente, senza retorica e senza sentimentalismi, veniamo conquistati dalla generosa tolleranza dei modesti presenti, di Daria che accetta con garbo il sacrificio, e dello stesso Marco, che sia pure con ritardo (è uomo, quindi più tonto) finisce per capire, per crescere anche lui. La.piccola storia ci viene raccontata con un umorismo del quale di nuovo è difficile dar conto. Senza rinunciare ai lunghi monologhi così caratteristici del suo teatro, né naturalmente alla limpidezza della sua lingua, la Ginzburg si affida stavolta anche a un dialogo estremamente brillante. Ella afferma nelle interviste di non sapere ancora organizzare dei veri colpi di scena, e i suoi finali d'atto sono deliberatamente dimessi. I ogni caso L'intervista è la sua commedia più densa, più solida e migliore; è anche allo stesso tempo la più disincantata e la più ricca di compassione'. Molto presto l'altra sera il pubblico del Piccolo ha avuto la sensazione di stare assistendo a qualcosa di non comune, qualcosa che mi ha fatto pensare a una grande finale olimpica di mezzofondo con tre atleti che stanno battendo i loro primati personali. Esaltati dal testo, infatti, anche Giulia Lazzarini e Alessandro Haber hanno dato l'interpretazione più matura della loro pur illustre carriera, impagabile il secondo tanto nel comico impaccio iniziale del personaggio quanto, poi, nella sua dolorosamente conquistata consapevolezza; e incondizionatamente ammirevole la prima per la sobrietà con cui adopera il pedale del comico nei frequenti momenti spassosi, senza mai perdere di vista la complessità della sua Ilaria. La rara intelligenza dei due interpreti è stata adeguatamente valorizzata dalla sobria regia di Carlo Battistoni, e dalla non banale scena di Ezio Frigerio, che accorciando il palcoscenico e costringendo gli attori a recitare quasi come davanti a un sipario contribuisce a porgere lo spirito di un testo tanto parlato. Ricordiamo anche i costumi di Luisa Spinateli!, la buona prova di Orsetta De Rossi nei jeans della scorbutica Stella, l'apparizione di Dina Zanoni. Applausi a scena aperta a Haber e alla Lazzarini, lunghe, affettuose acclamazioni agli attori e alla Ginzburg alla fine. Dirò ai nipotini «io c'era». Masolino d'Amico Giulia Lazzarini e Alessandro Haber nello spettacolo

Luoghi citati: Città Del Messico, Milano, Roma