Nasce Tasse Monti-Springer di V. S. Attilio Monti

Nasce l'asse Monti-Springer In vista uno scambio di partecipazioni tra la Poligrafici Editoriali ed il gruppo tedesco Nasce l'asse Monti-Springer L'editore della «Bild» è il secondo in Germania con un giro d'affari annuo di 2000 miliardi - Il gruppo italiano ne fattura 300 - Previste iniziative comuni nei due mercati MILANO — Ieri, a Berlino, il gruppo Springer e il gruppo Monti hanno gettato le basi per una grossa alleanza. L'accordo, ha detto un portavoce della casa editrice tedesca, sarebbe per il momento "Verbale». Ma questo non toglie nulla alla sua importanza, anche perché l'intesa ha l'ambizione di essere a largo raggio. Essa impegnerebbe i due partners in progetti comuni, sia in Italia che in Germania, e verrebbe sancita da scambi di quote azionarie. Un 10% della Poligrafici Editoriale dovrebbe andare a Springer (costo vicino ai 60 miliardi), mentre la Poligrafici acquisterebbe (150 miliardi) il 10% di Springer. Per Attilio Monti e il nipote Andrea Riffeser si tratta di un accordo di grande prestigio. Con un giro d'affari annuo vicino ai 2.000 miliardi, Springer è il secondo gruppo editoriale tedesco dopo Bertelsmann, proprietario tra l'altro dei quotidiani «Die Welt", «Hamburger Abendblatt» «Berliner Morgenpost» e «Bild», il più diffuso in Germania. E' un gruppo tuttora nelle mani degli eredi del fondatore Axel Springer, capeggiati dalla vedova Frieda, che, nell'aprile '88, ha vin- to la battaglia contro Leo Kirch (re della televisione tedesca) che aveva cominciato a scalare la casa editrice. Una lotta costata a Frieda (spalleggiata dalla potente Deutsche Bank) una cifra superiore a 500 milioni di marchi, ma che le ha consentito di raggiungere la sospirata maggioranza assoluta del 53%, acquistando un 26% da Franz e Frieder Burda. Per questo motivo, sembra strano che Frieda decida og¬ gi di cedere un 10% del suo pacco al gruppo bolognese. Potrebbe però essere che Monti comperi altre quote. Magari, perché no, il 10% raccolto da Kirch, ormai inutilizzabile. La ragione per la quale ad acquistare la partecipazione Springer sarebbe la Poligrafici (e non la controllante Editoriale) va ricondotta alla liquidità di cui dispone. La Poligrafici, quotata in Borsa, ha in portafoglio i quotidiani del gruppo: Resto del Carlino, Nazione, Piccolo di Trieste, Telegrafo di Livorno, Corriere di Pordenone e, infine, il 50% del Tempo di Roma. L'alleanza Springer-Monti (sembra che Attilio Monti fosse grande amico di Axel Springer) è l'ennesima conferma del grande fermento in atto nel mondo editoriale, non solo italiano ma europeo. Essa segue, di ventiquattr'ore appena, l'annuncio di altri due rivoluzionari accordi: tra Silvio Berlusconi e Francis Bouygues e tra i due ex nemici Murdoch e Maxwell. Ricordiamo, infine, che nell'Editoriale (giro d'affari di 300 miliardi) Monti è affiancato da Varasi, Pesenti e Ligresti. v. s. Attilio Monti