Parigi va ai Tropici in metrò di Enrico Singer

Parigi va ai Tropici in metrò Un parco acquatico coperto rivoluziona le vacanze in città Parigi va ai Tropici in metrò DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — La spiaggia è lunga trecento metri, con sabbia chiara, qualche roccia e decine di palme che proteggono dai raggi di un sole caldo, n tutto artificiale, come le onde che agitano il falso mare di quattromila tonnellate d'acqua (vera) che viene rinnovata ogni ora e un quarto. E' l'ultima trovata in materia di «vacanze in città» appena inaugurata a Parigi: un parco acquatico di centomila metri quadrati coperto da una volta di cristallo. Una specie di enorme serra per donne, uomini e bambini alla ricerca dell'estate permanente. Con l'aria e l'acqua sempre a 29 gradi, con un migliaio di lampade ultraviolette che rimpiazzano il sole e con una cascata di servizi: dai negozi per comprare il costume da bagno fino al ristorante di lusso. 1.'Aquaboulevard, questo è il nome dell'isola tropicale di Parigi, non è una novità asso¬ luta. D primo parco del genere, a Edmonton nello Stato canadese di Alberta, ha fatto già molti «figli» dove il mare è lontano e l'estate è avara. In Europa il più grande parco acquatico sotto vetro è quello che sorge nei pressi di Vienna e anche in Francia (in Normandia in particolare) ne sono stati costruiti una mezza dozzina. Ma il parco parigino è il più grande (l'area totale è di sei ettari), il più tecnologico (c'è anche un fiume nel quale si può nuotare controcorrente) e, soprattutto, è l'unico realizzato nel cuore di una città. I parigini possono raggiungerlo anche in metropolitana: "I tropici a un quarto d'ora da casa vostraè lo slogan di Aquaboulevard. E in meno di un mese d'inaugurazione è del 26 aprile) il parco è diventato una moda. Nell'ultimo week-end ha stabilito già un record di affluenza: 18 mila persone. Un vero esercito in sandali e cal¬ zoncini che i 280 dipendenti di Aquaboulevard avevano diviso tra le varie strutture: quattromila persone (è il massimo consentito) nel mare artificiale di 7 mila metri quadrati, 2500 nella grande sala coperta dove si svolgeva un torneo di tennis, 700 nella sala più piccola dove era in programma un torneo di scacchi. Gli altri erano più o meno sparpagliati tra la sala dei videogiochi, la zona commerciale (40 negozi di ogni genere), gli 11 campi da tennis, il bowling, la sala dei biliardi, le cinque palestre, i bagni turchi, le saune, i quattro ristoranti e i dieci bar. Una vera fabbrica del tempo libero aperta sette giorni su sette dalle 7 del mattino a mezzanotte. Sempre con lo stesso sole artificiale e la temperatura costante a 29 gradi. -Da noi — dice il direttore del parco, Michel Corbière — la gente perde la cognizione delle ore e delle stagioni. E in inverno, con la neve che si fermerà sulla cupola di vetro, sarà ancora più bello-. La società Forest Hill, un gigante del settore alberghiero che è proprietaria di Aquaboulevard, prevede di ospitare tre milioni di persone l'anno nella sua isola tropicale parigina e, a giudicare dai risultati delle prime settimane, la previsione è fondata. Allora il parco (che è costato cento miliardi) diventerà anche un ottimo affare. Perché il paradiso acquatico, naturalmente, ha un prezzo. D biglietto d'ingresso costa 14 mila lire per una giornata intera con accesso al mare artificiale. Ma, come tutti i parchi, anche Aquaboulevard è una macchina succhia soldi: dai bar ai ristoranti, dai videogiochi al tennis è molto facile spendere anche più di centomila lire in qualche ora. E l'illusione di essere ai tropici diventa ancora più realistica. Enrico Singer

Persone citate: Forest Hill, Michel Corbière

Luoghi citati: Europa, Francia, Normandia, Parigi, Vienna