Si spara nelle strade di Addis Abeba

Si spora nelle strade di Addis Abeba Il tentativo di colpo di Stato non è stato soffocato, Menghistu rientra da Berlino Est Si spora nelle strade di Addis Abeba Si combatte nel vecchio aeroporto e nel Nord - Il ministro della Difesa ucciso dai rivoltosi - La radio: giustiziati i generali ribelli - Ad Asmara e Harrar reparti dell'esercito solidarizzano con la guerriglia - L'Etiopia è isolata, nessun italiano coinvolto negli incidenti NAIROBI — Ad Addis Abeba e nel Nord dell'Etiopia si è ancora sparato. Il tentativo di colpo di Stato contro il regime marxista sarebbe stato circoscritto ma non soffocato. Il presidente Menghistu Hailé Mariam ha interrotto la sua visita ufficiale a Berlino e, anche su consiglio del presidente della Rdt, Erich Honecker, ieri pomeriggio è rientrato d'urgenza in Etiopia. Colpi d'arma da fuoco sono echeggiati per tutto il giorno nel centro di Addis Abeba. Si combatte nel vecchio aeroporto. Carri armati e autoblindo difendono il ministero della Difesa e quello dell'Informazione. La rivolta sarebbe più vasta e articolata a giudicare dalle ultime notizie diffuse dalla dirigenza del Fronte eritreo, secondo cui ad Asmara, Nazareth e Awassa reparti dell'esercito avrebbero solidarizzato con i guerriglieri e lanciato un ultimatum a Menghistu per una riforma democratica del regime. Il numero degli ufficiali morti, e questo lo ammettono fonti ufficiali, supera la mezza dozzina, incluso il capo di stato maggiore, generale Merid Negussié, e il capo dell'Aeronautica, brigadiere Amhar Desta, presunti capi del putsch. Il ministro etiopico della Difesa, maggiore generale Habte Giorgis Mariam, è stato ucciso invece martedì pomeriggio dai militari ribelli. Lo hanno reso noto fonti vicine al Consiglio di Stato, secondo le quali il ministro, amico personale di Menghistu, ha opposto resistenza ai golpisti. Nessuno è in grado di dire quali saranno gli sbocchi della crisi, ma un fatto è sicuro: l'isolamento di Menghistu era già emerso nel novembre '88 in sede di ufficio politico del partito comunista, subito dopo una riunione plenaria del comitato centrale. In quell'occasione il partito s'era spaccato: i rinnovatori erano usciti allo scoperto chiedendo il ritorno al libero mercato e a un sistema politico meno dispotico. Il Colonnello, per la prima volta, ammise gli insuccessi economici (ma nel caso etiopico è un eufemismo parlare di insuccessi, la parola giusta è piuttosto disastro economico) e si fece promotore di proposte di revisioni politiche antitotalitarie. In quelle tempestose sedute è stato denunciato il fallimento dell'agricoltura collettivizzata a fronte di un forsennato aumento delle spese militari (più venti per cento l'anno a partire dal 1974). La risposta (una generica proposta di partecipazione dei privati nelle imprese dello Stato) ha scontentato vasti strati sociali. Una fonte diplomatica ieri sera ha riferito che-nella capitale sembra che il colpo di Stato sia fallilo, anche se la situazione è molto fluida-, ma ancora -no?! si sa che cosa stia accadendo a Asmara: se l'esercito abbia consegnato le anni ai guerriglieri o se si sia unito nell'opposizione al governo-. La città, se è ancora in mano ai governativi, resta sempre assediata dai ribelli che da 28 anni si battono per l'indipendenza della regione. Alcuni ufficiali sfuggiti agli arresti affermano di averne preso il controllo; la radio della guerriglia riferisce invece che i capi militari di Asmara hanno chiesto a Menghistu di formare un nuovo governo e di trattare con i movimenti indipendentisti dell'Eritrea e del Tigre. Secondo un addetto militare neutrale, 'quello che il governo non dice e che la situazione è grai>e-: la guarnigione di Harrar avrebbe solidarizzato con i rivoltosi. Uffici, negozi, scuole della capitale sono chiusi. Anche l'aeroporto internazionale e stato chiuso al traffico. La radio del governo ha chiesto ai cittadini di non uscire di casa e continua a ripetere che tutto è finito e che -coloro che volevano spezzare l'unita della patria, alami generali che volevano spargere il sangue di gente innocente- sono stati uccisi o arrestati. A Londra, un collabi ratore del figlio di Hailé Selassic ha detto che i rivoltosi -prendono probabilmente ordini- da Assia VVossen. 73 anni, che vive in Inghilterra e che si é di recente autoproclamato imperatore con il nome di Ahma Selassie I, Costui ha giurato di sostituire il governo di Menghistu con una monarchia costituzionale. La Farnesina ha fatto sapere che nessuno dei 1500 italiani residenti in Etiopia risulta coinvolto negli incidenti. e. st. A pagina 5: •■Vacilla il Negus rosso" di Francesco Tropea.

Persone citate: Assia Vvossen, Erich Honecker, Francesco Tropea, Habte Giorgis Mariam, Merid Negussié, Nazareth, Negus