«Deng, ascolta gli studenti»

«Deng, ascolta gli studenti» Gorbaciov consiglia moderazione, la protesta «occupa» Pechino «Deng, ascolta gli studenti» «Se manifestassero a Mosca cercherei soluzioni politiche» - «Mi hanno inviato un messaggio d'appoggio alla perestrojka» - Un milione di persone nelle strade, cortei anche in altre città DAL NOSTRO INVIATO PECHINO — Mìkhall Sergievich, che cosa pensa degli studenti che invadono la piazza Tienanmen? -Non voglio fare il giudice su quanto accade qui oggi, ma spero che siano trovate soluzioni adeguate, per il partito e il popolo cinese-. Ma li ha visti, gU studenti? -Li ho visti, ho avuto anche brevi contatti con loro. Ho perfino ricevuto una lettera molto calorosa, d'appoggio per quanto si fa in Urss con la perestrojka e la glasnost, e apprezzo questa loro posizione». Mentre Mikhail Gorbaciov risponde alle domande, alla conferenza stampa che conclude i due giorni di colloqui ufficiali con i dirigenti di Pechino, la città è un fiume gigantesco straripato dalla grande piazza e alimentato via via da folle occasionali e da gruppi di giovani, studenti, operai, attori, giornalisti, insegnanti, gente qualunque, perfino funzionari del governo e del Comitato centrale, perfino soldati, perfino vecchi rivoluzionari della «lunga marcia». Un milione di persone o forse di più, perché ogni stima svanisce nell'immensa Pechino invasa dalla folla, tutti insieme a gridare una voglia mai vista di «democrazia» e di «libertà», tutti a gridare -solidarietà- e -appoggio concreto- ai tremila studenti che, a Tienanmen, sono al quinto giorno di sciopero della fame. E' una straordinaria esplosione che la capitale non aveva conosciuto, forse, neppure negli anni roventi e terribili della rivoluzione culturale e che, di nuovo, ha costretto Mikhail Gorbaciov a cambiare programma, a cancellare la visita alla «Città Proibita», a rinviare la conferenza stampa, a spostarla dal Palazzo del Popolo, ormai irraggiungibile e assediato, alla residenza messagli a disposizione dai cinesi, «Diaoyutai», la «Terrazza dei peschi», a qualche chilometro dal centro, presto raggiunta da un migliaio di manifestanti. Ma le domande e le risposte sugli studenti e Tienanmen sembrano chiudere il cerchio di questo summit straordinario, retto e corretto dalla prepotente sovrapposizione degli eventi. Ancora una volta, ieri, la forza della realtà ha sottratto vigore ai ritmi più solenni della celebrazione e della storia, ancora una volta, ieri, la grande piazza e la sua gente hanno «invaso» il summit, l'emozione collettiva della folla in marcia per Pechino è diventata la sua immagine e il suo simbolo, e il senso della gran¬ de riconciliazione fra i due continenti del comunismo ha trovato un&ffermazione e una conferma nella riflessione riformista dell'ospite arrivato dal Cremlino. Perché se Gorbaciov ha rifiutato una risposta netta e diretta a chi gli chiedeva un'opinione sulla protesta a Tienanmen, il giudizio affiora, ed è forse l'anima del vertice per le implicazioni che potrebbe avere: qui, a Mosca, nelle cento capitali dell'inEmanuele Novazio (Continua a pagina 2 in prima colonna) Pechino. Durante la grande dimostrazione due giovani sono saliti su un lampione in piazza Tienanmen mentre sventolano le bandiere russa e cinese (Telefoto Associated Press)

Persone citate: Gorbaciov, Mikhail Gorbaciov, Novazio, Sergievich

Luoghi citati: Mosca, Pechino, Urss