Scomunica ai mafiosi di Marco Tosatti

Scomunica ai mafiosi Contro la Piovra la più grave sanzione della Chiesa Scomunica ai mafiosi La proposta è partita dall'assemblea dell'episcopato - Potrebbero essere colpite tutte le persone che «notoriamente fanno parte delle organizzazioni criminali» CITTA' DEL VATICANO — La Chiesa italiana contro la Piovra: i vescovi hanno deciso di scendere in campo, a livello nazionale, contro mafia, 'ndrangheta e camorra, e stanno studiando l'opportunità di usare a questo scopo la più forte e pesante arma a loro disposizione: la scomunica, cioè l'esclusione dalla Chiesa e dai sacramenti. Basta con gli interventi isolati di presuli coraggiosi — è stato detto all'assemblea dell'episcopato italiano, in corso in questi giorni nell'aula del Sinodo, in Vaticano —: è tempo che la Chiesa intera, con tutto il peso della sua autorità morale, si schieri a fianco di chi combatte la malavita organizzata, con •una condanna chiara, netta e inequivocabile", come ha spiegato il cardinale Michele Giordano, arcivescovo di Napoli, sottolineando che tempi e modi di questa presa di posizione storica non sono ancora stati decisi. • Chiesa in trincea- ha esclamato il porporato, spiegando che obiettivo della condanna è "emarginare, mettere al bando il fenomeno mafioso, e rafforzare la coscienza di chi lo combatte-. Nell'assemblea si è discusso -su qualche sanzione canonica, nel seiiso di escludere dai sacrame?iti- i membri delle organizzazioni malavitose. Sarebbe la prima volta che la Chiesa italiana prende posizione, in maniera specìfica e unitaria, su questo tema, portando così a compimento un cammino segnato, negli ultimi trent'anni, da stadi molto diversi. Dalla Chiesa del silenzio, alla quale Paolo VI chiedeva invano interventi espliciti, si è passati alle denunce e alle prese di posizione dei singoli vescovi, fino all'odierna presa di coscienza globale del fenomeno. Il processo è stato cosi giustificato dal cardinale: -Per il passato ci può essere stato, da qualche parte, qualche silenzio. Ma la mafia del passalo non era quella di oggi-. Chi lavora o è connivente con la mafia, la 'ndrangheta e la camorra verrebbe colpito -automaticamente- dalla sanzione ecclesiastica: dovrebbe quindi trattarsi della scomunica "latae sententiae-, che non ha bisogno di una sentenza ecclesiastica specifica. E' la forma più grave di sanzione, e proprio per questo si vorrebbe adottarla. E' un forte impatto psicologico pubblico, quello che i vescovi vogliono ottenere, indipendentemente dalla concreta possibilità di applicarla praticamente nei singoli casi. Anche se qualcosa è possibile fare anche a un livello più basso di interven¬ to: il cardinale Giordano ha raccomandato ai parroci della sua diocesi, Napoli, di escludere dal sacramenti i personaggi che notoriamente fanno parte di organizzazioni criminali. Il tema mafia è emerso durante la discussione di un documento sul Sud del Paese, intitolato "Lo sviluppo nella solidarietà: la Chiesa e il Mezzogiorno-, che sarà reso noto in autunno, probabilmente a ottobre. La bozza definitiva si avrà solo in settembre: il numero di emendamenti pervenuti impone una riscrittura profonda. In questo contesto è stato toccato il problema della criminalità organizzata. Il cardinale Giordano ha auspicato -una maggiore presenza dello Stato-, non solo di carattere poliziesco o giudiziario, anche se è necessario garantire la sicurezza a chi è in prima linea: "Non è di mia competenza — ha detto — ma mi pare che giudici e testimoni vadano protetti-. "La Chiesa farà la sua parte, essenzialmente educativa-, ha proseguito il cardinale, ma è necessario che i poteri pubblici si diano da fare per combattere i mali, primo dei quali, secondo il porporato, è la disoccupazione. L'impegno maggiore contro mafia, camorra e 'ndrangheta deve essere quello di-tagliare il loro ter¬ reno di coltura, che è il sottosviluppo-. Solo in quel modo si potrà privare la Piovra della facile manovalanza assicurata da povertà e mancanza di prospettive. -La lotta alla mafia non può essere solo declamatoria, ma deve essere globale-. Della «Chiesa in trincea» fanno parte anche i gesuiti Pintacuda e Sorge, del Centro «Pedro Arrupe» di Palermo. Ma il cardinale Giordano nei loro confronti si è espresso criticamente. -Temo che qualche volta si vada al di là dei compiti della Chiesa, tanto da scivolare dal campo etico a quello politico-, ha detto, aggiungendo però di non conoscere direttamente il Centro studi. Immediata la risposta di padre Sorge: -Ci troviamo in una situazione di frontiera — ha dichiarato — nella quale diventa difficile distinguere il confine fra l'etica e la politica. Credo anch'io che nel nostro impegno ci sia questo rischio. Posso assicurare che facciamo di tutto per evitarlo. Mi rendo conto — ha concluso — che chi non ci conosce da vicino e ci segue solo attraverso la stampa possa avere l'impressione di uno sconfinamento. Cosi non è e cosi non sarà-. Marco Tosatti

Persone citate: Dalla Chiesa, Michele Giordano, Paolo Vi, Pedro Arrupe, Pintacuda, Sorge

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Napoli, Palermo