Dollar Brand, il flauto e l'ipnosi

Dollar Brand, il flauto e l'ipnosi «Mindif», album fra jazz e rituale collettivo Dollar Brand, il flauto e l'ipnosi IL suono Ipnotico del «gambray» (uno strumento a percussione di origine africana) e una voce tribale che duetta con 11 flauto aprono il nuovo lavoro di Dollar Brand, •Mindif-, su disco e Cd della Enja, distribuiti dalla Nowo. Nato come colonna sonora per 11 film di Claire Denis «Chocolat», l'album conferma lo stato di grazia di questo pianista sudafricano che, da quando ha abbracciato la religione musulmana, si fa chiamare Abdullah Ibrahim. Per lui, la musica è un ri¬ tuale collettivo, un momento cerimoniale: e il sestetto che lo accompagna, forte di elementi quali Ricky Ford al soprano e soprattutto Billy Higgins alla batteria, asseconda questa sua concezione. Un brano come «African Market», per esempio, fa emergere la solarità melodica e la freschezza ritmica che rendono particolari le composizioni di Brand. Qualcuno lo accusa di banalità e di mancanza di contenuti, forse a causa di una certa sua ripetitività. Eppure il jazz ingenuo e fe¬ stoso del pianista di Capetown rimanda a Mother Africa come quello dei suoi maestri dichiarati, Duke Ellington e Thelonious Monk. E proprio a Ellington è dedicato il tema che dà il titolo all'album, eseguito in trio, che esprime il lato notturno di Dollar Brand; pochi accordi rarefatti per descrivere il silenzio della terra d'origine. Un ricordo forse della madre e del padre, appartenenti rispettivamente alla tribù dei Basuto e a quella dei Bushman. Ivo Franchi