Livorno, le mani sullo scudetto di Curzio Maltese

Livorno, le mani sullo scudetto Nella prima finale, Milano battuta nettamente Livorno, le mani sullo scudetto L'Enichem, dopo un timido inizio (parità al termine del primo tempo), ha travolto una Philips pur sostenuta bene dai suoi due americani - La decisiva spinta del pubblico DAL NOSTRO INVIATO LIVORNO — Il volo di Livorno continua e potrebbe planare davvero sullo scudetto. Da queste parti sono scaramantici, non vogliono sentire parlare di statistiche. Ma è un fatto che in dodici edizioni dei playoff sempre il titolo ha premiato la squadra che ha vinto la prima finale. L'Enichem l'ha vinta, bene, benissimo (92-79) dopo aver chiuso in parità il 1° tempo. Ci sono voluti venti minuti esatti ai ragazzi di Bucci per sconfiggere la paura e l'emozione. Otto finali di Milano a zero non sono uno scherzo. E per metà gara Fantozzi e compagni sono rimasti quasi fermi, come ipnotizzati dal carisma di Milano e soprattutto della coppia di stelle Nba, McAdoo e King. Ma alla fine Livorno ha capito che quelle milanesi erano tigri di carta. Ha cominciato ad affondare i colpi, ha ricominciato il bombardamento da fuori. La mitica difesa lombarda ha prima scricchiolato, poi è franata. Ora si va alla rivincita di Milano, dove i sei uomini di Livorno non potranno contare sul -settimo-da leggere , il pubblico. Ma con ben altra coscienza dei propri mezzi. Livorno ha abbattuto il tabù della finale e quello di Albert King. Il «re» avrebbe dovuto essere l'arma segreta di Milano. Ieri ha giocato, segnato, fatto insomma quanto gli si chiedeva. E la Philips ha perso. In più Livorno è la Salonicco del Tirreno, un campo sul quale vincere è quasi impossibile. La cronaca. L'inferno del palasport ribolle già dal primo pomeriggio. Avvio stentato, in tutti i sensi. Dopo nove secondi si bloccano i tabelloni. Si viaggia al buio per un minuto, con un canestro clandestino di King, prima che qualcuno se ne accorga. E' un primo tempo strano, brutto, equilibrato nella mediocrità (42-42 alla fine), con vantaggi massimi di cinque punti per parte. Solo ra¬ ramente Fantozzi azzecca la sua specialità, il tiro da tre. Il play livornese, anima di questa squadra, è con Premier il grande assente dei primi venti minuti, dominati dagli americani. I milanesi hanno tirato a lucido Albert King, che continua a claudicare ma resta in campo e centra il canestro. Alla fine sarà la sua migliore gara in Italia. Il resto lo fa il solito grande McAdoo. In due sommano 25 punti su 42. Ma anche Alexis e il buon operaio Wood, che la Nba l'hanno vista soltanto in televisione, svolgono bene il compitino. Degli altri si segnalano Carerà e Tonut. Ma la magia del gioco livornese, così intensa fino a esplodere nella semifinale con Bologna. sembra essersi dissolta. E dire che dall'altra parte, a parte gli americani, non c'è nulla. Bucci forse l'avrà spiegato ai suoi negli spogliatoi, perchè nella ripresa la musica cambia. Livorno cucina a fuoco lento la Philips, come aveva fatto contro la Knorr. Forti osa e trova un paio di tiri fortunati. Livorno spinge e si trova subito sul 54-48.1 milanesi hanno un'altra impennata, arrivano al sorpasso (61-58) con un Pittis scatenato. Ma è l'ultimo fuocherello. King riprende a zoppicare, McAdoo si spegne. Nella ripresa segnerà soltanto 5 punti. In compenso cadrà come un pivello nelle provocazioni del randellatore Wood, al quale rifila perfino uno schiaffo a 5' dalla fine. Il biondino ringrazia e va in lunetta. E' l'inizio della riscossa. L'Enichem punge e pizzica da tutte le parti la 1-3-1 milanese, inaugura la giostra dei tiri da tre e infine sfonda. Una, due, tre bombe: a Milano saltano nervi e difesa. Alexis oscura McAdoo e King, Fantozzi ritrova il coraggio, Tonut e Carerà completano il balletto. Si finisce tra gli ole con un 92-79 che la dice lunga. Ora la battaglia si sposta a Milano. Curzio Maltese BASKET

Persone citate: Albert King, Bucci, Fantozzi, Pittis, Wood