Pagamenti in ritardo a maggio per motti statali e pensionati di Roberto Ippolito

Pagamenti in ritardo a maggio per motti statali e pensionati Uno «sciopero con colletta» blocca il lavoro del ministero del Tesoro Pagamenti in ritardo a maggio per motti statali e pensionati Gli effetti dell'agitazione riguardano, per ora, oltre 700 mila insegnanti e tutti i ministeriali ROMA — Quasi sicuramente il 27 non riceveranno una lira 707 mila insegnanti di tutte le scuole (tranne gli istituti tecnici) e i dipendenti di ministeri e uffici periferici; a fine mese non incasseranno nulla anche centinaia di migliaia di pensionati che hanno lavorato nelle ferrovie e negli enti locali. E' questo il risultato dello «sciopero con colletta» attuato al ministero del Tesoro. E' una novità nella lotta sindacale ed ha un effetto devastante. Incrociano le braccia solo pochi lavoratori, quanti bastano per bloccare il pagamento di stipendi e pensioni agli statali; i loro colleghi promuovono poi una raccolta di fondi per risarcirli. L'agitazione costa poco e può durare in eterno. Risultato: per ora, i pagamenti slitanno di almeno dieci giorni. Più la vertenza dura, più si allunga la lista dei colpiti. Ma anche per chi ha promosso l'agitazione c'è un effetto rovinoso: le rappresentanze sindacali di Cisl e Uil, sul piede di guerra con gli autonomi dell'Unsa, sono state sconfessate dalle segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil. I vertici sindacali hanno infatti «scomunicato¬ li meccanismo delle agitazioni decise al Tesoro per ottenere il riconoscimento di un'indennità integrativa per 70 miliardi. Fino a domani, per sei ore al giorno si astengono dal lavoro 1 dipendenti del centro elettronico della ragioneria dello Stato; per tre ore lo sciopero si svolge nei centri di calcolo di Latina e Bologna e negli uffici periferici: non vengono compilati 1 moduli dei pagamenti e stampati gli assegni. In un'affollata assemblea, ieri mattina i dipendenti del Tesoro hanno difeso la loro azione. «Sovvenzionando i pochi che scioperano, mettiamo in ginocchio il ministero» afferma soddisfatto Rocco Capasso, coordinatore nazionale della Cisl per il Tesoro. Vincenzo Mastrodomenico della Uil parla di «sciopero necessario perché la rabbia spontanea dei dipendenti non è più controllabile». Spiega Elmo Caruso, rappresentante Cisl nel consiglio di amministrazione del Tesoro: «Scioperi del genere accadono già in altri settori. Nelle Ferrovie, i treni si bloccano anche se si fermano solo i controllori. Non siamo ammattiti all'improvviso; vogliamo ottenere quello che è già stato concesso ad altri ministeri». Ma, fuori dalle mura del ministero, c'è una sollevazione generale contro il nuovo metodo di lotta. Ci vuole «rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini» avvertono i sindacati confederali. Giancarlo Fontanelli, segretario confederale Uil, bolla le agitazioni «che colpiscono più i pubblici dipendenti, attivi e pensionati, che l'amministrazione». Pino Schettino, segretario aggiunto della Funzione pubblica Cgil, definisce «irresponsabili» gli scioperi del Tesoro per il «grandissimo danno a migliaia di famiglie». Neanche il ministro Amato, è riuscito a fermare lo sciopero con colletta e ha definito le agitazioni «non ulteriormente tollerabili», impegnandosi a riconoscere l'indennità. Amato vuole però un confronto unico per tutto il pubblico impiego. Con una nota, i lavoratori del ministero, rappresentati da Cisl, Uil e Unsa, hanno replicato che lo sciopero si può sospendere «soltanto in presenza di atti concreti». Roberto Ippolito

Persone citate: Elmo Caruso, Giancarlo Fontanelli, Pino Schettino, Rocco Capasso, Vincenzo Mastrodomenico

Luoghi citati: Bologna, Latina, Roma