Le armi dividono Genova di Paolo Lingua

Le armi dividono Genova Duemila giovani contestano la Mostra navale militare Le armi dividono Genova Gli amministratori locali disertano la cerimonia d'inaugurazione - Il sottosegretario alla Difesa Bubbico: hanno fatto male ■ Gli autonomi tentano di forzare l'ingresso della Fiera: contuso un boy scout DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA — Un clima da stato d'assedio, oltre mille tra agenti e carabinieri mobilitati, quaranta «autonomi» fermati e rispediti a casa, due arresti per possesso di armi improprie, decine di aonde, biglie di ferro, sbarre e manganelli ritrovati nelle aiuole e nei tombini intorno alla Fiera internazionale. Genova ha vissuto così, ieri, l'inaugurazione della «Mostra navale italiana», la rassegna di armi e sistemi difensivi ad alta tecnologia. Solo la capillare opera di prevenzione delle forze dell'ordine ha evitato il ripetersi degli incidenti che due anni fa avevano segnato il primo giorno della mostra. Ma non sono mancati i momenti di tensione, soprattutto quandro un gruppo di «autonomi» ha cercato di forzare, sensa successo, l'ingresso della Fiera. Un giovane boy scout è finito contro le transenne ed è rimasto contuso. La protesta, organizzata dai gruppi pacifisti — una settantina di associazioni e partiti, in gran parte di estrazione religiosa —, composti quasi esclusivamente di giovani e giovanissimi, è poi andata avanti senza violenze. Si temeva molto per questa «Mostra navale» che da una dozzina d'anni si presenta regolarmente a Genova. Inoltre, l'iter burocratico della manifestazione era stato particolarmente accidentato: il Consiglio regionale aveva più volte procrastinato una decisione, rinviando la pratica al governo (che tra l'altro patrocina la mostra insieme alla Marina Militare) ed evitando di pronunciarsi. Alla fine, se l'era cavata in maniera sibillina affermando che non si poteva «non permettere» la rassegna. Man mano che la data fatidica s'avvicinava, però, aumentavano le defezioni e le ambiguità dei politici. Un piccolo choc, quindici giorni fa, è stato provocato da un giudìzio negativo, pronunciato dal pulpito durante un'omelia, dall'arcivescovo di Genova, il cardinale Giovanni Canestri che giudicava positivamente le scelte pacifiste del popolo cristiano. Così il sindaco, il presidente della Provincia, quello della Regione, i parlamentari hanno declinato l'invito e si sono dati latitanti. Il senatore Delio Meoli, socialista e sottosegretario alla Difesa, ha dribblato l'impegno già assunto di tagliare il nastro, perché, come segretario regionale del psi, è troppo impegnato al congresso nazionale del suo partito a Milano. Così, ieri mattina, raggiunto il recinto fieristico munito come un bunker e sorvolato da elicotteri a bassa quota, con mezzi di fortuna e soprattutto via mare, la «Mo¬ stra navale» è stata inaugurata dal sottosegretario democristiano alla Difesa, Mauro Bubbico, dal vicepresidente della Regione, Bruno Valenziano, liberale, e dal presidente della Fiera, Giuliano Perniisi, socialista, assistiti dal prefetto e dal questore. «Il governo non poteva non essere presente, per le responsabilità che gli competono, a una manifestazione così importante», ha detto Bubbico. 'Negativa» invece, per il sottosegretario, l'assenza degli amministratori locali. Al di fuori stazionavano poco più di duemila giovani con palloncini, fiori, striscioni, scandendo slogan o cantando accompagnati dalle immancabili chitarre inni pacifisti a sfondo religioso. C'e¬ rano anche alcuni preti e frati, esponenti di parrocchie genovesi, leaders di comunità di tossicodipendenti, scouts, nonché giovani legati alle liste Verdi e alle associazioni ecologiste e protezioniste. Insieme a loro esponenti delle confederazioni sindacali (molto attiva la Cisl) e di partiti come il pei e dp. All'interno della Fiera, al momento dei discorsi augurali, parlamentari e consiglieri regionali verdi e demoproletari sono stati tenuti sotto controllo. Solo il consigliere regionale di dp Massimo Giacchetta, dopo che era stato perquisito all'ingresso il segretario Giovanni Russo Spena, è riuscito a spiegare un cartello contro le armi e gli armamenti. I pacifisti di estrazione reli¬ giosa o comunque ecologista hanno stazionato, impedendo l'ingresso alla Fiera anche ai giornalisti («Non dovete entrare neppure per vedere le armi»), di fronte alle forze dell'ordine in assetto di guerra, ma senza eccedere in provocazioni. Hanno anche tenuto d'occhio i manifestanti più pericolosi: un'ottantina di autonomi genovesi e non, col volto coperto da fazzoletti e gli zaini sulle spalle. Molti zaini sono stati sequestrati e rovesciati: erano pieni di pietre e di biglie. La cerimonia d'inaugurazione, all'interno d'una Fiera semideserta (ma anche nel prossimi giorni, sino a sabato prossimo quando chiuderà i battenti, l'ingresso sarà consentito solo agli addetti ai lavori, muniti di documenti e di inviti) è stata spedita. Dopo i discorsi rituali dei politici, Enrico Bocchini, presidente della Fincantieri e dell'Epin, l'ente organizzatore delle. Mostra, ha ribadito l'importanza della rassegna: l'industria bellica italiana impiega 80 mila addetti con un fatturato annuo di 6 mila miliardi. Si tratta di cifre imponenti anche se il 1988 ha fatto segnare un pesante calo soprattutto nel settore navale: il fatturato è sceso del 38,5%, le esportazioni sono scese del 56% e le commesse interne hanno subito una flessione del 28%. Inglesi, francesi e tedeschi ci stanno sorpassando. Il discorso è molto delicato in Liguria dove gli addetti del settore sono 9400. Ma si tratta di argomentazioni che i giovanissimi scesi in piazza «contro la guerra» non sfiorano neppure. In serata, tra le 18 e le 19, infatti con danze e girotondi circa duemila manifestanti hanno dato vita a una «catena umana» che s'è snodata per l'arteria principale della città, via XX Settembre. Nei prossimi giorni sono previste altre manifestazioni più contenute, senza blocchi stradali. Paolo Lingua Genova. Polizia e carabinieri «spostano» alcuni dimostranti davanti alla sede della mostra (Ap)

Persone citate: Bruno Valenziano, Bubbico, Delio Meoli, Enrico Bocchini, Giovanni Canestri, Giovanni Russo Spena, Giuliano Perniisi, Mauro Bubbico, Verdi

Luoghi citati: Genova, Liguria, Milano