Il litigante di Emanuele Novazio

Cina-Urss Cina-Urss «Diaoyutai», nei colloqui con Li Peng e Zhao Zìyang, gli elementi della svolta, la grande riconciliazione avvenuta nonostante •restino problemi ancora irrisolti», come precisa Li, primo fra tutti la Cambogia, dove «et sono convergenze ma non pieno accordo». Ci sono, nei colloqui condotti in un'atmosfera •franca e amichevole», le opportunità di consolidare una svolta che riguarda, dunque, non solo gli Stati ma anche i partiti, stretti nel momento della crisi in un abbraccio riformista: purché siano garantite, come prima Deng e poi Zhao ricordano all'ospite, «relazioni alla pari», purché Mosca non dimentichi che «l'integrazione fra i nostri due partiti può progredire soltanto sulla base dei principi dell'indipendenza, dell'uguaglianza, del rispetto e della non interferenza». Ma ci sono, nei colloqui che il telegiornale cinese salutava ieri sera come 'proficui» e il portavoce di Gorbaciov definiva 'assolutamente positivi», altri elementi di sorpresa. Con un omaggio all'ospite che segna 11 riavvicinamento ideologico fra i due più grossi Paesi comunisti ma è, anche, un riferimento implicito alla rivolta a Tienanmen, Li insiste sulla necessità della riforma politica, perché •soltanto con la ri¬ forma possiamo convincere il popolo della bontà del socialismo», perché «senza la riforma delle strutture politiche non si può portare a termine la riforma dell'economia». Dice anzi Li. e parla a Gorbaciov ma anche alta piazza, che «Za riforma avanzerà sulla via della democrazia e dello Stato di diritto», ma che 'bisogna attenersi ai princìpi del marxismo» e non attentare alla leadership del partito comunista. Il grande intreccio degli eventi ha un'ultima occasione di stupore. Zhao ha rivelato a Gorbaciov che il partito ha preso nel 78 una decisione mai resa nota: 'Dobbiamo rivolgerci a Deng nelle decisioni più importanti, tutti i compagni della direzione sono d'accordo che non possiamo lavorare senza il suo suggerimento».Dal"l&,'Dengèilvero leader, non possiamo stare senza di lui, abbiamo tutti bisogno di lui», n vecchio saggio non è all'ultima recita, sembra voler dire l'omaggio del suo delfino, che pare volersi garantire, di fronte alla rivolta, con una legittimazione e un'investitura. E' una trama sottile quella dipanata in queste ore a Pechino, e l'aggressiva sovrapposizione degli eventi potrebbe alterarla facilmente. Che accadrà, adesso? La partenza di Gorbaciov toglierà il governo cinese dall'imbarazzo dell'azione, di fronte agli studenti, ma le dimensioni della protesta sono ormai tali, il contagio fra studenti, intellettuali e operai tanto diffuso, che solo una concessione seria, solo una riforma di vaglia forse potrebbero placarla. Gorbaciov, rivelava a tarda sera il suo portavoce, sembra suggerire aperture: gli slogan degù studenti, ha detto a Zhao, non contraddicono gli scopi del partito cinese. Non si sa che cosa Zhao abbia risposto, ma le tensioni di queste ore febbrili non consentono, forse, alternative. Emanuele Novazio

Persone citate: Gorbaciov, Zhao Zìyang

Luoghi citati: Cambogia, Mosca, Pechino