Un dossier accusa i bilanci dei
Un dossier accusa i bilanci dei partiti Dalla presidenza della Camera Un dossier accusa i bilanci dei partiti Tre esperti: cambiare la legge sul finanziamento ROMA — «Det'e essere subito modificata la legge sul finanziamento pubblico dei partiti per rendere più trasparente la loro gestione finanziaria ed economica». Lo sostengono i tre esperti contabili della presidenza della Camera Matteo Caratozzolo, Domenico Amodeo e Remo Marletta che hanno formulato pesanti rilievi sulla formazione dei bilanci dei partiti per l'87. chiusi con un deficit complessivo di circa 90 miliardi. A loro parere occorre che ciascuna forza politica indichi i nomi dei propri finanziatori privati e renda noti i beni (immobili, azioni di società, Bot, conti correnti bancari), nonché l'elenco degli istituti di credito che hanno concesso finanziamenti. I tre commercialisti tracciano, poi, una sorta di «decalogo» per eliminare gli inconvenienti e le carenze riscontrate e per migliorare sensibilmente la chiarezza e l'espressività dei documenti contabili annuali dei partiti: devono essere introdotti •schemi obbligatori di situazione patrimoniale e di conto economico, che sostituiscano l'attuale rendiconto finanziario delle entrate e delle uscite, che si è rivelato del tutto insufficiente». E' inoltre necessaria «ta previsione dei criteri di valutazione delle attività e passività patrimoniali, sema dei quali non si può procedere alla redazione del bilancio». Nelle 144 pagine del dossier, pubblicato mercoledì sulla Gazzetta Ufficiale, i tre super-controllori puntano il j'accuse anche sulla contabilità delle sedi e delle organizzazioni periferiche dei partiti (anch'esse dovrebbero predisporre 11 bilancio annuale), sulle relazioni dei segretari amministrativi, ma soprattutto sull'elenco delle libere contribuzioni di importo superiore ai 5 milioni, che per legge devono essere rese note al pubblico. La situazione è infatti del tutto anomala: -Alcuni partiti ottemperano a tale pre¬ scrizione, mentre altri predispongono un elenco a parte che inviano alla presidenza della Camera insieme alle "dichiarazioni congiunte" dei finanziatori, altri ancora non compilano affatto tale elenco, ritenendo che l'obbligo di redazione sia assorbito dall'obbligo di invio delle dichiarazioni congiunte». Grazie alle lacune della legge, che consente molte scappatoie, i finanziatori dei partiti restano cosi quasi tutti nell'ombra. I tre commercialisti ritengono ormai necessaria l'immediata riforma dell'attuale normativa, secondo cui devono essere resi noti solo i nomi di cittadini o di società che nell'arco dell'anno hanno versato gratuitamente alla segreteria amministrativa nazionale di un partito più di 5 milioni di lire. Per restare anonimi è quindi sufficiente versare alla sede periferica di un partito un importo inferiore a 5 milioni o frazionare la somma tra più persone. Dall'esame dei bilanci '87 delle forze politiche emerge che de (12 società per un totale di poco più di un miliardo oltre a uno sconto di circa 5 miliardi concesso dalla -Publitalia '80» sulle fatture relative a spot tv) e psi (8 società per circa mezzo miliardo oltre a 15 milioni dal presidente della Bnl Nerio Nesi e a 160 milioni dal gruppo della Camera) hanno reso noti molti dei loro finanziatori. Particolare curioso: alcune società (la Sci di Genova e la Sogestra di Pomezia)-hanno versato congiuntamente somme ai due partiti. II pri ha avuto solo 10 milioni da una società di Catania, mentre il psdi 68 milioni da quattro società. Pei, pr (fatta eccezione per un prestito di 250 milioni concesso da una società), pli e dp hanno invece ricevuto contributi dai propri parlamentari, mentre 1 Verdi da varie liste locali. Msl e Svp hanno invece dichiarato di non aver ricevuto contributi superiori ai 5 milioni. Pierluigi Franz
Persone citate: Domenico Amodeo, Matteo Caratozzolo, Nerio Nesi, Pierluigi Franz, Remo Marletta
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