E Montanelli pagherà un milione di Antonio Ghirelli

E Montanelli pagherà un milione Una multa al direttore del «Giornale» che diede del «padrino» a De Mita E Montanelli pagherà un milione Il presidente del Consiglio: ritiro la querela - Il giornalista: grazie, ma non accetto - Il pubblico ministero, criticato dal Csm per la sua requisitoria, ha reso noto di essersi dimesso dalla magistratura MONZA — Dare del -padrino» a Ciriaco De Mita costa un milione. Il Tribunale di Monza, dopo cinque ore di camera di consiglio, ha deciso che l'imputato Indro Montanelli è colpevole. Ma la pena è mite, quasi un solletico. De Mita, da Brescia, si complimenta con Vincenzo Siniscalchi, il suo avvocato: e si accontenta, anzi fa di più, rimetterà la querela. Anche questa volta Montanelli non ha perso l'occasione di replicargli: -Per estinguere il procedimento occorre la mia accettazione della remissione di querela, e io questa accettazione non ho intenzione di darla». Sostenere invece, come aveva affermato il pubblico ministero Giovanili Mariconda. che De Mita può essere considerato «padrino», che insomma il lessico della politica ha subito la sua riforma («padrino», «boss» e, perche no?, «rimbambito») può costare il posto. Un minuto dopo la sentenza ecco circolare la fotocopia di una lettera inviata 1*11 maggio scorso da Mariconda al Consiglio superiore della magistratura. Lettera di dimissioni. Perché dopo la sua requisitoria del 2 maggio, peraltro pittoresca, la Procura generale di Milano e tre membri del Csm avevano sollecitato un'indagine preliminare. Risultato finale: De Mita ha vinto il processo. Montanelli è stato condannato al milioncino di multa e il pm Mariconda, che aveva chiesto l'assoluzione ed è procuratore della Repubblica di Monza, toglie il disturbo dall'ufficio e dalla corporazione giudiziaria che si è permessa di discutere il suo operato. -Se ho atteso fino ad ora per rendere pubblica lamia volontà di dimissione — scrive Mariconda — ciò è dipeso dalla preoccupazione di non interferire, con il mio gesto, sulla serenità del collegio, giudicante. Preoc¬ cupazione che evidentemente non ha sfiorato altri...». In aula, ieri mattina, i tre protagonisti del processo non si sono visti. Mariconda, che è il terzo, si era fatto sostituire da Romano Forieri, il magistrato più anziano della Procura monzese. -Il dottor Mariconda non è qui perché non intende replicare. Non ho altro da aggiungere-. Le repliche di Siniscalchi hanno ribadito tesi note contrapposte. Siniscalchi: 'Montanelli ha offeso De Mita-. D'Aiello: -No, ha risposto alla provocazione adeguandosi ai metodi di De Mita, che introducendo l'opzione zero voleva mutare l'assetto di proprietà de 'il Giornale» e colpire il 'nemico' Montanelli». Sentenza difficile, viste le cinque ore di meditazione. Giuseppe La Mattina, il presidente, aveva tentato un'ultima mediazione: il ritiro della querela in cambio di una lettera di scuse a firma Montanelli. Figurarsi. Siniscalchi aveva proposto un giurì d'onore, ma Montanelli, interpellato al telefono, aveva rifiutato al volo. Commento di Montanelli: 'In un certo senso la condanna l'ho considerata an¬ cor più sicura dopo che Mariconda ha ckiesto l'assoluzione. Il fatto che la pubblica accusa riconoscesse d'aver argomenti solo per difendermi ha scatenato una reazione furiosa del Palazzo e delle sue propaggini. Mariconda, reo di non avermi ritenuto colpevole, è stato a sua volta colpevolizzzato. Giudici dipendenti hanno chiesto, prima che alla sentenza si arrivasse, la punizione di questo giudice indipendente. E' un bel modo di difendere l'indipendenza della categoria. Se questa è la sorte del pm, quella dell'imputato non poteva esse- re migliore». A Montanelli, poi, toccherà pubblicare sul suo -Giornale» l'estratto della sentenza. Ma non è finita, forse ci sarà l'appello. D'Aiello lo suggerisce, ma soltanto oggi deciderà con il condannato al milione. "Comunque — è stato il commento del difensore — Montanelli ha vinto lo stesso, l'opinione pubblica l'aveva assolto già prima che iniziasse il processo». L'avvocato non è in sintonia con il pm Mariconda. Troppa foga in quella toga da pm, un difensore improvvisato ed esagerato. Mariconda, già in istruttoria, aveva chiesto il proscioglimento di Montanelli. Il giudice istruttore aveva però deciso il rinvio a giudizio. In aula si era concesso dichiarazioni amiche: "leggo •Il Giornale» tutti i giorni, e se non vedo il fondo di Montanelli vado a leggere le sue risposte ai lettori». E la difesa del termine «padrino». E la frase «De Mita, interrogato a Roma, ci ha spiegato che a Napoli "figlio di puttana» vuol dire figlio di nessuno o persona estremamente intelligente. Quindi, se io dico che De Mita è un "figlio di puttana»...». I! processo di primo grado è finito, ma la vicenda sembra aver tutto per continuare; anche se De Mita, ora che ha vinto, in caso d'appello pare intenzionato al ritiro della querela. Farà comunque discutere la sentenza e farà discutere la decisione del pm. Le prime reazioni si sono già avute ieri sera. Marco Pannella e i radicali. Giuliana del Bufalo segretario della federazione della stampa, Dp, i socialisti a congresso a Milano. Tutti con il condannato al milione per il «padrino». Antonio Ghirelli, direttore de «l'Avanti»: "Non credevo che la reputazione dell'onorevole de Mita costasse cosi poco-. Giovanni Cerniti

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