«Voglio una Jugoslavia risanata»

«Voglio una Jugoslavia risanata» «Prima l'economia, poi la politica»: parla lo sloveno Drnovsek, 39 anni, eletto Presidente «Voglio una Jugoslavia risanata» Svincolato dai clan politici, ha sconfitto a sorpresa l'altro candidato della sua Repubblica - Un solo credo, il libero mercato - «Ma occorre anche pluralismo, la democratizzazione non si può fermare» NOSTRO SERVIZIO LUBIANA — Da ieri Janez Drnovsek, sloveno, è il presidente di tutti gli jugoslavi, primus interpares della nuova presidenza collettiva del Paese. A settembre poi, in occasione del summit dei Non Allineati a Belgrado, assumerà la presidenza temporanea del movimento. Assediato dai giornalisti, ha semplicemente detto che per far fronte alla nuova responsabilità cercherà di approfondire alcuni aspetti della politica jugoslava che finora gli erano sconosciuti. n giorno di aprile in cui fu eletto rappresentante della Slovenia nella nuova Presidenza federale del Paese prese il suo solito treno da pendolare per rientrare a casa nel paesino dove vive da sempre. Sorpreso per aver sconfitto nel referendum popolare del 2 aprile l'altro candidato, l'influente presidente della Camera di Commercio slovena Marko Buie, che tutti davano per vincitore assoluto, il trentanovenne dottore in Economia Drnovsek non si è però mostrato particolarmente emozionato per l'alta carica conquistata con il 56 per cento dei voti. Del tutto estraneo alla politica ufficiale del Paese, l'anonimo sloveno è stato d'improvviso catapultato ai vertici, suscitando sgomento tra i politici di professione e scalpore nei mass-media. Sono in molti a chiedersi che cosa farà questo giovane economista esperto in questioni monetarie, la cui unica esperienza politica deriva dall'essere stato per cinque anni delegato sloveno nell'Assemblea federale, alla guida di un Paese profondamente scosso dalla crisi economica e lacerato dalle tensioni nazionalistiche culminate nel recente dramma del Kosovo. 'L'unica via di uscita in questo momento è la concentrazione di tutte le nostre forze nel risanamento dell'economia. Quando i problemi economici saranno meno scottanti si placheranno anche le forti tensioni politi¬ che» ha detto Drnovsek nel primo incontro ufficiale con i giornalisti stranieri a Lubiana. Chi sì aspettava che Drnovsek, come portavoce della nuova democratizzazione politica slovena e del liberalismo economico, polemizzasse apertamente con la politica centralista della Serbia, è rimasto deluso. Fedele al suo programma pre-elettorale, si è concentrato sull'aspetto economico della crisi jugoslava difendendo la legge di mercato, che a suo giudizio non è prerogativa esclusiva del socialismo o del capitalismo, ma di un sistema economico efficace. Punta inoltre molto sulla collaborazione con i Paesi occidentali, guardando in particolare all'Europa del '93. Crede negli investimenti stranieri in Jugoslavia, e a chi gli chiede quali garanzie offra il suo Paese risponde che le recenti leggi varate dal governo di Ante Markovic soddisfano in tutto gli interessi dei partner occidentali. Benché, secondo lui, la politica debba distanziarsi dall'economia, le domande, inevitabilmente, ritornano al Kosovo, allo scontro delle due linee politiche all'interno del partito comunista, al pluralismo politico e al sistema pluripartitico. 'In politica sono favorevole alla concorrenza, e credo che il processo di democratizzazione iniziato non potrà più essere arrestato. In Slovenia, di fatto, esistono già nuovi partiti politici. Ma, a differenza dell'Ungheria, da noi il pluripartitismo è legato alla questione nazionale. Per questo è difficile trovare una soluzione giusta in una situazione tesa come quella di oggi. Lasciamo fare al tempo, l'esperienza diretta ci mostrerà la via da seguire». Per quanto riguarda il Kosovo, Drnovsek è convinto che le misure speciali in vigore nella regione debbano essere revocate al più presto per il bene di tutta la Jugoslavia. Mentre nelle altre Repub¬ bliche le elezioni per i nuovi membri della presidenza federale hanno consacrato politici di mestiere, come l'attuale capo del partito comunista jugoslavo. Stipe Suvar, eletto alcune settimane- fa dall'assemblea croata, votando a sorpresa per lo sconosciuto Janez Drnovsek gli sloveni hanno voluto interrompere la continuità della politica tradizionale, responsabile dello sfacelo economico e politico del Paese. Giovane ma serio, professionalmente preparato, cosciente della situazione jugoslava che può -aggravarsi ancora», ma soprattutto estraneo al potere politico, per molti Drnovsek rappresenta l'ultima speranza. Che il clima sia difficile, lo conferma la mancata elezione, ieri, del presidente dell'Assemblea federale: nella votazione, infatti, nessuno dei due candidati è riuscito ad ottenere la maggioranza richiesta in entrambe le Camere. Ingrìd Badurìna