I muri di Infantino

I muri di Infantino Alla galleria Target fino al 27 maggio I muri di Infantino SU muri docili rispetto alle calligrafie più svariate, Giuseppe Infantino impernia un ciclo di opere (sono una ventina di oli su tela e numerose grafiche e disegni) dove emergono grandi tasselli coperti di immagini, scritte talvolta leggibili e tal altra sbiadite, chiazze di colore. Nella pittura di Infantino resta un'impronta informale, legata agli anni del suo esordio artistico — gli Anni Cinquanta —, rivisitata con una passione figurativa che gli serve per interpretare le memorie che i muri testimoniano con il loro carico, scrive Luca Beatrice in catalogo, «di gioia e di sofferenza, di illusioni e di promesse». L'amore per la materia è evidente negli oli di Infantino, ma è una materia modellata da una luce forte, mediterranea. «Si arriva a un colore tendente al bianco — dice Infantino — su una materia interna composta di strati; del resto, le case imbiancate, quelle del Sud, sono la fine del mondo». Un supporto ottimale, dunque, per ricevere quel «segno dell'uomo» che questo pittore sa leggere in culture diverse, dalla classicità occidentale al mondo figurativo magico degli Inca. «Gli Inca—continua Infantino —, come il mondo mediterraneo, presentavano un rapporto stretto con la terra. Io amo molto la materia, la terra: non voglio volare». e. tol. Giuseppe Infantino, galleria Target, via della Rocca 2/C, fino al 27 maggio, orario 16-20; chiuso domenica e lunedi.'

Persone citate: Giuseppe Infantino, Infantino, Luca Beatrice