Meco e teco, tutti corrono nella noscoteca

Meco e teco, tutti corrono nella noscoteca Continuiamo a cercare le parole in «teca» Meco e teco, tutti corrono nella noscoteca DA quando abbiamo incominciato a parlare delle parole, e, soprattutto, del neologismi, a suffisso -teca, abbiamo incontrato due accezioni di tecoteca. La tecoteca è innanzitutto un locale pubblico milanese, specializzato in tè. In secondo luogo, come qualcuno ha notato, tecoteca è anche una raccolta di -teche: la teca delle -teche, e quindi proprio questa rubrica, quando questa rubrica si occupa delle parole, soprattutto neologismi, a suffisso-teca - Cos'altro può voler dire tecoteca? Alla voce teco, lo Zingarelli riporta un bel distico di Metastasio: «Son teco, e non mi fai / né pena né piacer»: è un distico dell'indifferenza. Il lemma successivo è tecodonte («che ha i denti confitti in alveoli»: è una parola che metto idealmente vicino alla ranfoteca di qualche settimana fa), ma teco significa tutt'altro: significa semplicemente «con te». Meco significa «con me», nosco significa «con noi». A essere sinceri, proprio non me l'aspettavo: non mi aspettavo che qualcuno mi inviasse un termine come noscoteca. I dizionari non lo riportano, forse non lo riportano più: non so se far risalire la radice nosco alla forma pronominale che significa «con noi». La noscoteca è un dolce ricordo di Remo Tissoni (Borghetto Santo Spirito, SV). «Con noi», o anche: «ai nostri tempi»: Tissoni mi scrive che negli Anni Cinquanta il termine era abbastanza diffuso, lo impiegava lui stesso, per designare un luogo in cui «si riponeva il nostalgico ricordo di un amore finito, il suggello di un romantico addio». La lettera di Tissoni mi ha reso felice, e non starei più nella pelle dalla contentezza se potessi verlfi- care che noscoteca viene da nosco: sul piano degli amori finiti potrei allora coniare una mecoteca («raccolta di pegni dei miei tempi»), e una ulteriore tecoteca («raccolta di pegni dei tuoi tempi»). Inoltre, se la derivazione da nosco fosse consentita, riuscirei a far rimanere male Gian Carlo Franceschetti (Torino) che va giustamente orgoglioso di una sua anticoteca, trovata a Torino, in via Valperga Caluso. Commenta Pranceschetti la sua ottima trouvaille: 'Essendo la teca un contenitore si è infatti portati a pensare che al suo interno si trovino degli oggetti, cioè dei sostantivi; in questa teca c'è un aggettivo, cioè una caratteristica». Vero, ben detto: solo due appunti. Uno: la noscoteca è basata su una forma pronominale, che è ancor meno di un oggetto, o di una caratteristica. Due: l'inciso di Franceschetti («degli oggetti, cioè dei sostantivi») non è mica così pacifico. I nomi sono le cose? E' una strada che ci porterebbe molto lontano, troppo. Per le altre -teche, c'è stato un diluvio di frulloteche e scarpoteche, già segnalate a loro tempo, e notate ancora da Graziarla Canova (Milano), Lino Ceruti (?) (Omegna, NO), Carla Bini (CN). Enrico Carbone (GE) svaria su manteca («composizione di vari grassi») e pateca («cocomero, anguria»). Gli oppongo Laura Rondi (Biella, VC) che si inventa una sua inquietante spettroteca. Un altro inventore di -teche è Furio Cannavo (SV), ma in materia la realtà supera decisamente l'immaginazione, per quanto fertile. Ecco una pesarese Chiccoteca: la documenta Raffaele Massacesi (Pesaro), ed è un centro macrobiotico. Ecco una bolognese medioteca. Ecco una piadinoteca, stranamente genovese, e non romagnola (d'altra parte è stato visto un complessino di liscio, in esibizione a Giulianova Marche, nominato «Romagna d'Abruzzo»): la riporta Giuseppe Varaldo (Imperia), che ci ha anche mangiato. Ecco im'oleoteca, oltre che enoteca, sempre notata da Varaldo, e sempre a Genova. E' il ristorante Le Fate, segnalato dalle guide gastronomiche, e porta quell'insegna da vari anni. La voga delle -teche non è cosi recente, allora: recente è l'esplosione inconsulta, l'accostamento inaudito. A raffica, dai giornali dell'ultimo mese: phonoteca, vestoteca, ritmoteca (gli ultimi due provengono da due articoli di Guido Vergarli, su Repubblica). Tipòlogizzando, abbiamo due casi di doppio prefisso. Fino al 13 maggio è aperta a Milano una mostra di disegni di Ro Marcenaro, intitolata Videomatitoteca. Da una decina d'anni, o poco meno, e sempre a Milano, esiste una Cooperativa Nastrovideoteca che vende apparecchi hi-fi e diffonde libri letti su nastro e altro materiale per non vedenti e portatori di handicap. Sempre tipòlogizzando, abbiamo un caso di teca-: prefisso, e non suffisso. E' una libreria, sempre milanese, nella zona di corso XXII marzo: la Tecalibri. Di tipologia in tipologia, la raccolta di -teche mi sembra una bella raccolta. Ho tenuto per ultima la lettera di Guglielmo Bracco (Torino), che fa il medico in un laboratorio ospedaliero e tiene contatti con rappresentanti, detti anche «informatori scientifici». Racconta Bracco che uno di questi «mi proponeva l'acquisto di alcuni ceppi di batteri, vitti per prove di sterilità o quale controllo di qualità, in laboratorio... con l'acquisto di un certo numero di ceppi di batteri avrei potuto costituire la mia ceppoteca». Perché ho tenuto per ultima questa lettera? L'ho tenuta per ultima, perché ho tenuto per punultima la Tecalibri: e perché la ceppoteca ha cambiato la mia vita. Andiamo per ordine: ceppoteca, a quanto mi dicono certi miei «informatori scientifici», si dice meglio library. Library è un classico falso amico: sembra voler dire «libreria» e invece vuole dire, in prima istanza, «biblioteca». In seconda istanza, e per estensione, library vuole dire «raccolta». Oltre che nei laboratori biologici, library è termine tecnico in svariate discipline. Ci sono, per esempio, degli esempi di library in informatica dove, se non ho capito male, la librar]/ è una parte preconfezionata di programma. Come viene tradotta la library informatica? Niente, non viene tradotta, e parlandone con 1 miei informatori scientifici ho scoperto varie cose sui termini tecnici dell'informatica, tutta una cosoteca che qui non ho proprio lo spazio per riassumere. Sarà per la prossima volta. Scrivete a Tuttolibri, redazione Giochi, via Marenco 32,10126 Torino. Stefano Bartezzaghì