In Abissinia ho scoperto la verità di Rimbaud

In Abissinia ho scoperto la verità di Rimbaud Intervista con Alain Borer, autore di una biografia In Abissinia ho scoperto la verità di Rimbaud ROMA — Quale motivo spinse —nel dicembre 1880—il ventisettenne Arthur Rimbaud fino ad Harar, avamposto desertico dell'Etiopia? Perché, abbandonata la Poesia, si fermò nel Como d'Africa dieci anni (i suoi ultimi)? Ossessionato dall'enigma Rimbaud, uno scrittore francese di ventisette anni, Alain Borer, dopo aver pedinato il poeta «dalle suole di vento» attraverso Africa ed Europa, è tornato ad Harar. Novantasette anni dopo. E' l'ultima e più avventurosa puntata di un inseguimento nella geografia e nelle pagine del poeta. Rimbaud, dopo aver scritto febbrilmente, nel 1874 lasciò la penna, per viaggiare e tentare in Africa commerci contrastati e assurdi. Morendo, a trentasette anni, di un tumore al ginocchio, alla fine di una vita sofferta e artisticamente muta tra Aden. Harar, il Mar Rosso. Dopo vent'anni di un'esistenza all'ombra del poeta delle Illuminations, per Borer la tappa ad Harar è stata la fine di un folle incantesimo. Da questo suo viaggio in jeep e aeroplano sulle tracce del Rimbaud etiope, ha tratto un diario. Dopo cinque anni di scrittura, dalle note è cresciuto un libro ispirato, preciso e innamorato, in cui Borer mette luce in molti capitoli oscuri sugli ultimi dieci anni del poeta: Rimbaud in Abissinia, presentato in Italia dall'editore napoletano Tullio Pironti (310 pagine, 28.000 lire). Un occhio alle lettere scritte alla famiglia, l'altro a indagare i vicoli odorosi della torrida Harar, in cerca di un segno del passaggio dell'uomo-cometa. Borer usa Rimbaud come un Baedeker, vendicandolo, in cambio, di qualche dettaglio deformato da quei critici che non ebbero il coraggio di scendere dove il commerciante Rimbaud era stato assunto dalla ditta Viannay, Mazeran, Bardey. Per capire cosa rappresenti Rimbaud nella vita di Borer — nativo della Franca Contea, sposato, con una figlia — bastano pochi dettagli. Nella sua casa parigina (ora è a Roma per seguire il lavoro della moglie) possiede una «rimbaldoteca» di tremila volumi, incluse le cinque edizioni originali delle opere del poeta. Prese la patente per poter correre a Charleville, dove Rimbaud era cresciuto. — Borer, i giornali francesi l'hanno definita un «embolie», un fissato. Come è nata questa passione per Rimbaud? •Ero un pessimo studente del liceo. Mi cacciarono e la mia famiglia mi mandò in collegio a Ginevra. Li c'e- ra un piccolo giornale studentesco: si chiamava "Le bateau ivre". Scoprii le prime poesie di Rimbaud e mi commossi. Cominciai con l'occuparmi del giornale, poi a desiderare di possedere tutto Rimbaud. Col tempo, l'unica ambizione che mi rimaneva era quella di scrivere un libro su di lui. E questo arrivò con fatica, solo dopo il viaggio compiuto nel '78 in Etiopia, durante le riprese di un film per la televisione francese: n ladro di fuoco». — Non si rischia la banalità nel voler ripetere passo per passo la corsa di Rimbaud? "io credo che dopo tutti questi anni in cui nella cultura francese si è fatto solo teoria, sia utile analizzare anche il vissuto di un poeta. Non per mimare, ma per ricavare notizie. S'impara molto osservando i viaggi che ha dovuto compiere, instancabile marciatore, nel triangolo Cairo, Aden, Harar. Era una fuga verso il luogo perfetto, dove attendere la Verità. •Solo così si può dimostrare, contro l'opinione corrente, che tra il Rimbaud poeta e il Rimbaud negoziante c'è un'unità. In tutta la vita è stato un uomo in marcia: attraverso la poesia, i paesi, i lavori: L'abbandono assoluto dell'attività poetica, per andare a vendere armi e caffè nel deserto, è sempre stata la verità più difficile da accettare nel mistero Rimbaud. In Francia fiorivano ipotesi stravaganti sul suo destino. Lo credevano re di una popolazione selvaggia. Oppure colono in Algeria dopo aver venduto buoi in India. Ma l'errore più grande (secondo Borer) è contenuto nella pur accurata biografia di Rimbaud scritta da Enid St arkie. La studiosa irlandese sostiene che il poeta è stato anche mercante di schiavi. Borer smonta l'accusa della Starkie : Rimbaud, il vagabondo, fu schiavo solo di se stesso. 'Sgobbo come un mulo — scrive in una lettera — in un Paese per il quale provo un orrore indicibile: Nei messaggi indirizzati alla famiglia, Rimbaud non risparmia critiche al presente. Si lamenta delle fatiche, ma non rimpiange 11 «prima». Delle sue poesie, dice soltanto: 'Assurdo, ridicolo, disgustoso!: Borer visita ad Harar la grande casa in legno attribuita al poeta. Scende fino a Luxor, dove Rimbaud era fuggito nel 1887. E su un tempio dedicato ad Amenofi III, a quasi tre metri d'altezza, scopre un'iscrizione: RIMBAUD. E se questa scrìtta è più un miraggio che ima firma del poeta, commuove incontrare nell'accurata ricostruzione di Borer un Rimbaud inaspettato. In Etiopia l'autore delle 11luminations recuperò valori come la parsimonia, la sobrietà dopo gli eccessi. Il matrimonio: sposò un'abissina nel 1884 (ma durò pochi mesi). Era assillato dalla preoccupazione di accumulare oro, sognava una terza età piena di riposo. Invece finì con un'ultima, brutale, corsa: trecento chilometri di deserto somalo verso il porto di Zeila, portato a gran carriera da 16 indigeni in 15 giorni. Mentre la gamba lo tormentava. Un corteo funebre con Rimbaud ancora vivo; anticipo su quello di prima classe pagato dalla madre a Charleville qualche mese dopo. — Perché, Borer, la lunga stagione africana fu un perìodo di silenzio creativo per Rimbaud? «OH psicologi direbbero solo che era un uomo incostante. Ma dimenticano l'aspetto metafisico del concetto di costanza. In lui c'erano sempre progetti, una ricerca inarrestabile: trovare la poesia nell'immediato. Alla fine, dopo aver esplorato tutti i metri poetici, continuerà a farlo camminando. E con il silenzio'. —Questo suo libro è un omaggio o una liberazione? •Tutti e due: —Pensa di vivere ancora all'ombra di Rimbaud? •Lui mori a trentasette anni. Ho deciso che smetterò a quell'età'. — Ora quanti anni ha? 'Trentanove.''. E ride. Michele Neri Harar, Etiopia: casa detta di Rimbaud