Riecco la nube 2 al San Luigi di Daniela Daniele

Riecco la nube, 2 al San Luigi Riecco la nube, 2 al San Luigi Un capostazione e un ferroviere dello scalo ricoverati d'urgenza - Sempre uguali i sintomi • Ennesima assemblea di protesta: «Perché non si chiude almeno per un po' di tempo, così si potrà vedere cosa succede?» Scambio di accuse su ritardi e intempestività dei rilevamenti - Consegnata la perizia al pretore Guarinieìlo Non c'è pace per i ferrovieri di'Orbassano. Ieri mattina la nube fantasma ha colpito ancora: altri due lavoratori sono stati ricoverati, d'urgenza, al San Luigi. I sintomi sono sempre gli stessi: svenimenti, nausea, vomito. Erano le 9,30 quando Michele Manzitti si trovava sul piazzale. Un compagno l'ha visto barcollare e sbiancare in volto. Sono subito stati chiamati gli agenti della Polfer che hanno accompagnato il ferroviere al pronto soccorso. Non più di un quarto d'ora dopo, anche Roberto Onori, capostazione superiore del maxiscalo, si è sentito male. Era nel suo ufficio quando è svenuto. Altra corsa all'ospedale e ricovero in pronto soccorso. In mattinata, allo scalo si è tenuta l'ennesima assemblea di protesta. 'Fin dalle prime ore della mattina — ha detto Domenico Squillace, delegato sindacale — si sentiva una forte puzza nauseante e si vedeva anche una nube scura sulla nostre teste. A questo punto non sappiamo più che cosa fare. Perché non si prendono provvedimenti definitivi? Perché non si chiude, almeno per un po' di tempo, almeno per vedere che cosa succede, l'azienda responsabile di tutto ciò? Possiamo continuare a lavorare in queste condizioni?». Due comunicazioni giudiziarie, al presidente e all'ammistratore delegato, per non parlare di testimoni che avrebbero visto, nei giorni scorsi, fumi sprigionarsi dagli impianti, additano la Servizi Industriali quale maggiore indiziata per i casi di intossicazione. Si deciderà di chiuderla? Andrea Parlati, responsabile delle relazioni esterne dell'azienda: 'Quest'ultimo episodio è davvero molto strano e non sappiamo spiegarcelo. Vogliamo precisare una cosa. L'impianto di emulsioni oleose, che era stato tirato in causa e indicato mette in luce che nell'azienda alcune vasche per 11 trattamento dei liquami e gli impianti di movimentazione emettono esalazioni non contenute. E' sufficiente che, tra gli elementi da trattare, vi sia una sostanza particolarmente fetida o irritante perché, con la complicità dei venti, le zone più vicine siano investite dal gas. E problema è quello di riuscire a far convivere impianti per 11 trattamento del rifiuti industriali, indispensabili contro le discariche abusive e i conseguenti danni gravissimi per le popolazioni e l'ambiente, con gli abitanti dell'area in cui queste aziende si trovano. C'è soltanto un modo per farlo: realizzare i necessari provvedimenti tecnici che consentano lavorazioni «a regola d'arte», ma senza rischi. Difficile e dispendioso. Ma il business in questo settore non è certo da poco e i quattrini per apportare migliorie alle strutture non mancano. Tutti si augurano che non manchi neppure la volontà di farlo. Michele Manzitti e Roberto Onori sono stati portati dalla Polfer al pronto soccorso intenso e continuo passaggio di auto e Tir, per poter essere considerato attendibile. E' naturale che in una zona a gran densità di traffico si rilevino idrocarburi». La perizia consegnata al pretore Guarinieìlo, tuttavia. come il responsabile di certe esalazioni, è chiuso da venerdì. In funzione sono solfano le vasche dove i batteri "divorano" i rifiuti. E le vasche biologiche non possono, in alcun modo, produrre esalazioni nocive». Una centralina di osservazione, organizzata dalle Ferrovie, ha rilevato la presenza di idrocarburi nei pressi dello scalo. 'Ma quel punto di rilevazione — sottolinea il dottor Parlati — è troppo vicino all'autostrada, dove c'è un Daniela Daniele .

Persone citate: Domenico Squillace, Michele Manzitti, Parlati, Polfer, Roberto Onori