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La muraglia di terra non difese una civiltà
La muraglia di terra non difese una civiltà La muraglia di terra non difese una civiltà Pepetela, un'associazione di scrittori ha dato vita a una casa editrice che detiene di fatto il monopolio delle pubblicazioni Essa intrattiene stretti rapporti con Portogallo e Brasile e ha portato alla formazione di un pubblico interno fedele che di un romanzo nuovo arriva a consumare diecimila copie in un mese. Polemico è stato invece l'intervento dell'editore marocchino Latta Shaouni. La signora Shaouni ha messo in guardia da certi libri scritti da occidentali, opere superficiali, che poco sanno rendere delle condizioni reali di vita nei paesi del Maghreb. Ma gli editori europei li accettano, in particolare di questi tempi, con l'Islam ai vertici delle classifiche. Maria Teresa Martin erigo in Francia, ora tradotto da Eliana 'Vicari. E' un romanzo storico, un vero e proprio viaggio guidato nei territori del regno di Segou (nell'attuale Mali) descritto alla fine del XVm Secolo. Nativa della Guadalupa, professoressa di letteratura negro-africana all'Università di Parigi, la Condé ha scritto un libro seducente e poetico, e al tempo stesso di grande rigore storico. Nel corso di un viaggio a Segou, si innamora di quella terra e del popolo che la abita, l'etnia bambara, suoi stessi antenati; da questo ritorno alle origini e attraverso un puntiglioso lavoro di ricerca e documentazione, durato tre anni e fondato sulla raccolta di una tradizione orale di grande ricchezza, Mary se Condé arri' va ad offrirci un romanzo appassionato e appassionante che rappresenta un grande passo avanti nella riconquista per gli africani di un passato dimenticato e disprezzato. Siamo a Segou, capitale del regno dei bambara, nell'anno 1795; tutti corrono sulle rive del Joliba (attuale Niger) dove è arrivato Mungo Park, esploratore inglese; tutti, curiosi, stupiti e inquieti, si precipitano alle porte della città a vedere «l'uomo bianco». Da questo fatto prende avvio il racconto che, attraverso la storia di una famiglia di notabili del regno, i Traoré, ci farà vivere tutti i grandi sconvolgi menti del momento, la tratta degli schiavi in cruenta espansione, la penetrazione inesorabile dell'Islam, i conflitti dei bambara con i popoli La collana «H lato dell'ombra», curata da Itala Vh/an per le Edizioni Lavoro, ha presentato dall'86 a oggi 10 titoli tra i classici più noti del continente. Narrativa africana dal Maghreb al Sud Africa, passando per l'antico impero mandingo: ecco 10 romanzi che possono avvicinarci a quella terra meglio di tante lezioni di storia. Tra le ultime uscite della collana, il libro di Mary se Gondé Le muraglie di terra, best-seller da 300 mila copie Mary se Condé, la scrittrice del bestseller «Le muraglie di terra» TE, LUÒGHI COMUNI SMENTITI, DIFFICOLTA' vicini Il quadro iniziale che ci viene dipinto è quello di una civiltà rigogliosa e fiera, •all'apice della sua gloria; ma fin dalle prime pagine ci arrivano avvertimenti profetici: saremo condotti seguendo le peripezie dei tanti membri del clan Traoré, a vivere il doloroso e ineluttabile declino di quella civiltà, la decadenza e la sconfitta della società tradizionale e animista che le muraglie di terra della città non possono impedire. E' a Rumare, il fabbro-stregone potente e veggente a cui il capo dei Traoré, Dusika, si rivolge per interpretare i segni del mondo invisibile degli antenati, che l'autrice affida il compito di anticipare il filo conduttore della trama del libro. 'Quattro figli — Tiekoro, Siga, Nàba e l'ultimogenito Malobali — dovevano essere considerati ostaggi, capri espiatori maltrattati a piacere dal destino per evitare che perisse l'intera famiglia. Quattro maschi ... su una ventina di figli. Dopo tutto Dusika se la cavava a buon mercato...». L'autrice ed offre una carrellata di ritratti dipinti con grande vigore e sensibilità: indimenticabili le figure femminili: Nya la «bara muso» (prima moglie) pilastro della casa Traoré, Sira la straniera, Nache la concubina del primogenito Tiekoro che per il suo amore sconfitto sfida l'ira degli antenati compiendo il delitto dei delitti, il suicidio. I personaggi si muovono in . uno scenario descritto sem-. pre accuratamente, veniamo introdotti alle usanze della vita di-corte ocome alle abitudini quotidiane della famiglia Traoré, ai rumori di stradai della città o dei sentieri percorsi dai cacciatori nella foresta. Le parole e le musiche dei griot (figure della tradizione simili ai nostri cantastorie) sottolineano ogni evento, poiché loro, e con loro l'autrice, sono maestri della parola, depositari della memoria del popolo. H ritmo narrativo è coinvolgente e fa vivere l'intreccio in una continuità senza rotture; come in un racconto orale il linguaggio è semplice, scorre, talvolta colorato di fiaba. Ci sentiamo trasportati all'ascolto di una storia accompagnata da canti nenie, versi con una loro musicalità propria che ci fa arrivare il racconto come fossimo raccolti in una dolce serata attorno al grande baobab della casa dei Traoré. Utilissima guida in questo viaggio nel tempo e nello spazio è il glossario a fine opera, come pure l'albero genealogico della famiglia Traoré che testimoniano, tra l'altro, come nota nell'introduzione il grande storico africano Djibnl Tamsir Niane, della veridicità storica e verosimiglianza delle vicende che ci vengono narrate. Paola Angelini
Persone citate: Eliana, Maria Teresa Martin, Mungo Park, Niane, Paola Angelini, Sira, Vicari
Luoghi citati: Brasile, Francia, Guadalupa, Maghreb, Mali, Niger, Portogallo, Sud Africa
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