Sciopero dei magistrati ci mandano allo sbaraglio

Sciopero dei magistrati: ci mandano alio sbaraglio Sciopero dei magistrati: ci mandano alio sbaraglio Una decisione che non ROMA — D'Intesa con i rappresentanti delle associazioni degli avvocati, i giudici italiani hanno proclamato due giorni di sciopero. L'amministrazione della giustizia si fermerà l'8 e 9 giugno. Con una decisione clamorosa, che non ha precedenti, i magistrati intendono così protestare, bloccando le udienze per 48 ore, contro le inadempienze del governo alla vigilia del nuovo processo penale. Ad un anno esatto dalla richiesta di riforme avanzata dall'Associazione nazionale magistrati, l'esecutivo, secondo i giudici, ha fatto poco o niente, rendendo anche vana la mediazione del Presidente della Repubblica, che sei mesi fa intervenne per scongiurare un'altra azione di protesta annunciata dal giudici, ma poi rientrata. Proprio in seguito all'interessamento di Cossiga il presidente del Consiglio Ciriaco De Mita ed il ministro della Giustizia Giuliano Vassalli incontrarono nel dicembre scorso a Palazzo Chigi una delegazione del sindacato dei giudici, al quale fecero numerose promesse. Quasi del tutto disattese, sostengo no ora i magistrati. A pochi mesi dall'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, prevista per il 24 ottobre, e con un periodo di ferie estive già quasi all'inizio, il tempo a disposizione per mettere la macchina della giustizia in grado di affrontare con efficienza i cambiamenti, è, per l'Anm, insufficiente. Di qui, la prò te sta. «/Von vogliamo — spiega Raffaele Bertone, confermato ieri presidente dell'Anm — che ancora una volta ricada no sui giudici responsabilità che non hanno. Ci vorrebbe ro mandare allo sbaraglio alla scadenza del 24 ottobre. Se non verranno approntati per tempo uomini e mezzi, il progetto è destinato a fallire. E noi vogliamo far sapere tutti che se ciò accadrà, noi non avremo colpe'. Come non accadeva da anni, sullo sciopero si sono trovate d'accordo tutte e tre le correnti dell'Anni: 'Unità per la costituzione', 'Magistratura indipendente'Magistratura democratica'. «Mi», anzi, aveva propo sto anche di rafforzare la prò testa con uno sciopero bian co, cioè con la ferrea osser vanza delle norme procedurali. Ma l'ipotesi è stata per U momento scartata perché ciò avrebbe significato para lizzare l'amministrazione della giustizia per mesi. Se condo «Md», ora i giudici debbono essere 'capaci di parlare ai cittadini, di far comprendere le ragioni della protesta, di intrecciare salde intese con gli altri operatori della giustizia, cosa per cui ci siamo battuti fino a quando abbiamo partecipato al governo dell'associazione'. Da ieri al vertice dell'Anni c'è una nuova maggioranza formata da «Unlcost» e «MI che ha confermato Bertone (Unicost) alla presidenza ed eletto segretario generale Mario Cicala di «Mi». 'Magi stratura democratica», che per circa un anno ha retto le sorti del sodalizio insieme con Unicost, è passata all'op posizione. In realtà, da dicembre, dal rincontro cioè con De Mita Vassalli, ad oggi qualcosa stato fatto. La riforma delle preture c'è stata, i concorsi per l'assunzione di altri magistrati e di nuovo personale ausiliario («in grado di ope rare entro il 24 ottobre', assi curano al ministero) sono stati indetti, è stata approvata in sede di commissione la legge sul gratuito patrocinio. 'Ma parecchio rimane ancora da fare-, ricordano 1 giudi ci che denunciano fra l'altro 11 ritardo nell'adeguamento dell'edilizia giudiziaria, lo scarso interesse per decongestionare il carico dei processi civili e penali Critiche anche alle poche cose fatte: -Le preture mandamentali dovevano essere dimezzate con la riforma, invece la metà sono state trasformate in sezioni distaccate con gli stessi compiti che avevano prima le preture'. «bilenisdotatle ail smocospamasostisiosi, detamciaragiomazioa mbigipuCFcacotiddnsudsemphppmdsttaacnra(dacgastlonhl'dngpuccdttzdvctpumesfflddmpMVu Ruggero Conteduca ha precedenti per prot «La gente è stanca, vuole una giustizia credibile»: è il titolo di una recente intervista del Ministro Guardasigilli, il quale spiega — subito dopo—come l'opinione pubblica sia «sconcertata di fronte a certe decisioni che non sempre le appaiono in linea con il senso comune o con il sentimento diffuso. Non è di conseguenza molto propensa a cogliere gli aspetti, diciamo cosi tecnici, che possono vincolare il giudice». Queste parole bene esprimono il momento particolarmente difficile ed impegnativo che la magistratura sta vivendo. I compiti dei giudici sono destinati a farsi sempre più complessi: basti pensare allo straordinario impegno professionale e culturale che richiederà, fra pochi mesi, l'appuntamento storico dell'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale (appuntamento in vista del quale proprio oggi l'Associazione nazionale magistrati, d'intesa con le rappresentanze degli avvocati, ha indetto due giorni di sciopero, perché si realizzi quanto manca al decollo della riforma). Basti pensare, ancora, che in sede di elaborazione della nuova legge sulla droga continuano a manifestarsi orientamenti (a dir poco discutibili, e tuttavia forti) che vorrebbero lasciare al giudice un'amplissima discrezionalità, fino al punto di richiedergli un pronostico sulla capa- Il psi non ha fretta estare contro le inadempienze del governo cita del consumatore di droghe leggere — non tossicodipendente — di astenersi dal commettere in futuro fatti della stessa specie. Proprio le vicende della nuova legge sulla droga dimostrano come sia ben lontana dallo scomparire la tendenza a scaricare soprattutto sulle spalle dei giudici molti problemi che esorbitano l'ambito giudiziario (casa, ambiente, salute, ecc.). Serve a poco, tuttavia, ricordare ancora una volta che relegare tali problemi nell'ambito dell'intervento giudiziario (ritardando o facendo del tutto mancare altrettanto necessari interventi sul piano politico-sociale, quando non sull'elementare piano dell'adeguamento legislativo e strutturale) finisce per lasciare i giudici soli, senza supporti adeguati alla loro azione: cosi da determinare una pericolosa sovraesposizione della funzione giudiziaria, che rende poi facile addebitare strumentalmente alla magistratura una «politicizzazione» che è invece fisiologica conseguenza di vari fattori. Al punto in cui siamo, serve di più riflettere sulle parole del ministro: per cogliervi alcuni messaggi che rischiano di passare — se già non sono passati — nella pubblica opinione (magari Gian Carlo CaseUi (Continua a pagina 2) ta di tornare a Palazzo Chigi, ma il governo De Mita...

Persone citate: Ciriaco De Mita, Cossiga, De Mita, De Mita Vassalli, Gian Carlo, Giuliano Vassalli, Mario Cicala, Raffaele Bertone, Ruggero Conteduca

Luoghi citati: Roma