Sacchi e Sala, in due sull'abisso

Sacchi e Sala, in due sull'abisso Nel prossimo futuro si giocano la stagione, ma come sono diversi gli obiettivi i ■ ■— — < ■ .i. -: Sacchi e Sala, in due sull'abisso Il rossonero: «Barcellona, ecco il nostro pensiero fisso» - «La mia paura? I troppi infortuni» - Il granata: «Ogni errore ci costa un gol» dal nostro Inviato GIORGIO GANDOLFI MILANO — Sacchi temeva questa partita ma forse ha avuto torto. Sala sperava in qualcosa di meglio di una sconfitta ed aveva ragione. Come non approfittare di questo Milan a mezzo servizio, oltretutto senza Maldini nella fase critica della gara? Perché non sfruttare maggiormente la fascia sinistra dove dopo Evani è venuto a mancare anche il giovane terzino? Sacchi si è rammaricato per l'infortunio al difensore ma ha tirato un sospiro di sollievo: il Milan non vinceva in casa da due mesi, anche allora la vittima fu una squadra torinese, la Juventus. «Come risultato siamo andati meglio di quanto sperassi — esordisce —. Anche la partita è stata superiore alle previsioni e vi assicuro che non è facile quando si hanno altre prospettive. Purtroppo non si esaurisce la serie degli infortuni: non riusciamo a finire una partita con gli slessi uomini. Questo mi preoccupa-. Una pausa e poi il riepilogo: •Nelle ultime 4 partite abbiamo perso altrettanti giocatori: speriamo bene per Maldini, è un altro guaio che mi dà fastidio perché vorrei che a Barcellona vincesse la squadra più forte, non quella che dispone di tutti i titolari'. Elogia il Torino e sembra sincero: -E' una buona squadra anche perché aveva mo¬ tivazioni superiori alle nostre, più impellenti. Bisogna dire che è stata sfortunata, il palo le ha negato il pareggio. Stava approfittando net primo tempo di un Milan non abbastanza veloce e pimpante-. Dunque, il pensiero è ben fisso a Barcellona? -E come si può farne a meno? Speriamo di recuperare i quattro infortunati. Per gli altri non mi preoccupo tanto è vero che nella ripresa sono sem¬ brati meno affaticati che nel primo tempo'. Elogia Muller per sottolineare la prova di Filippo Galli: 'Il brasiliano è bravissimo ma il 7iostro difensore gli si è opposto bene. Anzi Galli è stata la nota più positiva». Dalla faccia di Claudio Sala è sempre difficile capire se è arrabbiato o meno. La stessa maschera di quando giocava a calcio, si insultava con l'avversario di turno e poi smen¬ tiva: 'Macché, siamo grandi amici». Ieri sicuramente ha detto quello che non pensava, negando anche l'apparenza e cioè che alcuni suoi giocatori, pochi per fortuna, confondono l'agonismo col gioco duro, falloso. Forse dovranno ripassare la casistica assieme a Lops, a cominciare da Comi: non si rimedia un'ammonizione per allacciarsi una scarpa. Con un arbitro così fiscale bisogna chiedere il permesso per ritornare in campo. 'Non abbiamo la testa a... Barcellona noi del Torino — esordisce Sala—. Però abbiamo giocato un buon primo tempo. L'episodio avvenuto alla fine dei 45'ha condizionato l'ambiente, anche chi doveva dirigere la gara...». Cosa intende? 'Benedetti si è un po' aggrappato a Van Basten e poi l'olandese ha accentuato la caduta. Ma non era rigore, a mio avviso, per quello che si vede dalla panchina. Qualcuno può essere rimasto influenzato». Sala non lo dice però lascia intendere che nella ripresa l'arbitraggio di Lo Bello ha cambiato timbro, più casalingo di così non poteva essere, a volte in modo sfacciato. Qual è il problema di questo Torino? 'Non riusciamo a'conservare la concentrazione per 90'—risponde Sala —. Ogni tanto si sbaglia, saltafuort un errore e l'avversario di turno ci castiga. Per due volte sono venuti giù dalla sinistra e ci hanno colpiti». Per fortuna, i «concorrenti» non ne hanno approfittato: 'In effetti è stata una domenica di transizione, non è cambiato quasi nulla. Adesso però siamo attesi dal derby, poi da Napoli e Pisa. Un trittico nel quale ci giochiamo quasi tutto». Contento del rientro di Benedetti? 'Quella con Van Basten era una marcatura scontata: temevo proprio i colpi di testa dell'olandese, ho cercato di neutralizzare soprattutto lui. Il palo di Fuser? E' il calcio, anche nel primo tempo abbiamo avuto una grossa occasione con Muller. Peccato che il pallone gli sia capitato sul piede sinistro. Non è il nostro pe riodo fortunato...». Tre granata ammoniti: non sono troppi? 'Effettivamente è stata un'esagerazione, so prattutto nei confronti di Co mi. Lo Bello voleva mantenere una calma che in pratica esisteva già». n e o è a Milano. Prima della partita Van Basten riceve il Pallone d'Oro cheìo premia come migliore gìoc* tore europeo del 1988. L'olandese dimostrerà poi di meritarsi l'onorificenza segnando un bel gol

Luoghi citati: Barcellona, Milano, Napoli, Pisa