Il pallone che scotta
Il pallone che scotta Primo piano Il pallone che scotta MILANO — Anche l'ultimo schema d'attacco del Torino '88-'89 non ha avuto successo. Era il più lineare, ma anche il più difficile da concretizzare, poggiando sul rilancio lungo di Marchegiani per Muller, che era nel mezzo tra Costacurta e Franco Baresi. Nessuno creda che la nostra sia ironia. Sarebbe perlomeno di cattivissimo gusto nei confronti di una squadra che ha cosi tanti problemi da risolvere. Se Claudio Sala non è intervenuto per dire al portiere di cercare altre vie con i suoi rilanci, è perché lo stesso tecnico non vedeva altre possibilità. Il Torino non sarebbe stato insomma in grado, evidentemente, di impostare una manovra partendo da un passaggio alla mano del suo portiere a un terzino, al libero, e neppure un centrocampista andava a proporsi. E i molti passaggi indietro, anche a Marchegiani, sul punteggio sfavorevole, confermano la mancanza di coraggio, il terrore di assumersi l'iniziativa da parte di molti elementi. E allora evviva Fuser, che sbaglia ma non ha timore di farlo, e viva Catena che quando va in campo conosce una sola direzione, verso la linea di fondo avversaria. Si possono aggiungere Sabato e Rossi, e basta. Quando il pallone scotta, e cosi sembra per molti granata, diventa difficile parlare di gioco, di errori, di mancanza di schemi. Pareva che la morsa della paura si fosse allentata con la partita di Verona, ma ieri l'incapacità di assumere iniziative è tornata evidente, preoccupante proprio perché il Milan era privo di alcuni giocatori di classe. ^ p_
Persone citate: Claudio Sala, Costacurta, Franco Baresi, Fuser, Marchegiani, Muller, Rossi
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