Milano resta sul trono

Milano resta sul trono La Juventus pareggia con l'Inter, il Toro si arrende al Milan Milano resta sul trono Barros spinge i bianconeri con un'acrobazia, Serena replica di testa - Colombo e Van Basten non perdonano a San Siro E domenica c'è il derby della Mole di GIANNI RANIERI TORINO — Le grandi sfide hanno una cosa di lodevole: la vigilia. Spesso è l'unica cosa lodevole che riescono ad offrire, perché dal momento in cui i giocatori entrano in campo al fischio di chiusura queste attesissime contese si trasformano in partite normali; non di rado in partite subnormali alle quali assistono, non troppo felicemente, enormi folle reduci da una affannosa, logorante caccia al biglietto. Gli spettatori delle grandi sfide sanno per antica abitudine che il divertimento, se di divertimento vogliamo parlare, si esaurisce con la conquista del tagliando grazie al quale potranno avere licenza di annoiarsi. Malgrado ciò non desistono. Il calcio è bello soprattutto in quanto, a differenza della vita, non è vario. Ma il divertimento, se di divertimento vogliamo di nuovo parlare, riprende dopo la partita nelle discussioni tra tifosi, persone bravissime a trovare argomenti consolatori per ammazzare il tempo durante il tragitto del ritomo a casa. Di che cosa avranno parlato e parleranno nei prossimi giorni i milanesi e i torinesi che sono riusciti a trovare un posto al Comunale? Per cominciare, si saranno chiesti come mai una partita che sarebbe dovuta durare novanta minuti è finita al 55', giacché, segnato Serena il suo gol pareggiante, è calato su Juve-Inter mestamente il sipario. Quindi, si saranno chiesti se in un futuro magari lonta¬ no sarà possibile ottenere un rimborso del denaro in proporzione al tempo-spettacolo della gara in questione: 45 minuti di sbadigli, rimborso di metà biglietto e via risarcendo a spese, ci sembra ovvio, dei calciatori partecipanti al duello. I quali, innamorati come sono del proprio conto in banca, avranno tutto l'interesse a darsi da fare, rinunciando alle strategie temporeggiatrfci che favoriscono la gioia degli allenatori e il sonno del pubblico. Poi torinesi e milanesi, i primi protagonisti e vincitori del primo tempo, i secondi protagonisti e vincitori degli iniziali cinque minuti della ripresa, avranno affrontato il seguente quesito: vale di più una squadra che per pareggiare deve dimostrarsi superiore per 45 minuti o l'avversarlo che per approdare al medesimo risultato se la cava con un numero considerevolmente minore di giri di lancette? La rapidità dei milanesi nel concludere gli affari ha avuto un'ulteriore conferma, così come è stata ribadita, nello stesso campo, la tendenza dei torinesi a mimare le lumache. Tenendo conto di tale non secondaria faccenda, si deve ammettere che i nerazzurri, stanno meritando lo scudetto che ormai da un pezzo si sono appuntati sulle maglie. Mancano ancora sette domeniche al termine del campionato e non ci sorprenderemmo se la squadra di Trapattoni limitasse ad una complessiva mezz'oretta di prodotto calcistico il suo restante dispendio di energie. Milano è sempre Milano. E Torino è sempre Torino, seb- bene ci sia Zavarov, che ieri ha conpiuto il miracolo russo di manifestarsi per oltre trenta minuti, un lasso di tempo enorme per i suol attuali costumi, in veste di giocatore illuminato, e ci sia il portoghese Barros che per soli otto centimetri rientra nel numero degli umani obbligati ad allacciare in auto la cintura e che, forse per questo obbligo per lui di alta soddisfazione morale, ha trafitto Zenga grazie ad un formidabile, acrobatico intervento che gli ha consentito di scivolare imprendibile sotto un'altra cintura, quella di Bergami, e di volare all'appuntamento col pallone. Gol stupendo che l'interista Serena, pur non avendo psicologici problemi di cinture, ha ritenuto opportuno pareggiare anche nella straordinarietà della fattura, esibendosi in un colpo di testa memorabile. E' onesto dire che almeno i gol sono stati degni della classicità di un incontro che per Trapattoni significava la definitiva consacrazione a imperatore del torneo. Sconfingere l'ancora amatissimo Trap sul terreno delle sue glorie passate non sarebbe stato gentile e la Juventus sa come si trattano gli amici. Purtoppo, nel corso del presente campionato è successo ai bianconeri di trattare da amici anche coloro che non lo meritavano affatto. Su, non fate quella faccia tifosi della Signora: come afferma l'avvocato Agnelli, è il 1992 l'anno della verità. Intanto, domenica c'è il derby con il Torino, un derby che i granata non possono perdere. Milano. La squadra di Sacchi ha battuto i granata: ecco Angelo Colombo segnare la prima rete Torino. Né vinti né vincitori al Comunale tra Juve e Inter: qui il gol in acrobazia di Barros

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