Carrara esporta in Usa Il marmo torna a tirare di Lorenzo Del Boca

Carrara esporta in Usa Il marmo torna a tirare Carrara esporta in Usa Il marmo torna a tirare Nuovi mercati compensano la chiusura «di guerra» del Medio Oriente - In Toscana «Fiera internazionale» dal 31 maggio al 4 giugno DAL NOSTRO INVIATO CARRARA — L'ultimo lavoro in Medio Oriente era stato quello di lastricare il quartiere residenziale di Beirut: marmo di Carrara per migliaia di tonnellate che, adesso — colpa della guerra — non si vende più. Chiusi del tutto i mercati della Persia, dell'Irak e del Libano che pensano a comperare carri armati piuttosto che pezzi di case: compromesse le vendite con i Paesi arabi vicini. Eppure la crisi che è stata strisciante fino al 1984 si sta risolvendo con un fatturato che toma a salire: l'industria ha trovato nuove piazze di conquista negli States e in Australia. 1200 anni della Rivoluzione francese portano a Parigi, sui Champes Elisèes, un arco di trionfo che verrà inaugurato il giorno della presa della Bastiglia il 14 luglio. E' coperto da 25 mila metri quadrati di marmo di borano e da sei mila di Portigio. Tutto Toscano. I primi mesi di quest'anno confermano i risultati del 1988 che indicano un'esportazione di tre milioni di tonnellate di materiale per un valore vicino ai 2 mila miliardi. In un contesto imprenditoriale stagnante o in difficoltà come quello di Carrara, il marmo resta un punto di riferimento per l'economia: da lì viene il gettito prò capite della città. C'è stata una poesia del marmo: quella degli scultori come Buonarroti. Ma oggi gli esperti dicono che il marmo è materiale da edilizia industrializzata. Nel senso che contano poco i 30 milioni di statue esportate l'anno, i capitelli, i bagni o qualche pavimento da posare nelle case sofisticate. Si ragiona in termini di grandi spazi, rivestimento di building, coperture di interi palazzi. Il problema è sviluppare una tecnologia capace di portare un lastrone al trentesimo piano di un grattacielo e farcelo stare e di avere a disposizioni quantità misurabili in migliaia di metri quadrati. I premi Marble Architectural Awards per il 1989 sono stati assegnati all'architetto Hally Geidler che ha ricoperto il -Riverside Centre» di Brisbane con granito grigio perla, lavorato a Carrara, e all'architetto Harry Seidler per il -Penthouse Apartament» di Sydney, che ha usato il «Tamin», granito per gli interni. -L'impresa del marmo — dice Lorenzo Marchini che è il portavoce della categoria — deve svilupparsi ancora e articolare le sue proposte produttive in modo da non stancare gli architetti e offrire nuove possibilità di utilizzo». Alla mostra di Los Angeles — -Cultura del marmo» — Carrara si è presentata con una serie di -novità» estetiche. Per esempio: un cono al¬ to dodici metri. Da un blocco di un metro cubo di marmo è stato possibile tagliare una serie di lastre circolari che poi sono state sovrapposte. -Vengono utilizzate — aggiunge Marchini — per rivestire delle colonne. Il che consente nuove soluzioni di arredamento e di stile. Invenzioni anche sofisticate che offrono lo stimolo della modernità». Le nuove frontiere dell'edilizia verranno presentate anche in occasione della -Fiera Internazionale marmi e màcchine» fra il 31 maggio e il 4 giugno, a Carrara. Settecento espositori alcuni dei quali poco più che artigiani sono in grado di mostrare una grande padronanza tecnologica. I canali dell'import-export del marmo sono rivolti verso l'Europa che rappresenta il 54 per cento degù scambi, i quali — per la maggior parte — sono diretti verso la Germania. Poi gli Stati Uniti, il Oiappone. Sta riemergendo 11 mercato dell'Arabia Saudita che era stato un cliente d'oro (Riad luccica di marmi •mode in Italy»), ma che poi aveva diradato i contatti. Si acquistano le materie grezze (da lavorare in Italia) da Spagna, Portogallo e Grecia. Carrara resta il centro mon diale del marmo perché lì ci sono gli strumenti che le consentono di essere padrona del mercato. Lorenzo Del Boca

Persone citate: Buonarroti, Hally Geidler, Harry Seidler, Lorenzo Marchini, Marble, Marchini