Il Fellini del Villaggio

Il Fellini del Villaggio $ maestro ha costretto Paolo ad una «mutazione» Il Fellini del Villaggio «Al di là della sua grande cultura, capisci che ogni cosa che fa ha l'impronta del genio» il furibondo prestigiatore Kranz ha fatto pace col mondo e 1 suoi camelini di pelouche sono stati liberati nei deserti del cielo. Anche Fantozzi se n'è andato ormai in pensione e di rado incontra la signorina Silvani alla quale il tempo ha ridotto a una ruga l'ammaliante sorriso. La signora Pina s'è vieppiù incartapecorita e, poveretta, continua a non saper risvegliare i sensi assopiti del suo tragico ragioniere. C'è poco da ridere dunque adesso con Villaggio. I "diti' non s'intrecciano più, la salivazione da "azzerata» qua) era, è tornata normale. Emotivo per nostra fortuna lo è ancora, e le emozioni quando trovano una mente agile sviluppano una grande voglia d'essere e di fare. Bisogna vederlo ora Paolo Villaggio, per capire che cosa gli ha combinato quel gran Maestro di Federico: una vera mutazione. Ci sono delle foto di scena, infatti, che lo ritraggono sul set del nuovo film di Fellinl: barba bianca, capelli bianchi che scappano dal cappello, bianco impermeabile e un'espressione grave e dolente. Villaggio, ma quale personaggio è mai questo? ■ Un paranoico. Si tratta d'un ex prefetto di nome Gonella che pensa che il mondo sia una terribile macchinazione ai suoi danni. Incontrerà un altro ossesso, Salvini, che poi è Benigni...». Ma è un personaggio grottesco oppure fa ridere? -Grottesco e può fare anche ridere. A Fellini i clown son sempre piaciuti. Io ho la barba bianca. Benigni un so- prqcciglio albino...». È Benigni com'è, improvvisa con Fellinl? -Non s'improvvisa nulla, si seguono le direttive del maestro, o meglio, uno spazio lo dà: dentro le sue parentesi ti permette l'inventiva». Com'è Fellini, autoritario, amichevole, alla mano? •E' un Maestro. Noi italiani non abbiamo idea di com'è Fellini. E' un grande, un grandissimo. Vengono a omaggiarlo da ogni parte del mondo, e mica degli scalzacani. E' arrivato Oliver Sione a baciargli la mano. Ha rapporti diretti con Ingmar Bergman, Kubrick... bisognerebbe poi leggere le lettere che gli scrive Woody Alien. Ma al di là della sua grande cultura, capisci che ogni cosa che fa ha l'impronta geniale». Paolo Villaggio si porta dentro la passione per la vita. E la passione è fatta per essere vista: anche il volere nasconderla è necessario che si veda. Così quando si cercava di sapere che cosa ci fosse dietro Fantozzi o Fracchia, Villaggio spiegava a raffica: -Ci sono mio padre e mia madre, mia nonna. C'è Genova, l'Italsider dove lavoravo, il collega Bianchi, il collega Rossi. E c'èJannacci, Squarzina e Kranz e... la mia aggressività, la mia antipatia. La mia brama del successo. Le nevrosi, l'istrionismo. La voglia tremenda di farsa, di teatro, di star fuori dal branco, di dissacrare. Poi c'è la mia timidezza, la mia vanità, la vigliaccheria e anche il fatto d'esser rimasto vergine fino a 18 anni. E c'è il mio bisogno di un successo che se ti sfugge è meglio morire...». Sembrava un calderone detto per far capire tutto e niente e invece c'era proprio quella passione per la vita che via via l'ha costretto a travestirsi da eroe mentecatto per un boccone d'amore della signorina Silvani o da vigliacco guerriero per un sorriso del suo megadirettore. Federico Fellini, che, si sa, è un'autorità ira gli investigatori del sogno, l'ha preteso per interpretare il suo film. E Villaggio adesso sì trova a godere prima di tutto con se stesso dell'alto riconosci mento dei suoi talenti. "Certo che ci godo. E' un impegno fantastico stare con Fellini. Io, abituato a girare film al massimo del costo di 4 miliardi, dopo tanti anni di cinema commerciale, mi vedo vicino al grande timoniere di questa supercorazzata che è davvero un impegno produttivo enorme... dove c'è il meglio di lutto». Ma che cosa ha in più il Maestro? 'Intanto è così che tutti lo chiamano e così lo chiamo io. Non potrebbe essere altrimenti, perché... ricordi il Rei? Lo guardi e si capisce subito che non è una nave vera, ma Fellini voleva che quella nave fosse grossa come una montagna. Proprio come direbbe un bambino. E' così che ti restituisce l'essenza, il ricordo dell'infanzia». Lei adesso non si sente più un comico? •L'ho detto più volte: pensavo d'essere un comico, poi ho pensato d'essere un attore comico e infine un grande scrittore. Adesso penso d'essere un grande attore». C'è poco da dire, dev'essere davvero così se "il grande demiurgo» se lo coccola tanto. •Invecchiando m'è venuto il viso segnalo, più patetico come ì grandi attori...». Quanti anni ha adesso? •Cinque-sei. Cinquantasei». Kranz dunque non scenderà più le scale di corsa urlando: -Chi fatto me camba?» e Fantozzi non cadrà mai più dalla poltrona sotto la scrivania del megadirettoregalattico, ansimando: «Afi scusi.'». Un po' ci dispiace. Abbiamo riso tanto con Villaggio. Ma quale sottile nuovo divertimento sarà scoprire insieme con Fellini la sua vera "mostruosa» Identità. Nevio Boni Paolo Villaggio (sul set con Federico Fellini) nei panni dell'ispettore Gonella (Foto Catalano)

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