All'ombra della Chiesa cento divorzi ogni anno

All'ombra della Chiesa cento divorzi ogni anno Quanti chiedono l'annullamento del vincolo? All'ombra della Chiesa cento divorzi ogni anno Il numero è sostanzialmente stabile, ma preoccupa i cattolici - La maggior parte dei matrimoni fallisce entro i primi dieci anni Cento «divorzi» sotto il campanile. Crescono, ma di poco, le coppie che si separano con il nulla osta della Chiesa: novantuno neU'87, novantasette l'anno scorso. Ma nell'86 erano volate a quota 127 e quattro anni fa si erano assestate su centodieci. Cambia però totalmente il panorama di chi bussa alle porte del tribunale ecclesiastico regionale per postulare l'annullamento del matrimonio contratto davanti all'altare tra fiori, commozione dei genitori e degli invitati, musica. Ieri erano i soliti ricchi, oggi trentatrè su cento sono impiegati, almeno quindici gli insegnanti e altrettanti gli operai. In coda ci sono tutte le classi sociali: dagli agricoltori ai dirigenti, dai medici ai disoccupati, dalle casalinghe agli artigiani. Così l'ultima radiografia dell'attività del tribunale ecclesiastico, scattata dal vicario giudiziale, il presidente, don Giovanni Battista Defilippi di Ivrea, abbatte i luoghi comuni che da anni popolano la fantasia di chi pensa alla Sacra Romana Rota. E' molto folto il numero di chi alla sentenza del giudice dello Stato preferisce quella deUa Chiesa, -in anni di legislazione civile divorzista e di mentalità secolarizzata verrebbe da pensare che nessuna coppia, di fronte al fallimento del proprio legame, ricorra al Tribunale Ecclesiastico per ottenere la dichiarazione di nullità dal vincolo, oppure la dispensa pontifìcia per matrimonio rato e non consumato». Invece non è così e il divorzio non è l'unica strada per uscire da situazioni diventate insostenibili. Non è vero neppure che ottenere il «sì» della Chiesa è impresa difficilissima. Lo dicono 1 dati. L'ottanta per cento delle cause si conclude con il nulla osta dell'autorità ecclesiastica. Tempi Lunghi? Macché. La trafila dura un anno, al massimo un anno e mezzo. Tra le righe della relazione, emergono invece una grande preoccupazione (troppi i fallimenti) e un appello accorato a chi vuole sposarsi: «Preparatevi bene prima per evitare il dolore del dislacco poi». Di qui il nuovo impulso che i vescovi intendono dare ai «corsi per fidanzati». Sono seguiti praticamente da tutti coloro che vogliono dichiarsl reciproco amore all'ombra del campanile: una serie di incontri con sacerdoti, medici, uno psicologo e coppie sposate per tentare d'immaginare le difficoltà e i problemi della vita a due sotto lo stesso tetto. Perché allora tante coppie danno «forfait»? Per mille complesse ragioni. Il Codice di diritto canonico ne prevede tre: gli impedimenti dirimenti, il consenso del matrimonio, la forma della celebrazione. Tra gli «ostacoli» più comuni, l'età inferiore ai 14 anni per le donne e a 16 per gli uomini o la consanguineità. Quindi l'impotenza (da non confondere con la sterilità) e la disparità di culto. Non sono questi i capi di nullità più frequenti, ma quelli che riguardano il consenso. Cioè incapacità della persona, per insufficiente uso di ragione, per difetto di discrezione, per impossibilità di assumere gli obblighi essenziali del matrimonio. Succede quando uno degli sposi non è in grado di scegliere in piena responsabilità, il più delle volte per malattie psichiatriche. •Vi sono poi — si legge nella relazione pubblicata su "La Voce del Popolo" — i cast (e sono i più numerosi) 'in cui il consenso risulta viziato o gravemente difettoso». Gente cioè che si è sposata non in piena libertà o per violenze morali o senza accettare tutti gli elementi essenziali del matrimonio secondo la Chiesa: fedeltà, figli, indissolubilità. E' sempre successo e, quasi certamente, continuerà ad accadere. L'allarme rosso che scaturisce dai chiaroscuri dell'ultima fotografìa scattata a coloro che chiedono alla Chiesa il permesso di «separarsi»: nell'ottanta per cento dei casi il naufragio arriva nei primi cinque anni. Al massimo entro i dieci. •Sarebbe interessante una indagine sui motivi per i quali la coppia si trova in una situazione di maggior rischio durante i primi anni — scrive don Defilippi —. Comunque ritengo che esistano soprattutto notevoli difficoltà psicologiche, di abitudini, di rapporti tra le famiglie». Aggiunge: «Il diventare, di giorno in giorno, un cuor solo e un'anima sola è un cammino faticoso, tanto più difficile quanto più fragili sono state le premesse, prima delle nozze». Gian Mario Ricciardi

Persone citate: Defilippi, Gian Mario Ricciardi, Giovanni Battista, Rota

Luoghi citati: Ivrea