Suoni e luci a Torino

Suoni e luci a Torino PALAZZO MADAMA: LIBRO E SPETTACOLO Suoni e luci a Torino TORINO — Nella sera tiepida, le voci raccontano Palazzo Madama, bimillenaria costruzione nel cuore della città. Sarà bello a vedersi, questo spettacolo, atteso per giugno. Un son et lumière come non si è soliti ammirare a Torino. Così vien fatto di assaporarlo in anticipo per le pagine di Pietro Martinotti «Suono e luci a Palazzo Madama parlano le memorie», appena edito dalla Società Editrice Internazionale, con il patrocinio del Comune, della Provincia e della Regione. I proventi di pubblicazione del volume sono destinati alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro e Donna Allegra Agnelli, della benemerita fondazione presidente e prima animatrice, annota nella presentazione: «Lo spettacolo di "Suoni e Luci"non è molto conosciuto in Piemonte: l'ultimo esempio torinese risale al 1961, quando gli spettatori, in lunga fila su corso Moncalieri, videro il Castello del Valentino fasciato di luci, nel ricordo di un grande passato, per il centenario dell'Unità d'Italia. La scelta del luogo era quanto mai opportuna, sia per ia bellezza del Castello, sia perché quest'ultimo era slato edificato da Carlo di Castellamonte nel 1630 sul tipo dei castelli del Cinquecento in Francia, patria di tanti spettacoli di Suoni e Luci. Questa volta la rievocazione dell'Unità d'Italia trova, come scenario, Palazzo Madama e, come platea, Piazza Castello... Palazzo Madama, con i suoi duemila anni, rappresenta il cuore dì Torino e la sua storia si estende a quella del Piemonte in un abbraccio inscindibile nel lungo, durissimo cammino verso l'Unità d'Italia». Un alternarsi di voci, dicevamo, con le quali Martinotti — con le «basi storiche», come le ha definite, tratte da Marziano Bernardi, Francesco Cognasso e Luigi Gramegna, non senza un'occhiata alla Storia d'Italia che Nino Valeri ha curato per la Utet — crea uno spettacolo. Lo scenario è fra i più suggestivi offerti da Torino, soprattutto per chi è nato qui e già sui banchi di scuola ha «toccato» dal vivo le radici da cui l'Italia nacque. Palazzo Madama: un buon punto di riferimento, un elemento architettonico «centrale» quasi come contraltare d'obbligo a Palazzo Carignano, con tutto ciò che quest'ultimo ha da riferire su una storia che dal Risorgimento prese le mosse. Un gioco di luci, quello predisposto da Martinotti, che da fievoli si fanno vivide, splendenti, e con la passione per la regìa che gli conosciamo vi ha pure collocato le musiche opportune, quelle che la gente si aspetta di ascoltare in quel preciso istante. Se per l'assedio del 1706 la luce lampeggia e s'avverte lo scoppio delle bombe. la Marsigliese pare inevitabile, in sottofondo, quando Vittorio Amedeo ed Eugenio affidano a Juvarra l'edificazione di Superga a scioglimento del voto mariano pronunciato prima della battaglia. E s'ode la parola Cherasco. Il marzo 1861 porta sul vento l'epopea dell'Italia unita e Martinotti segnala nel testo: forte attacco dell'inno di Mameli, poi dissolvenza: la luce come sopra. E per la morte di Cavour, i rintocchi lugubri delle campane. Quando lo spettacolo sta per concludersi, nel testo si legge: «Ma l'Italia, unita e libera, era ormai una realtà e Palazzo Madama era stato, anche di questa storia, un silenzioso protagonista». Parole che sentiremo in piazza Castello. Per questa scena finale è previsto: coro solenne del Nabucco, mentre le luci splendono al massimo. Poi lentamente suoni e luci si smorzano, ed è tutto finito. Martinotti come regista non lascia nulla al caso, manco le briciole. Ricorda nel testo come lo spettacolo è preceduto dal cambio della guardia a Palazzo Madama, eseguito dal Gruppo Storico Pietro Micca, fondato da un altro appassionato di vicende subalpine, il generale Guido Amoretti. I suoi ragazzi con le divise di allora, i fucili di allora, saranno un bel colpo d'occhio. Aspettiamoci una magnifica serata. Renzo Rossotti