Amato «Almeno Togliatti decideva...» di Alberto Gaino

Amato: «Almeno Togliatti decideva» Il ministro del Tesoro parla del governo, del psi, dello sciopero generale Amato: «Almeno Togliatti decideva» DAL NOSTRO INVIATO IVREA — Un discorso da New, Deal, della responsabilità di chi governa. Giuliano Amato ha scelto il congresso dei socialisti piemontesi per denunciare con vigore il suo disagio, di uomo politico e ministro, per come la ricerca del consenso e la paura di perdere voti freni qualsiasi politica di risanamento. Un tema caro al responsabile del Tesoro, ma che questa volta è stato coniugato con la preoccupazione di «un tessuto sociale che sta smarrendo i valori della solidarietà». Amato ha attaccato quella cultura politica che porta i suoi esponenti «a presentarsi a programmi tv di successo con il rischio che la ricerca indiscriminata di consenso porti loro ad essere dei guitti in ostaggio degli elettori piuttosto che dei dirigenti politici capaci di assumere posizioni scomode e co¬ raggiose quando fosse necessario». In questo senso, ha affermato Amato, «provo nostalgia per quella parte di tradizione di sinistra che io chiamavo togliattismo: non rinunciava ad un ruolo dirigente». Un riferimento critico alla polìtica comunista, ma anche del proprio partito: "Non sfugge a nessuno che c'è stata discussione fra di noi e personalmente penso al prossimo congresso socialista come ad un'occasione molto utile per riassumere la responsabilità di decidere e fare le cose che urgono, per ricuperare una nostra identità. Una certa parte del nostro bagaglio, dopo dieci intensi e proficui anni di politica socialista, ha bisogno dì una verniciatura». Dove vuol arrivare Amato? "Sta enormemente crescendo la ricchezza privata — dice — a scapito del patrimonio collettivo. Questo non va e va detto. In questo senso parlo di caduta verticale dei valori di solidarietà. In una famiglia che si rispetti il risparmio viene finalizzato anche alle spese per la casa e per l'istruzione, nella famiglia italiana finisce investito tutto nei miei Bot. Non può andare così. Non capisco proprio la sordità che manifesta una parte della cultura liberale (a pochi metri Amato aveva il neocandidato socialista Bettiza, ndr) che non vuol comprendere come la libertà individuale passi per la cultura della solidarietà». I nuovi diritti, a cominciare da quello di un ambiente pulito, mettono in discussione, secondo Amato, anche privilegi acquisiti: "Dobbiamo dirlo che l'ecologismo pone il problema di un certo tipo di sviluppo industriale quanto di piccole comodità quotidiane». Così come, ha ag¬ giunto, non si può non affrontare la questione della produttività del sistema pubblico, della revisione di quello previdenziale: «Se continueremo a calcolare le pensioni sull'ultimo anno di retribuzione fra dieci avremo seri problemi a garantirne i pagamenti». Un «passaggio» sulle distorsioni della sanità («Se assicurassimo le cure termali gratuitamente, a spese dei contribuenti, non faremmo che mantenere una parte del sistema turistico nel nostro Paese») e una conclusione in sintonia. «Abbiamo bisogno di una classe politica che dia l'esempio e abbia il coraggio della responsabilità». Prima ancora, il ministro del Tesoro ha affermato che lo sciopero generale è un errore: «72 risanamento esige dei prezzi, a costo di essere impopolari». Alberto Gaino Giuliano Amato

Persone citate: Bettiza, Giuliano Amato, Togliatti