Bolzano elezioni tranquille Sarà un successo dei «verdi»?

Bolzano, elezioni tranquille Sarà un successo dei «verdi»? Buona affluenza alle urne nel capoluogo altoatesino: oggi i risultati Bolzano, elezioni tranquille Sarà un successo dei «verdi»? E' stato rinnovato il Consiglio comunale, sciolto un anno fa dal Consiglio di Stato BOLZANO — Fugando i timori della vigilia che prospettavano sintomi di disaffezione, i bolzanini sono andati ieri alle urne per rinnovare il Consiglio comunale a ranghi compatti, rispettando una tradizione che vuole sia il capoluogo, sia la provincia regolarmente in testa alle classifiche in fatto di percentuali di afflusso alle urne. La mattinata registrava già un piccolo record, con 24,51%, contro i 22,14 del 1985. Alle 17 la percentuale era del 56,07% contro i 60,82. I quasi 83 mila elettori bolzanini hanno potuto scegliere fra 331 candidati di 13 liste diverse. Due le formazioni nuove: la lista etnica Ladins, che raccoglie candidati ladini, e il Partito democratico pensionati. I seggi si sono chiusi alle 22 e 1 risultati si conosceranno oggi. Le elezioni sono state anticipate di un anno rispetto alla scadenza del 1990 perché il Consiglio comunale è stato sciolto nell'agosto dello scorso anno. Alle consultazioni dell'85, fra i candidati ci doveva essere il repubblicano Silvio Leonardi. Questi però aveva interrotto il requisito della residenza quadriennale in Alto Adige, indispensabile per avere l'elettorato passivo, in base a una norma dello statuto di autonomia. Il consigliere fece ricorso al Consiglio di Stato che, dopo tre anni, decìse lo scioglimento del Consiglio. Nel 1985 si registrò un clamoroso risultato: il successo missino, infatti, fu allora un fatto inedito e provocò una grande impressione non soltanto a Bolzano. Si pensò ad un fatto eccezionale, a un voto di protesta, ma poi, sia le politiche, sia le regionali dello scorso anno confermarono che non si era trattato di una sparata occasionale. Dalle urne, il 12 maggio '85 uscì un Consiglio così composto: 6 comunisti, 10 consiglieri della Svp, 1 socialdemocratico, 11 missini, 5 socialisti, 1 «pensionato», 2 repubblicani, 1 liberale, 4 «Verdi alternativi» e 9 democristiani. Si formò così poi una giunta che poteva contare su 25 voti su 50 e l'appoggio del rappresentante dei pensionati, il che ha consentito un'amministrazione al quadripartito dc-Svp-psi-psdi. Nel novembre scorso, in occasione delle elezioni regionali, si provò a calcolare, sulla base dei voti allora espressi in città, la composizione del futuro Consiglio comunale e si accertò che si sarebbe determinata una situazione di stallo e di difficile governabilità: infatti la coalizione uscente avrebbe potuto contare su soli 24 voti. , . Da allora però qualcosa è cambiato: le elezioni regiona- li hanno spazzato via la vecchia guardia della Volkspartei e ai vertici della giunta provinciale, chehaforti poteri di controllo e"di tutela sui Comuni e anche sul Bolzano, è salito il successore di Magnago, Luis Dumwalder il quale ha assicurato che sarà d'ora in avanti il presidente di tutti gli italiani, che avrebbe superato le divisioni etniche e che si sarebbe impegnato a un più libero sviluppo di una città che si affaccia alle soglie del '93 con grossi compiti, data la sua posizione di confine. ,11 nuovo corso induce a contare su un allentamento delle tensioni etniche e, di conseguenza, sull'inizio di una fase discendente del movimento sociale: trattandosi di voti non utilizzabili in una coalizione, essi diventano di fatto un ostàcolo alla governabilità. Comunque non si fa conto su un sensibile calo del msi (Dumwalder ha detto che sarebbe già incoraggiante un lieve calo), mentre si prevede una sensibile avanzamento dei «Verdi alternativi» che si sono posti come forza al di sopra delle divisióni etniche. Giancarlo An saloni Ieri ha votato a Bolzano Silvius Magnago, leader della Svp

Persone citate: Luis Dumwalder, Silvio Leonardi, Silvius Magnago

Luoghi citati: Bolzano, Magnago