La strada della salvezza non è chiusa ma continua il viaggio sotto le bombe
La strada della salvezza non è chiusa ma continua il viaggio sotto le bombe La strada della salvezza non è chiusa ma continua il viaggio sotto le bombe di GIANNI RANIERI TORINO — I tifosi granata tengano in alto i cuori. La Fortuna, dea la cui collaborazione è di basilare importanza allorché si lotta per restare a galla, non ha abbandonato il Torino. Anzi, vedendolo sommerso da avversari più forti di lui, gli ha stretto il viso tra le mani baciandolo su entrambe le guance: ti voglio ancora bene, vecchia e squintematissima squadra. E nel momento in cui la congiunzione avveniva, un giocatore di nome Monza, appartenente al Bologna, si esibiva in un prodigioso, inimmaginato e inimmaginabile passaggio al proprio portiere. In che cosa consisteva la prodigiosità di quel tocco? Nel fatto che la palla invece di viaggiare spedita all'indirizzo prestabilito, acquisiva la velocità di un convoglio ferroviario sulla linea Milano-Torino permettendo cosi allo jugoslavo Skoro di intromettersi nel percorso, di impossessarsi della sfera e di spedirla in una breve azione, che per gli abitanti della curva Maratona deve aver avuto la lunghezza del film «Via col vento», nella porta rossoblu. Prima di simile avvenimento erano accaduti fatti terribili. Il Torino s'era presentato con un centrocampo affidato al dinamismo da epoca preindustriale del giovane Landonio e del meno giovane Comi. Ora, esistono calciatori in grado di fare una quantità di cose interessanti: schiacciare le noci con due dita, per esempio, scalare lo Stelvio in monopattino e cantare da soli il coro muto della Butterily, però mai e poi mai riuscirebbero ad esprimersi decentemente in una battaglia per non retrocedere in serie B. La loro nobile ma caramellosa natura, non glielo consente. Poco male se questi giocatori vengono tenuti a debita distanza dallo stadio nei casi di seria emergenza. Il brutto si verifica quando essi partecipano a una gara del tipo di Torino-Bologna, talmente angosciosa da sfiorare la drammaticità. Il Bologna, avvantaggiato da quella trovata tattica, si riversava inarrestabile nell'area nemica suggerendo l'immagine d'una formazione atta alla conquista della Coppa dei campioni. Era inevitabile che uno dei bolognesi segnasse. E infatti Alessio segnava. Ma ecco intervenire con una prima appropriata mossa la sopracitata Fortuna. Usciva dal campo Landonio. D. Torino iniziava il secondo tempo eliminando dai propri schemi la difesa: tutti avanti, spinti dal soffio della speran¬ za. Un avversario in possesso d'una minima capacità contròpiedistlca avrebbe ridotto i granata a un colabrodo. Ma il Bologna, sia ringraziato il cielo, ignora il dietro-front e contempla tra le sue Ole un centravanti, Marronaro, che fallisce testardamente ogni occasione, sia d'argento o d'oro, gli capiti tra i piedi. Ridotto il pericolo di subire la seconda rete per eccessiva prudenza rossoblu, un problema restava: il problema del pareggio, giacché più nessuno osava fantasticale di vittoria in cosi compromessa situazione. Come fare? Tutti i tentativi risultavano clamorosamente vani, il brasiliano Muller veniva caricato con palloni che non si sarebbero fidanzati neppure con le scarpe di Pelè: la sua straordinaria bravura non sortiva effetti. I compagni si cimentavano in tiri al bersaglio che nulla contenevano di calcisticamente umano. Il Bologna avrebbe brindato alla vittoria senza il manifestarsi, adesso perentorio, della Fortuna. Annuncio consolatorio: la strada della salvezza non s'era interrotta. Il gemellaggio Monza-Torino, dopo ottantatré minuti nel corso dei quali abbiamo definitivamente compreso che essere tifosi granata è una dolorosa, macerante e per ciò alta scelta di vita, si compiva nelle forme e nei modi che più fraterni non si sarebbero potuti vagheggiare. Che momenti. Alle frontiere di Sala già premono minacciosi Milan, Juventus e Napoli prossimi avversari, n viaggio sotto le bombe continua. Problemi per Claudio Sala
Persone citate: Claudio Sala, Comi, La Fortuna, Landonio, Marronaro, Muller, Pelè, Skoro
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