Inter e Milan, pace armata

Inter e Milan, pace armata Il campionato applaude la Juventus che scavalca la Sampdoria Inter e Milan, pace armata II derby di San Siro delude la gran folla - L'unica grossa emozione: un incidente a Rijkaard uscito in barella E il cattivo gusto del tifo aumenta dal nostro Inviato G. P. ORMEZZANO MILANO — Abbiamo visto in poche ore, fra Parigi e Milano, due delle centomila partite del secolo. Lo zero a zero di Francia-Jugoslavia è stato tutto sommato abbastanza simile a quello di inter-Milan, la sensazione finale è quella di avere non solo usato male un altro pezzo della nostra vita, ma anche quella di avere contribuito a creare quell'attesa che poi si è putrefatta in delusione. Né i dieci comandamenti né il codice deontologico prevedono questo tipo di colpa, però lo avvertiamo: indefinibile, ma innegabile. La colpa di delegare — con articoli insistenti, con presentazioni roboanti — ad un gioco divinamente fesso, sublimemente pazzo compiti difficili, assoluti di divertimento, importanti missioni di seduzione, fondamentali operazioni di entusiasmo, e poi trovarci non solo a succhiare un chiodo, anzi due, ma a offrire un terzo chiodo, cioè l'articolo in cui si racconta dei primi due. Si dica comunque che lo zero a zero di San Siro è stato più animato di quello del Pare des Princes: due pali anziché uno (e un palo, quello milanista di Ancelotti, è sembrato gol), più calcioni, decisioni arbitrali molto discutibili, novità di tifo (le grandi banane di gomma, ne diremo), e uno stato confusionale fisico, chiaro (da botta), racchiuso tutto in un giocatore, Rijkaard, portato all'ospedale, mentre a Parigi lo stato confusionale è stato psicologico, oscuro, sparpagliato in tutta la squadra francese. Diciamo di Rijkaard, facciamo un omaggio al rischio che ha corso cercando di raccontare un po' la sua vicenda. Dunque al 69' si è visto l'olandese afflosciarsi, subito dopo che Serena gli aveva «rapito» la palla, e si è pensato ad un fallo dello stesso Serena. Invece Rijkaard pativa in quel momento le conseguenze di una botta ricevuta un minutino prima alla testa, cadendo sul ginocchio di Verdelli. La ricostruzione è di Sacchi. Rijkaard è uscito in barella, lo hanno portato al Policlinico per esami, ma poco dopo la fine del match arrivavano già notizie rassicuranti: finito cioè lo stato confusionale, quello che lo aveva portato a credere, ancora nello spogliatoio, che l'Inter stesse vincendo uno a zero. Il Milan è grato a Rijkaard per come gioca, e infatti Sacchi gli ha vietato di star male, col bisogno che c'è di lui in Coppa. Ma adesso deve essergli grato anche perché con la sua vicenda almeno ha connotato un derby deludente, brutto, quasi una sberla a Berlusconi che poche ore prima aveva lanciato l'idea della superNazionale milanese da supershow. Almeno è stato il derby di Rijkaard all'ospedale, ha un titolo. C'erano, ieri a San Siro, telecamere dal Giappone con annessi operatori giapponesi, osservatori spagnoli, olandesi, francesi e tedeschi, Vicini che da Parigi do¬ ve aveva visto il nulla si era spostato a Milano per vedere il poco. C'erano le premesse, in caso di grande incontro, per un forum europeo sul calcio-spettacolo. Invece è stato, al di fuori del terreno di gioco, il derby delle banane di gomma. Tante, almeno duecento, nella curva interista, tutte sul metro di lunghezza, agit attssime, con ovviamente canzoni oscene di accompagnamento. Si parla di calcio europeo, ma ieri il tifo si è fatto africano. Pare — scoperta di scuole di psicologia del Nordeuropa — che queste banane, e magari anche altri oggetti di gomma, funzionino come deterrente, significhino comunque senso ludico, giocosità. E meglio le banane delle spranghe, anche se supponiamo che possano essere trovate, nei recessi del cervello umano, soluzioni migliori per stare allo stadio in maniera divertente, divertita e civile insieme. Per finire: ieri a San Siro è stata in fondo riaffermata la divina umanità del calcio, gioco capace di svellersi anche da destini troppo onerosi, grevi, solenni. In fondo, ieri c'è stato, dentro al gioco del calcio, il gioco di fare lo sberleffo alle parole troppo grosse, alle attese troppo spinte, e senza intanto scadere nella farsa troppo mediocre. Mezzo mondo del pallone guardava a San Siro: ha visto uno zero a zero, una barella per fortuna non drammatica, tante banane. Nessuno si è esaltato, ma molti hanno sorriso, anche se magari di se stessi: ed è già qualcosa. Milano. Paura per Rijkaard, che cadendo batte la testa contro il ginocchio di Verdelli. Ma all'ospedale si riprenderà presto Torino. Finalmente il clan granata sorride: Staro ha segnato il gol del pareggio ccn il Bologna