Ora chiuderanno 9 televisioni e cinqaantatré radio private?

Ora chiuderanno 9 televisioni e cinqaantatré radio private? Uno studio della Regione sull'eccessiva concentrazione di emittenti Ora chiuderanno 9 televisioni e cinqaantatré radio private? Futuro difficile e ricco d'insìdie per le radio e televisioni private locali. In attesa che la tanto attesa e discussa regolamentazione diventi legge, uno studio sui bacini d'utenza durato nove mesi — il primo del genere in Italia — e condotto dalla Maknomedia di Milano su iniziativa del Consiglio Regionale e del Comitato per il servizio radiotelevisivo ha fatto il punto della situazione. In base ai rapporti tra costi di gestione, introiti pubblicitari e possibilità di mercato le 25 televisioni e 137 radio attualmente in funzione dovrebbero scendere rispettivamente a 16 e 84. Ma non è tutto qui. In pratica lo studio rappresenta già sin d'ora parte della risposta che la Regione dovrà dare — avrà 30 giorni di tempo — quando la legge sulla regolamentazione radiotelevisiva con la relativa definizione di bacini d'utenza sarà approvata Venerdì prossimo intanto si svolgerà in Consiglio Regionale, su iniziativa della presidenza, una prima riunione tra i responsabili delle emittenti locali e il Comitato per il servizo radiotelevisivo. Lo studio ha infatti ipotizzato una soluzione ottimale che deve essere però verificata prima di tutto con gli operatori del settore in attesa dì conoscere nei dettagli le indicazioni a livello nazionale. -Esiste comunque — spiega Roberto Salvio, presidente del Comitato radiotelevisivo — una correlazione diretta tra il numero di emittenti che operano in un territorio e le caratteristiche demografiche, economiche e culturali della zona stessa che devono essere sempre tenute presenti. Per questo le Regioni, meglio di ogni altro livello dell'amministrazione pubblica, sono in grado di individuare nel proprio ambito i bacini d'ascolto ottimali, che tengano cioè conto degli interessi generali e specifici. Lo studio — continua — disegna una mappa equilibrata e razionale per l'assetto dell'emittenza • radiotelevisiva in Piemonte. Certamente potranno esserci delle modifiche, ma questo studio servirà in pratica da guida all'azione di pianificazione tecnica delle frequenze che seguirà all'approvazione della legge attualmente in fase di dibattito parlamentare». Discorso parallelo per quanto riguarda la pubblicità. E' stato infatti calcolato che per le radio il mercato disponibile salirà nel '93 a 26 miliardi di fatturato contro 1 9 attuali. Per le televisioni si potrebbe invece arrivare a quota 58 miliardi contro i 26 di oggi Quali sono però le prospettive per le emittenti minori? Esistono realmente possibilità di riuscire a sopravvivere ai network? Programmazioni sempre migliori, un'infomazione locale curata e la nascita di nuove «alleanze» radiotelevisive sembrano comunque essere le uniche, possibili soluzioni per non scomparire al di là dei costi di gestione che sembrano destinati a subire notevoli aumenti. Ancora Salvio: 'Non bisogna oltretutto dimenticare che proprio perché le Regioni avranno soltanto trenta giorni di tempo per fornire eventuali indicazioni tutto diventerà ancora più complesso. Infatti è estremamente indicativo come per preparare questo studio, compreso il sondaggio di radio e tv che operano in Piemonte, siano stati necessari nove mesi di lavoro».

Persone citate: Roberto Salvio, Salvio

Luoghi citati: Italia, Milano, Piemonte