Jessica e Ivan non torneranno

Jessica e Ivan non torneranno Lo hanno deciso i giudici della Cassazione con una sentenza non ancora depositata dopo quasi un anno Jessica e Ivan non torneranno Ma la coppia, che ricerca i gemelli dopo aver percorso oltre centomila chilometri, non si rassegna e si appella al presidente Cossiga - «I bambini non sono pacchettini» - Una lunga vicenda di conflitti tra legge e cuore Dopo quelli della piccola Serena Cruz e dei fratelli di Domodossola separati per ordine del giudice, scoppia un nuovo «caso» destinato anch'esso a commuovere l'Italia e ad alimentare reazioni e polemiche. La Cassazione ha definitivamente decretato che Jessica e Ivan, due gemelli di 9 anni e mezzo, non potranno essere adottati dai coniugi torinesi Tommaso e Anna Patella che li hanno allevati per ben sei anni sin dalle prime settimane di vita Nell'86 i due bimbi sono stati allontanati da casa Patella per ordine del tribunale per i minorenni di Torino, che li ha affidati prima ad un istituto e, poi, ad un'altra famiglia. Da allora si sono perse le loro tracce. Tommaso e Anna hanno percorso quasi centomila chilometri in giro per ntalia su un camper su cui sono dipinti i volti di Jessica e Ivan. Nella disperata ricerca, che non ha dato alcun esito, hanno impiegato tutti i loro risparmi. Nonostante che il verdetto della Suprema Corte sia inappellabile, i coniugi Patella non intendono, però, rassegnarsi. La loro unica speranza è appesa ormai ad un filo. Hanno infatti lanciato un accorato appello al presidente della Repubblica Francesco Cossiga affinché possa aiutarli almeno a riabbracciare i due bambini che hanno tanto amato. La notizia che il ricorso in Cassazione è stato respinto, anche se per motivi esclusivamente procedurali, ha colto la coppia torinese come un fulmine a ciel sereno: 'Abbiamo avuto sempre grande fiducia nella giustizia. E, nonostante tutto, continuiamo ad averla. Teniamo a precisare di non aver alcuna intenzione di strappare Jessica e Ivan alla nuova famiglia con cui dovrebbero vivere. Ma chiediamo al Capo dello Stato di aiutarci a poterli incontrare perché vogliamo continuare ad avere un amorevole rapporto con loro. Ma soprattutto desideriamo spiegare ai due bambini che non siamo spariti, ma li pensiamo sempre per 24 ore al giorno-. La triste vicenda ha inizio il 23 agosto '79 quando la 19enne Rosaria Barone dà alla luce a Torino due gemelli, Jessica e Ivan, che, non essendo riconosciuti dal padre, assumono solo il cognome materno. Dopo appena tre settimane di vita i bimbi vengono affidati ai coniugi Tommaso e Anna Patella, una coppia sposata con una figlia. Teresa, di 19 anni. La signora Anna, che ha da poco perso un neonato, fa cosi da balia ad entrambi Fino all'età di tre anni i gemelli restano a casa Patella. In un primo tempo per poche ore al giorno, poi per tempi più lunghi secondo le esigenze della madre che continua a visitarli quotidianamente. Nel settembre '82, avendoli iscritti ad un asilo vicino alla sua abitazione, la mamma riprende i piccoli con sé, ma la signora Patella è sempre accanto a loro durante il giorno. Nove mesi dopo i piccoli vengono inseriti nell'istituto torinese «Pro InfanctiaDerelicta». Trascorrono, però, il fine setti¬ mana e i periodi di vacanza insieme ai signori Patella Nell'agosto '85 Jessica e Ivan non vengono più accolti in istituto, forse perché la madre non li ha iscritti a scuola Contemporaneamente Rosaria Barone prega la coppia di riprendere in casa i due bimbi E da allora si rende irreperibile. I coniugi Patella si rivolgono quindi al centro sociale del Quartiere 16 di Torino per denunciare di avere in casa i due gemelli e per regolarizzare la loro situazione. L'assistente sociale segnala 11 caso al tribunale per i minorenni rassicurando la coppia che i bimbi sarebbero rimasti presso di loro, n giudice, dottoressa De Marco, istruisce la pratica di adottabilità. Intanto i due gemelli vengono iscritti in classi diverse della stessa scuola «Michele Lessona». n piccolo Ivan soffre però di problemi psicologici e viene preso in cura dal servizio di neuropsichiatria infantile della Usi Ogni sabato fino al febbraio '86 viene sottoposto a visita medica Improvvisamente, cosi prosegue il racconto dei signori Patella, il 13 marzo '86 l'assistente sociale informa la coppia che 11 giorno dopo i bambini devono essere portati al centro sociale. In caso contrario sarebbero andati i carabinieri a prenderli Jessica e Ivan lasciano cosi casa Patella e finiscono a Cere sole d'Alba presso la comunità «Difesa del Fanciullo». Da allora i gemelli non hanno più visto quelli che consideravano ormai i loro genitori. I signori Patella non si danno però per vinti e chiedono subito l'«adozione in casi particolari», una procedura prevista dall'articolo 44 della legge 184 dell'83. Ma il 23 marzo '87 il tribunale per i minori respinge l'istanza. n presidente dell'Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatane) Giorgio Pallavicini, esprimendo solidarietà alla coppia, polemizza con il tribunale ricordando che «i bambini non sono pacchettini e le ripercussioni di queste decisioni si protraggono nel tempo lasciando segni incancellabili». Anche la corte d'appello boccia, però, la richiesta dei coniugi Patella n decreto viene impugnato. Ma la risposta della prima sezione civile della Cassazione è analoga I supremi giudici senza neppure esaminare il merito del ricorso, respingono definitivamente le pretese della coppia dichiarandole «inammissibili», probabilmente ritenendo che i coniugi Patella non erano legittimati ad impugnare il provvedimento della corte d'appello. Particolare sconcertante: la decisione della Cassazione, adottata il 27 giugno '88, non è stata ancora depositata in cancelleria Motivo: per la mancanza di dattilografi al «Palazzaccio» di piazza Cavour occorre addirittuiii un anno per battere a macchina una sentenza Poco importa se riguarda dei bambini in attesa di adozione. E' un'ulteriore prova dello sfascio in cui versa la nostra giustizia Pierluigi Franz La famiglia Patella (sullo sfondo i due figli)

Luoghi citati: Alba, Domodossola, Italia, Torino